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26 Aprile 2024
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Attualità Cultura

“I LUOGHI DEL CUORE”, i più votati in Umbria sono il Bacino del Rio Grande (Amelia), la Madonna della Valle (Bevagna) e la Cappella Salus Infirmorum (Perugia)

RISULTATI FINALI DEL 10° CENSIMENTO “I LUOGHI DEL CUORE”

Nel 2020, con ben 2.353.932 voti, gli italiani hanno voluto dimostrare il loro amore per il patrimonio culturale e ambientale italiano: il miglior risultato di sempre per il censimento del FAI.

Una partecipazione sorprendente che nell’anno del dramma del Covid-19 si carica di significato e racconta di un’Italia coesa, vitale e fiera delle proprie bellezze, che guarda al futuro con speranza, nonostante tutto. La classifica finale vede:

  • al 1° posto la Ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza
  • al 2° posto il Castello e Parco di Sammezzano a Reggello (FI)
  • al 3° posto il Castello di Brescia
  • al 4° posto la Via delle Collegiate a Modica (RG)
  • al 5° posto l’Ospedale e la Chiesa di Ignazio Gardella ad Alessandria

 

I primi tre luoghi più votati in UMBRIA:

· Bacino del Rio Grande, Amelia (TR) – 29° posto in classifica nazionale

· Madonna della Valle, Bevagna (PG) – 75° posto in classifica nazionale

· Cappella Salus Infirmorum, Perugia – 78° posto in classifica nazionale

Bacino del Rio Grande, Amelia (TR)

Incastonato tra i Monti Amerini e con essi Sito di Interesse Comunitario, il Rio Grande è un torrente tributario del Tevere che nei pressi della città di Amelia incontra due sbarramenti: una prima diga di monte, detta la Para, che ha generato il Lago Vecchio, e una seconda di valle, detta dei Finestroni, dalla quale si getta nella valle sottostante. Le dighe sono di grande valore: una è probabilmente tra le poche sopravvissute di epoca romana, l’altra è di origine duecentesca e tra le più antiche dighe ad arco sopravvissute. Grazie ai due bacini, Amelia disponeva di una notevole riserva idrica, venuta meno a causa del loro progressivo interramento, iniziato negli anni Settanta del Novecento con il tamponamento degli scarichi di una delle dighe. La mancata manutenzione idraulica ha ridotto l’invaso a pochi centimetri d’acqua e in estate l’alveo è del tutto arido. Il ripristino della funzionalità idrica del bacino, auspicato dal comitato “Un voto per il Rio Grande” potrebbe consentire il recupero di orti e vivai oggi scomparsi, che per secoli hanno ravvivato le sponde, ponendo anche le basi per la nascita di un’oasi naturale e faunistica.

Madonna della Valle, Bevagna (PG)

Immerso in un bosco di querce e castagni, il santuario fu eretto per volere di Napoleone III. Non si hanno notizie della prima edificazione, andata probabilmente distrutta. Nel 1544 la chiesa fu ricostruita a opera di Silvestro Perantoni di Bevagna detto “lo Stracciato” che la donò al comune di Bevagna. Abbandonata verso la fine del 1800, solo nel 1880 Piero Stortini, un ragazzo di Torre del Colle, trovò questa chiesetta ricoperta di rovi e di erbe parassite. Da quel momento si sparse la voce che in quella chiesina tra i boschi la Madonna facesse le grazie e divenne meta di pellegrinaggi e di preghiera. L’antico edificio venne demolito nel 1934 per costruire l’attuale Santuario che appare con una facciata elegante con trifora, un’ampia scalinata e all’interno una sola navata. All’interno era ricco di ex voto, purtroppo rubati negli anni, mentre sono rimaste le scritte sui muri lasciate per chiedere grazie o per ringraziare di averla ricevuta. A seguito degli eventi sismici del 1997 è stato chiuso al pubblico e ai fedeli. Oggi si trova in stato di abbandono.

Cappella Salus Infirmorum, Perugia

Progettata nel 1934 da Carlo Cucchia (1901-1971) nell’ambito dell’ampliamento del Policlinico di Monteluce (PG), la Cappella Salus Infirmorum fu collocata fra i padiglioni dell’ospedale. Grazie ai passaggi coperti che permettevano di accedere in una sorta di soppalco che sormontava lo spazio dedicato alle celebrazioni e ai fedeli esterni, senza subire possibili intemperie, fu meta di malati e afflitti per oltre sessanta anni. La Cappella è a pianta centrale sormontata da una cupola semisferica, unica nel suo genere a Perugia, e culmina con una lanterna. La denominazione prende nome dal dipinto della Madonna con Bambino che sormonta l’altare ai cui piedi, su uno sfondo di paesaggio aeropittorico, due angeli sorreggono una piccola chiesa nella quale stanno entrando i malati accompagnati dai frati. Sono di Gerardo Dottori (1884-1977) i quattro santi raffigurati sulla calotta della cupola nella loro attitudine all’attenzione per i malati e ai derelitti.  Il comitato “Associazione culturale archivi Dottori” auspica che il recupero della chiesa, oggi inagibile, diventi volano per il rilancio dell’intero quartiere, facendosi fulcro di numerose attività culturali legate alla figura di Dottori pittore futurista perugino.

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