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2 Maggio 2024
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Politica

Simone Pettirossi: >

Simone Pettirossi
Capogruppo PD

Il Piano Regolatore Generale di Assisi è il frutto di logiche vecchie e manca totalmente di coraggio.
In un comune integralmente vincolato come il nostro, ci sarebbe voluta più ambizione:
a) puntando decisamente sulla riqualificazione dell’esistente e prevedendo aumenti minimi di nuove aree edificabili (massimo 2 o 3%), invece di cercare in tutti i modi di massimizzare le nuove aree edificabili, prima con un PRG adottato che arrivava ad un aumento assurdo e illegale del + 17,87%, poi con un PRG approvato che sfrutta comunque il massimo del massimo consentito dalle normative urbanistiche: + 10,9%;
b) rendendo prescrittive le norme del Piano di gestione del Sito Unesco e le linee guida di restauro del paesaggio, che invece sono solo “linee di indirizzo”, cioè una specie di “spot”, senza alcuna capacità di garantire una reale tutela;
c) realizzando comunque la VAS (Valutazione Ambientale Strategica), senza nascondersi dietro a ragionamenti “legalistici” (viste anche alcune recenti sentenze del Consiglio di Stato al riguardo).

I problemi aperti poi rimangono tanti.

1) La prima cosa inaccettabile è che si continuino a confondere le idee ai cittadini.
Nella fase dell’adozione del piano si era fatto credere che fosse possibile inserire di tutto, accogliendo anche numerose osservazioni con parere tecnico negativo, quando era già chiaro che il PRG non rispettava i limiti di legge e che sarebbe stato necessario stralciare numerose previsioni.
Oggi, invece, per alcune aree che erano considerate edificabili nell’adottato e che sono tornate inedificabili nel PRG approvato, si è deciso di mantenere dei perimetri nelle cartografie del tutto ambigui e insignificanti, che sembrano fatti apposta per far credere ai cittadini che sia rimasta una qualche potenzialità edificatoria, magari futura, quando in realtà sottostanno invece alla normativa di tutta l’area agricola!!!
Che senso ha perimetrare e tratteggiare (in celestino) le aree di “sensibilità urbana”, dove per edificare qualcosa sarebbe necessaria una “apposita variante al PRG Parte Strutturale” (art. 1.5.6, c.2, lett. c delle NTA), come accade in tutto il territorio comunale non urbano??? Che senso ha mantenere i perimetri (senza tratteggi o colorazioni interne) degli aggregati rurali (indicati come zone C, N e S), che nell’adottato avevano una normativa particolare che includeva qualche potenzialità edificatoria, visto che nel PRG approvato sono tornati ad essere semplici zone agricole, con la stessa identica normativa delle aree rurali non perimetrate???

2) A che serve (e a chi?), poi, sfruttare il massimo consentito dalla legge di aumento di nuove aree edificabili, con la crisi economica e immobiliare in corso (testimoniata da numerose case costruite e invendute)? Come si può avere il coraggio di dire, di fronte alle sofferenze di tanti, che il piano regolatore servirà a rilanciare lo sviluppo economico del territorio?

3) C’era proprio bisogno che fossero la Regione e la Provincia a dire al Comune di Assisi che bisogna rispettare i limiti di edificabilità imposti dalle normative urbanistiche? Non si sapeva già che in aree esondabili o sensibili dal punto di vista paesaggistico non si può costruire??? Non si sapeva già che il limite massimo di nuova edificabilità era il 10% + 1%?

4) Come sono stati fatti, infine, i tagli per riportare il PRG dal 17,87% al 10,9%? Con quali criteri? Perché alcune aree edificabili sono state conservate e altre no? Il Sindaco e la Giunta, che hanno deciso da soli questi tagli, perché non hanno riportato il documento in Prima Commissione e in Consiglio comunale, per decidere nella sede più corretta come operare e dove tagliare? Visto le consistenti modifiche apportate al PRG adottato nel 2011, per sanare le tante irregolarità presenti, perché  il PRG non è stato ridiscusso e riadottato?

Troppe domande, troppe incertezze, poca chiarezza, poco coraggio.

22/02/2014

Simone Pettirossi
Capogruppo PD

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