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Le considerazioni del Forum delle associazioni familiari dell’Umbria sull’eterologa.

L’eterologa in Umbria si farà, e si farà gratuitamente. Non avevamo dubbi che la regione avrebbe scelto questa strada, e in considerazione di ciò, alcune riflessioni sono imprescindibili dal buon senso.

Esistono limiti etici non secondari, da più voci sollevati, già emersi nella discussione a livello ministeriale sulla fecondazione eterologa, che ricordiamo, non ha ancora vista espressa una posizione univoca sull’intero processo. Come e quanto si terrà in conto questa prospettiva? Comprendiamo che i temi etici rappresentano per il lettore medio un argomento poco attraente, ma la nostra preoccupazione diventa almeno in parte, più visibile in rapporto alla questione economica “occulta”, che la fecondazione eterologa si trascina dietro: il grande business potenziale del mercato dei gameti e degli uteri, che dire in vendita e in affitto non si può, ma la casistica questo ci consegna, a tariffari decisamente anticrisi. La ragione lascia pensare che è un limite etico del quale discutere, il mercato di materiale umano.

Pur tenendosi fuori da questi aspetti che per onor di verità vanno citati, la parola gratuità del percorso sanitario lascia sempre qualche dubbio, dacché, il denaro, come l’energia non si distrugge e semmai si trasforma; allora la gratuità per l’utente, non lo è affatto per il contribuente, e invece diventa un’opportunità favorevolissima per gli operatori di settore. Ecco che allora i conti cominciano a tornar più giusti. Ma torneranno altrettanto giusti al momento di considerare che il diritto alla salute è una cosa, ma il “diritto al figlio” è una cosa diversa? Come spieghiamo alla comunità nella crisi attuale, l’onere di pagare il prezzo del diritto al figlio a tutti i costi? Raccogliamo allora la provocazione (ma neanche poi tanto) di Scienza&Vita: se l’accesso alla fecondazione eterologa deve essere gratuito, perché anche il percorso alle adozioni non dovrebbe esserlo? considerando costi che possono superare anche i ventimila euro, come riporta il Centro di Ricerche sulla Gestione dell’assistenza Sanitaria Sociale. Il “diritto al figlio” si esprime anche nell’utilissima e stavolta eticamente ineccepibile opzione adottiva. Tra l’altro, aggiungiamo, la tutela del bambino futuro membro della società nel caso dell’eterologa si pone pesantemente a monte, con le tentazioni di selezione eugenetica; il rischio di produrre OGM umani dovrebbe qui stimolare la coscienza a una riflessione. Parimenti a valle, ritroviamo le ricadute sul diritto di ogni essere umano a conoscere le proprie radici. Non di meno, esiste il rischio statisticamente significativo di consanguineità tra persone ignare della propria parentela che già in altri contesti internazionali si è posto. In sostanza, gli aspetti etici implicati nell’eterologa sono davvero consistenti. Preghiamo tutti di tenere a mente questo tema che non è aleatorio e non è ideologico ma un dato oggettivo sul quale riflettere.

Di tutto questo discorso, la cosa che vorremmo rimanesse nella testa e nel cuore del lettore, è che parliamo di coppie che desiderano diventare genitori, che magari soffrono per una difficoltà ad aver figli, ma parliamo soprattutto di bambini, che sono quelli senza voce in capitolo in tutto questo, e ciò non deve indurci a ragionare senza criteri etici. Un bambino è prima di tutto un dono, non cadiamo nella trappola di considerarlo un diritto, perché nessun essere umano può essere “diritto” di un altro, neanche in nome dell’amore.

20/09/2014

Dott. Ernesto Rossi – Presidente Forum delle associazioni familiari dell’Umbria

 

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