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Bettona

Inedito tabernacolo di El Greco nella Pinacoteca di Bettona

Il Comune è già stato contattato per inserirlo nel circuito dei festeggiamenti per il quarto centenario della morte del grande pittore.

L’assessore Pasinato: «Si tratta di un’occasione unica per rilanciare l’immagine di questo borgo umbro a livello internazionale».

BETTONA, 27 marzo 2014 – «È una notizia molto importante sia per il Museo sia per la cittadina di Bettona», afferma Paola Pasinato, assessore alla cultura del Comune di Bettona, subito dopo aver appreso la notizia pubblicata dall’Ansa in merito alle dichiarazioni rilasciate dallo studioso e artista veneziano, Guerrino Lovato, sul probabile ritrovamento di un inedito tabernacolo di El Greco custodito ed in parte restaurato all’interno della Pinacoteca di Bettona.

«Si tratta – prosegue Pasinato – di un’occasione unica per rilanciare l’immagine di questo borgo umbro a livello internazionale».

Oltre al professore Lovato anche un altro studioso, Lionello Puppi, si sta occupando di questo ritrovamento. Si tratta di una scoperta importante in quando proprio nel 2014 ricade il quarto centenario della morte del grande pittore, la Spagna sta organizzando grandi mostre. Nel 2015 ne sarà promossa una a Parigi a cura del professor Puppi che, dopo aver visto le foto scattate da Lovato, ha dimostrato grande interesse nell’inserire i cinque piccoli dipinti nel circuito di eventi in programma per il quarto centenario che saranno promossi anche in Italia. In questi giorni il Comune di Bettona sta informando del ritrovamento la Soprintendenza dei Beni Artistici dell’Umbria.

Lovato era stato invitato sabato 22 marzo a Bettona per presentare il suo libro “La levatrice incredula”, l’iniziativa era stata promossa dal Comune di Bettona e dall’associazione Bictonia.

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La didascalia così recita: Pittore del XVII sec, “Cristo e i 4
evangelisti ” (elementi di un ciborio), olio su tavola e legno
dorato con decorazioni in pastiglia dorata. n. di cat. 33 .(Questa
indicazione per ora non ha dato frutti e nulla si e’ riusciti a sapere
sia della provenienza che dell’entrata al Museo non essendo presente
l’opera nemmeno nel catalogo degli anni 1980). Siamo a Bettona nella
bella e calda pinacoteca dove sono stato invitato sabato 22 marzo  a
presentare il mio libro ” La levatrice incredula” a motivo del fatto che
qui si conserva il capolavoro di Dono Doni con una Natività spiegata
nel mio testo. Nella stessa sala, protetto da un vetro vi e’ esposto
smembrato un tabernacolo con cinque elementi che lo componeva (il sesto
del fondo non  e’ conservato perché forse non dipinto essendo verso la
parete) I quattro elementi laterali alti circa 40 cm sono chiusi in
alto da una cimasa triangolare  contenente ognuna uno spiritoso
cherubino  dipinto che guarda a destra. In ordine da sinistra abbiamo
san Giovanni evangelista ,vecchio abitante di Patmos alla greca,con
l’aquila  nera emergente dalle spalle,poi san Luca col toro ai piedi che
lo guarda, la portella centrale col Risorto con la croce e il buco della
chiave nel legno, san Matteo e l’angelo che lo osserva da dietro le
spalle e per finire san Marco col leone ai piedi che tiene il rosso
vangelo. Non so se l’ordine originale sia questo nella sequenza delle
figure. In origine doveva essere dorato e ornato a rilievo con molti
elementi ora mancanti .Penso sia stata diffusa successivamente una
doratura anche nei fondi dietro le figure e ridipinture antiche sono
anche visibili sulle vesti. Non ritoccarono i volti che infatti sono
vivacissimi,spiritosi e a forti caratteri come Domenikos Theotokopoulos
usava nel suo periodo  veneziano e romano dal 1567 al 1576. Vari saggi di
pulitura chiusi in rettangoli dicono che almeno 15 anni fa circa ci si
prese cura del “Ciborio” e si procedette a un restauro che purtroppo non
venne eseguito completamente, i documenti su questo intervento si
stanno cercando. Là dove e’ stato pulito la pittura e’cosi trasparente  e
agitata e nervoso il tratto da esprimere la mano del noto pittore
cretese, ogni cherubino con quelle ali araldiche e scure, le ciglia
unite da un’ombra e i piccoli occhi penetranti dichiara l’autografia del
suo autore. Dietro al toro di san Luca la pulitura ha invaso il fondo
caratterizzato da bianchi profili di paesaggio  tipici del nostro
Domenico.Il torso di Cristo nella parte pulita mostra l’anatomia
biancoargentea con forti ombre scure che staccano dal bianco perizoma
dipinto con velate trasparenze che sono chiari stilemi del nostro
pittore. Tra le opere più vicine stilisticamente indicherei L’Ultima
Cena della pinacoteca di Bologna datata verso il 1567-70 e 
la
Deposizione ora ad Atene, Ethniki Pinakotihiki. Dopo il completamento del
restauro che serberà delle sorprese compresa una sperata firma ( El
Greco firmava spesso le opere) si potrà completare il discorso per la
datazione stilistica e per qualità estetica del “polittico di Bettona”.
Avendo avuto a Roma una bottega con aiuti non escludo la presenza di
altre mani magari in dettagli decorativi come era in uso nei laboratori.

La figura dell’evangelista Matteo che guarda in alto con la penna
sollevata quasi a dipingere l’ispirazione, ricorda  nel profilo e forse
nel gesto quella del suo maestro Tiziano, dove El Greco fu a bottega  a
Venezia e l’angelo che lo osserva alle spalle corrucciato  e attento
sembra un giovanile autoritratto del nostro ,desunto dai probabili
indicati dalla critica. El Greco esegui a Roma il ritratto a figura
intera  del Cavalier Vincenzo Anastagi (ora alla Frick Collection di
N.Y.) che era di Perugia ,forse e’  il probabile committente del
figurato Tabernacolo ora a Bettona.

 

Venezia ,25 marzo 2014 , Guerrino
Lovato

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27/03/2014

Ufficio Stampa Comune di Bettona

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