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Nessuna squallida provocazione può ridurre il ricordo e la dura condanna delle Foibe.

COMUNICATO STAMPA

Nessuna squallida provocazione può ridurre il ricordo
e la dura condanna delle Foibe.

 

Foiba Bus de la Lum, monumento nazionale, foresta del Cansiglio, al confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia

Bastia Umbra, 12/02/2025 – La furia omicida dei comunisti jugoslavi di Tito colpì oltre agli esponenti del deposto regime fascista, impiegati, intellettuali, famiglie, sacerdoti, e anche antifascisti, compagni di ideologia, colpevoli soltanto di esigere rispetto nei confronti della identità delle proprie comunità.

Una comunità che pensava in tedesco dai tempi dell’impero austro-ungarico parlava italiano e sognava in slavo.

Questa è la storia che il protagonista Giorgio Fanò Ilic, una bambino nato a Pola nel 1946, che con i suoi genitori  dovette abbandonare la propria casa e la propria terra a causa delle persecuzioni e delle violenze seguite alla Seconda guerra mondiale, ha raccontato all’auditorium Sant’Angelo domenica scorsa.

Foiba Bus de la Lum, monumento nazionale, croce con targa a ricordo dei “Caduti senza nome”

Il racconto si è svolto attraverso i suoi ricordi e quelli della sua famiglia, costretta a lasciare Pola e a diventare esule in Italia.

Ascoltandola si sarebbe potuto evitare di fare rivendicazioni che il nostro Presidente Mattarella ha sottolineato essere assolutamente Incompatibili con il  Giorno del Ricordo che serve, “non per dimenticare o per rivendicare”, ma “per trarre dagli errori e dalle sofferenze del passato l’ulteriore spinta per un cammino comune”.

I massacri delle Foibe ingiustamente dimenticati fino al 2005, riguardarono nostri concittadini di Istria, Dalmazia, Fiume che dovettero scegliere se “assimilarsi” o andare via.

Nacque così l’esodo giuliano-dalmata: trecentomila uomini, donne, anziani, bambini lasciarono la propria casa.

Abbiamo onorato la memoria delle vittime sia domenica col racconto dell’esule Giorgio Fanò Ilic sia nella cerimonia di lunedì mattina.

Il ricordo, tuttavia, non deve servire a marcare divisioni, chi lo fa parla in modo strumentale e con rancore: esattamente il contrario di ciò che il Presidente della Repubblica chiede di fare.

 

 


Coalizione Civico Progressista

 

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