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Assisi Politica

Freddii sulle quattro dimissioni della “squadra perfetta”.

Tra opportune, consigliate e misteriose, sono oramai quattro le dimissioni che stanno modificando quella che era stata presentata ai cittadini come la squadra perfetta in grado di “cambiare il mondo partendo da Assisi”.

Infatti, oltre a tre assessori, ha lasciato la compagine anche l’avvocato Matarangolo, l’unico consigliere di maggioranza con esperienza amministrativa (in più occasioni ha impedito ai suoi di approvare delibere poco chiare, se non addirittura sbagliate), in quanto tutti gli altri siedono per la prima volta in Consiglio Comunale e quasi certamente in precedenza non avevano mai assistito a una seduta.

Al di là delle motivazioni condivisibili o meno, sta di fatto che con l’uscita di Matarangolo si calpesta per la terza volta la volontà di alcuni elettori, che non sono più rappresentati da coloro ai quali avevano dato fiducia scrivendone il nome sulla scheda elettorale (le altre due volte è successo con la nomina prima e con le dimissioni poi della Travicelli).

A questo terremoto politico, con conseguente stallo amministrativo, i gruppi di maggioranza, evidentemente incuranti anche dello stato di abbandono in cui versa il territorio e del preoccupante ritardo con cui verranno definite le iniziative finanziate con l’imposta di soggiorno, rispondono con un silenzio assordante.

Per quanto concerne i sostituti degli assessori dimissionari due sono le considerazioni da fare:  una politica e l’altra amministrativa.

Sotto l’aspetto politico le nuove nomine, decise nelle segrete stanze della politica assisana e perugina, confermano il fallimento di quelle  precedenti, che hanno portato in Giunta personaggi distanti anni luce dalla nostra realtà, e inoltre evidenziano un sostanziale passo indietro della Sindaca costretta, suo malgrado, a sottostare alle richieste sia del PD che dei Socialisti.

Sotto l’aspetto amministrativo, nulla da ridire sui curricula dei neoassessori, i quali sono certo metteranno l’impegno massimo nel portare avanti il proprio incarico. Auguro loro un buon lavoro, riservandomi in futuro di esprimere giudizi positivi o negativi sull’operato, ben sapendo che far bene la propria professione non dà la certezza di saper ben amministrare e che il “nuovo” non è un valore a prescindere.

 

25/04/2018

Rino Freddii

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