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2 Maggio 2024
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Assisi

ASSISI NEL TERZO MILLENNIO un futuro garantito dalla fedeltà al suo passato.

La presente nota è stata elaborata nei mesi di maggio e di giugno 2017 da un Gruppo di lavoro coordinato dal Vicariato episcopale per la Cultura al fine di offrire riflessioni e proposte operative all’intera cittadinanza e, in particolare, a quanti hanno ruoli di responsabilità nell’amministrazione della Città.
           

  1. 1.      SPIRITUALITA’

 

  •  “La città non ha alcuna importanza politica; non ha alcuna importanza militare (…) né topografica; ma è uno dei maggiori centri spirituali del mondo cristiano e si colloca con Roma e Gerusalemme come una delle città sacre alla cristianità”. (Arnaldo Fortini, lettera a Pio XII del 1943 per far dichiarare Assisi città aperta).
  • A questa Città guarda con particolare simpatia la Chiesa da tutte le regioni del mondo”. (Benedetto XVI, Cattedrale di S. Rufino, 17 giugno 2007).
  • Il carisma di Francesco, unito a quello di Chiara, è privilegio della Chiesa particolare e della Città e ne fa una comunità cui si guarda dal mondo intero. La Seraphica Civitas, – qual è denominata sul gonfalone del Comune – è come un santuario a cielo aperto”. (vescovo Domenico Sorrentino, lettera pastorale con cui ha istituito il Santuario della Spogliazione).

 
            E’ pertanto soprattutto il patrimonio spirituale dei santi Francesco e Chiara che qualifica la peculiare identità e che fa la “differenza” di Assisi nel mondo. Senza questa identità, essa non sarebbe che una delle tante suggestive cittadine medievali di cui sono ricche l’Umbria e le altre regioni.
E’ questo il genius loci che fa di Assisi un oriente spirituale per il mondo intero ed è questo il carisma che può offrire ai suoi cittadini e a tutti i visitatori, al di là delle personali convinzioni religiose e politiche, un supplemento di orizzonte spirituale, culturale, etico ecc. “Se i cristiani sentono questa identità legata alla propria fede, quanti non lo sono possono quanto meno leggerla come un fattore storico e culturale. Un fattore, oltretutto, dal quale la Città trae non poco del suo benessere”.[1]
Tutto ciò comporta il dovere di garantire, da parte di tutti, questa ineguagliabile peculiarità contrastando anche quella sorta di mutilazione che si fa della figura di s. Francesco,  come rilevò Benedetto XVI, “quando lo si tira in gioco come testimone di valori pur importanti, apprezzati dall’odierna cultura, ma dimenticando che la scelta profonda, potremmo dire il cuore della sua vita, è la scelta di Cristo”.
 
            Si ritiene pertanto opportuno:

  1. che i responsabili della pubblica amministrazione, della Chiesa diocesana e delle istituzioni educative facciano in modo che tutti i cittadini sentano il “privilegio” di essere assisani, come anche la responsabilità di vivere in questo territorio di grazia” (Benedetto XVI);
  2. 2.      che gli assisani,  sempre orgogliosi di essere tali quando visitano altre città e nazioni, mostrino sempre nella vita quotidiana un sommo rispetto verso i menzionati valori spirituali;
  3. che la Città, in forza della menzionata identità, diventi un “laboratorio” permanente di riflessioni e incontri tra religioni e culture diverse per aiutare tutti a  “riscoprire insieme i valori umani e morali, essenziali e nativi, che scaturiscono dalla verità stessa dell’essere umano ed esprimono e  tutelano la dignità della persona” (Giovanni Paolo II);[2]
  4. che la stessa amministrazione provveda ad allestire, in una sala facilmente accessibile da tutti i visitatori e possibilmente nella Piazza del Comune o nelle vicinanze, un “memoriale” idoneo a ricordare attraverso video e altri mezzi:

–          sia la Giornata mondiale di preghiera per la pace del 27 ottobre 1986[3]. Un unicum storico che non può restare consegnata agli archivi;
–          sia altri significativi eventi della vita cittadina;[4]
5. che si valorizzi più adeguatamente la recente iniziativa del vescovo Domenico  Sorrentino per rilanciare lo “spirito di Assisi” – espressione coniata da s. Giovanni Paolo II in occasione della predetta Giornata mondiale – mediante una commemorazione annuale della Giornata da tenere possibilmente nel giorno anniversario.
 

  1. 2.      CULTURA

A questo speciale patrimonio spirituale si aggiunge quello culturaleartistico, per il quale la Città appare un “museo a cielo aperto”, costituito da opere di natura: a) sia religiosa (come le due notissime Basiliche papali e quella di S. Chiara, la Cattedrale, molti altri santuari, chiese e oratori ecc. che racchiudono opere d’arte ammirate da tutto il mondo, come anche musei, biblioteche, archivi, case editrici. ecc.); b) sia laica  (come  i numerosi siti romani, gli edifici e vicoli medievali, i palazzi rinascimentali e altri luoghi di notevole interesse storico-artistico).
Grazie alla figura di Francesco, la nostra Città è ormai un simbolo mondiale di pace universalmente riconosciuto.
A tutto questo si aggiunge un ampio ventaglio di istituzioni culturali di livello sia accademico – come i corsi universitari di scienze turistiche, l’ Istituto teologico[5] e l’Istituto superiore di scienze religiose – sia di natura scientifica, come la Società internazionale di studi francescani fondata da Paul Sabatier nel 1902.
Arricchiscono il volto culturale della Città e del territorio varie manifestazioni popolari religiose (Processione del Cristo Morto, Perdono di Assisi, Offerta dell’olio al Patrono d’Italia, Festa del Voto, Presepi viventi, ecc.) e civili (Calendimaggio, Piatto di S. Antonio, ecc.), come anche attivissime istituzioni musicali (Cappella musicale di S. Francesco, Cappella musicale della Porziuncola, Cappella musicale di S. Rufino, Cantori di Assisi, Commedia Harmonica, ecc). Non va poi dimenticata la proclamazione di s. Chiara “patrona della televisione”, avvenuta 14 febbraio 1958 ad opera di Pio XII. [6]
C’è inoltre sull’intero territorio comunale una nobile cultura della solidarietà  che si esprime attraverso un’ampia rete di associazioni di volontariato, costituitasi recentemente,  che operano nel settore sanitario.[7]
 
                        Si ritiene pertanto opportuno che l’amministrazione comunale:

  1. faccia in modo che la Città, oltre ad ospitare manifestazioni religiose e culturali sul tema della pace, “si renda protagonista – come scrive il vescovo Sorrentino – di una cultura della pace, denunciando con forza le cause mondiali della guerra: produzione e commercio delle armi, strategie neo-coloniali, fondamentalismi di qualunque segno, ingiustizie prodotte dal mercato selvaggio, dalla speculazione finanziaria ecc.”.
  2. sviluppi una politica a favore della vita contrastando il fenomeno della denatalità e sostenendo il valore della maternità: “E’ triste vedere che nascono  pochi bambini, ma più triste ancora  è che ci siamo acclimatati alla loro soppressione legalizzata nel grembo materno. Una Città come Assisi, alla scuola di duemila anni di Vangelo tradotti stupendamente da Francesco in canto alla vita, non dovrebbe fare qualcosa di specifico per difendere la vita  fin dal suo concepimento come, ad esempio. sostenere i Centri  di aiuto alla vita? Il nostro Istituto Serafico, a servizio dei più deboli e indifesi, si pone come un appello alla coscienza morale della Città e all’assunzione di responsabilità da parte dei suoi amministratori”;[8]
  3. sostenga, attraverso i mezzi che le sono propri la cultura della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” (Costituzione della Repubblica). “A che giova indebolirla ulteriormente? a chi giova che tanti bambini non possano più dire ‘papà’ e ‘mamma’?” – si chiede il vescovo Sorrentino nel menzionato messaggio. “In nome delle esigenze della ragione e del buon senso la città di Assisi spenda il suo prestigio mondiale per dare un segnale di resistenza a questa deriva e, soprattutto, individui concrete iniziative di sostegno alle famiglie[9]”.
  4. allestisca adeguate strutture per mostre d’arte, concerti musicali, rappresentazioni teatrali, proiezioni cinematografiche anche all’aperto coerenti con l’identità di Assisi;
  5. favorisca il ritorno in Città della mostra Assisi Antiquariato, anche per il nome che porta,  che potrebbe essere ospitata in sedi tra loro vicine (come i palazzi comunali di Via S. Francesco e di Piazza del Comune) come anche dei Corsi promossi dall’Università di Perugia;
  6. incoraggi e sostenga, evitando contributi “a pioggia”, soltanto quelle iniziative di alto profilo culturale e morale effettivamente promosse da enti, associazioni, ecc. soprattutto per favorire i giovani che, pur aperti a nobili orizzonti morali e culturali, oggi più che mai sono a rischio di alcolismo, droga, gioco d’azzardo, ecc. ;
  7. esiga che tutte le attività programmate sul territorio comunale si svolgano nel rigoroso rispetto delle persone, dei luoghi e del decoro in modo che l’ambiente non venga deturpato o ridotto a “palcoscenico” di qualsiasi iniziativa che possa fare notizia;[10]
  8. si attivi per rendere pubblico il programma annuale delle principali manifestazioni religiose, culturali, sportive ecc. che si terranno non solo sul territorio comunale, ma anche – per incrementare il turismo – nelle città più vicine dell’Umbria e di altre regioni. E, ciò, sia per un’opportuna informazione a residenti e visitatori, sia per evitare che l’accavallamento delle iniziative ne ostacoli la partecipazione;
  9. ripristini una mostra o settimana del cinema per promuovere la conoscenza delle opere dei più significativi registi e favorisca la realizzazione di una cineteca riguardante la produzione filmica e documentaria di natura francescana;
  10. valuti l’opportunità di rendere concreta, presso la Rocca Maggiore, la proposta che  possa esservi virtualmente ripresentata, attraverso video digitalizzati, la vita dell’Assisi romana e medievale.

 

  1. 3.      AMBIENTE

 
La salvaguardia dell’ambiente, oltre ad essere un precetto religioso basato sul rispetto di ogni creatura – Dio “pose l’uomo nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse (Gen 2,15) – coincide con la salvaguardia della stessa umanità: custodendo l’ambiente, sarà da esso custodita; distruggendolo, ne sarà distrutta.
La Città in cui nacque il “patrono dei cultori dell’ecologia” (s. Giovanni Paolo II, 1979)  e fiorì il Cantico delle Creature appare il luogo privilegiato per rendere tutti consapevoli che, come recita un saggio apologo, “quando l’ultimo albero sarà abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato e l’ultimo pesce pescato ci accorgeremo che il denaro non si può mangiare ”.[11]
Non ci si può contentare di una Città sommariamente pulita, quando ha tutti i requisiti per stupire residenti e visitatori e per divenire, essa stessa, una permanente fonte di emozioni, … a costo zero. 
 
Si ritiene pertanto opportuno:

  1. garantire, con sistematiche e rigorose verifiche, il rispetto di tutti i cittadini e turisti verso l’ambiente non consentendo alcuna eccezione e disponendo precisi orari di chiusura notturni;
  2. assicurare un’accurata e quotidiana pulizia sia di tutte le strade, urbane ed extraurbane, sia del verde pubblico anche con l’introduzione di adeguate sanzioni economiche nei confronti di chi in qualsiasi modo insudicia l’ambiente;   
  3. valorizzare il Parco Regina Margherita (del Pincio)attrezzandolo con giochi per bambini e ragazzi e attivando possibilmente un gruppo di anziani per assicurare ordine e sicurezza;
  4. creare lungo il perimetro delle antiche mura un percorso pedonale, tenendo anche conto che camminare all’interno della Città risulta poco agevole; [12]
  5. promuovere il decoro espositivo degli esercizi commerciali scoraggiando l’esposizione e la vendita di merce stridente con  il buon gusto, prima ancora che con “lo spirito di Assisi” e incentivare l’apertura degli esercizi commerciali nelle ore serali;  
  6. incoraggiare l’uso pubblico e privato delle fonti alternative di energia, nel rispetto della qualità urbanistica del centro storico, e favorire l’uso delle auto elettriche ;
  7. valorizzare il Parco del monte Subasio anche attraverso attività sportive in sinergia con i comuni di Spello, Nocera Umbra e Valtopina nel cui territorio la montagna si espande, nel rigoroso rispetto della peculiare storia francescana  dell’ambiante che ospita l’Eremo delle carceri. [13] 

 
TURISMO
 
                        Assisi è  meta soprattutto di pellegrinaggi (motivati da consapevoli scelte di fede), prima ancora che di turismo religioso (interessi culturali in luoghi religiosi) e di turismo culturale. Si potrebbe dire che qui ogni turista è, o diviene, un pellegrino.
Assisi è connotata in modo indelebile dalle figure dei santi Francesco e Chiara. A loro, da otto secoli, guardano con ammirazione cristiani e non cristiani, persone di ogni etnia e cultura. Sono essi i “grandi eventi” da celebrare e valorizzare. Proposte stridenti anche indirettamente con lo spirito francescano è facile che siano destinate a fallire.
Di questa speciale connotazione religiosa della Città e di coloro che giungono per visitarla dovrebbero tener conto tutti i residenti e, in particolare, le categorie più direttamente interessate al turismo, come albergatori, commercianti, tassisti ecc.
                        Si ritiene pertanto opportuno:

  1. promuovere, d’intesa con le menzionate categorie uno stile di accoglienza amichevole e corretto, esente da  qualsiasi discriminazione e smodato guadagno;[14]

2. predisporre, all’inizio di ogni anno, appositi strumenti di precise informazioni plurilingue sulle molteplici iniziative religiose e culturali del territorio (ricorrenze, feste, concerti, convegni, mostre, rappresentazioni teatrali ecc. ) servendosi di tutti i più moderni canali della comunicazione sociale;
3. riattivare quanto prima possibile il Teatro Metastasio per dare a tutti la possibilità  di assistere, specialmente ogni fine settimana, a spettacoli teatrali in armonia possibilmente con lo “spirito di Assisi” che, peraltro, sono i preferiti dai visitatori;[15]
4.  dotare la Città di un’adeguata segnaletica stradale plurilingue, per facilitarne la conoscenza  e orientare i visitatori verso i luoghi più significativi e possibilmente l’installazione di “semafori intelligenti” negli incroci maggiormente problematici:
5. favorire su tutto il territorio il cosiddetto ecoturismo, o “turismo lento”, valorizzando anche gli attuali percorsi lungo i fiumi e il completamento delle piste ciclabili;
6. adoperarsi perché l’Ospedale civile sia in grado di assicurare adeguate cure sanitarie, specie di “pronto soccorso”,  commisurate al grande numero di visitatori;
7. facilitare la viabilità all’interno della Città  di tipo sia orizzontale (minibus ) sia verticale (ascensori e scale mobili accanto ad alcune ripide rampe di scale) come pure mediante l’eliminazione delle barriere architettoniche;
8. scoraggiare l’esodo dal centro storico dei residenti consentendo la fruizione
di un parcheggio gratuito o, con particolari agevolazioni economiche, l’uso di quelli esistenti;

  1. gli stessi parcheggi potrebbero essere utilizzati gratuitamente dagli altri cittadini,

in orari prestabiliti, per esigenze commerciali, di ristorazione, di svago ecc.;

  1. attivare collegamenti pubblici tra il capoluogo e le frazioni, specie nei giorni

prefestivi e festivi come anche, specie per gli anziani, con il Palazzo della Salute in Bastia;

  1. favorire, anche con mutui a tasso agevolato, la costruzione di piccoli

parcheggi privati al di sotto dei tanti orti e giardini all’interno della città;

  1. fare in modo che chi svolge servizi pubblici a contatto con i visitatori (come i vigili

urbani) siano in grado di dare informazioni anche in lingua inglese;

  1. approntare, d’intesa con la Curia diocesana, un sussidio cartaceo (“itinerario

litanico”) per facilitare la visita dei principali luoghi francescani e clariani;

  1. assicurare ai pellegrini, che giungono secondo l’antica tradizione dei “passi della

 fede” la possibilità di ricevere, presso l’Ufficio del turismo, nei principali santuari, ecc. un Testimonium viae Francisci  che attesti l’avvenuto cammino verso la Città Serafica.
 
N.b. – Il tutto, regolamentato da un Piano particolareggiato del centro storico previsto già negli anni ’50 (arch. Astengo).



[1] La città che sogno, messaggio del vescovo Domenico Sorrentino in occasione delle elezioni politiche 2016.
[2] L’iniziativa potrà essere supportata dall’Istituto teologico di Assisi, aggregato alla Pontificia Università Lateranense, attraverso il biennio di specializzazione sul dialogo interreligioso.
 
[3] Per la prima volta, in occasione di questa Giornata, si trovarono insieme ad Assisi, per pregare, i capi delle maggiori e più antiche religioni del mondo.
[4] Ad esempio:
–          la celebrazione  del VII centenario della morte di s. Francesco (1926) in occasione della quale avvenne l’incontro tra il ministro Pietro Fedele e il cardinale Segretario di Stato Merry del Val che costituì il primo passo verso conciliazione tra lo Stato e la Chiesa attraverso i Patti Lateranensi (11 febbraio 1929). Il luogo dell’incontro è l’attuale Sala della Conciliazione;
–          le straordinarie iniziative coordinate dal vescovo Nicolini negli anni 1943/44 per la salvezza degli Ebrei perseguitati dai nazi-fascisti;
–          la menzionata Giornata mondiale attraverso vari filmati (come Lo spirito di Assisi, realizzato dal musicista Ezio Ranaldi e dal regista Arturo Sbicca; il filmato Insieme per la pace – Lo spirito di Assisi, di Vittorio Peri e Raimondo Lustri) e altri documentari riguardanti Assisi e il suo territorio);
–          le numerose iniziative del podestà Arnaldo Fortini e di altri cittadini illustri.
[5] L’Istituto, che dà continuità ad una tradizione accademica che ha radici nel Medioevo, offre la possibilità di conseguire i due dei tre gradi accademici: il Baccellierato, dopo cinque anni di studi, e la Licenza in teologia, dopo un successivo biennio di specializzazione.
 
[6] Nel 1988  è stato istituito in Assisi, per iniziativa della Curia diocesana, il “Premio televisivo  S. Chiara”.  Ne sono stati presidenti d. Vittorio Peri e poi, per molti anni, Daniela Fanelli Frascarelli. Tredici sono state le edizioni dal 1988 al 2015. Questa peculiarità assisana merita di essere adeguatamente rilanciata con l’apporto di tutti i cittadini, dato che la nostra Santa, il 16 maggio 1644 è stata ufficialmente qualificata dal Consiglio Comunale di Assisi “defensor civitatis”.
 
[7] La rete, promossa  inizialmente dalla prof. Cynthia Aristei con il sostegno della Curia diocesana, è stata  formalmente riconosciuta dall’attuale amministrazione comunale. Il 13 novembre 2016, poi, ha ottenuto dalla Fondazione Gigi Ghirotti, per Assisi,  la qualifica di Città del Sollievo.
 
[8] La città che sogno, cit.
[9] La città che sogno, cit.
[10] L’amministrazione comunale, ad esempio, non può non esigere: a)  che il Calendimaggio ritrovi l’iniziale identità di nobile festa e non diventi occasione di “sballo” e sfrenatezza, specie in occasione delleà cosiddette “cene propiziatorie”; b) che entro la settimana successiva tutti i luoghi pubblici siano dalle Parti liberati dal  materiale utilizzato. Il Calendimaggio – alla stregua di analoghe manifestazioni tipiche di altre città anche vicine – assume la fisionomia di un rito. Come tale, pertanto, deve conservare immutate la struttura e le modalità di attuazione; basti vedere il celeberrimo Palio di Siena e la straordinaria Corsa dei Ceri eugubini.
 
[11] La recente istituzione del Santuario della Spogliazione (20 maggio 2017) può offrire un ulteriore motivo perché Assisi diventi un laboratorio ove la sobrietà della vita si coniughi con la fraternità. “Rinunciando a tutto, Francesco riceve tutto. Diventano  sua famiglia tutte le cose, da frate sole a sora luna, da frate focu a sora acqua. Un mondo in armonia, accolto tutto come un regalo di Dio”. (vescovo Domenico Sorrentino)   
 
[12] L’antica cinta delle mura, adeguatamente illuminata, accrescerebbe il fascino notturno della Città.
[13] Il recente Piano di sviluppo rurale, finanziato dalla Regione con fondi dell’Unione Europea, può costituire, per i giovani soprattutto, un’opportunità lavorativa.
 
[14] Coloro che giungono in treno, ad esempio, debbono poter trovare sempre un bus sul piazzale della stazione. Attualmente, infatti, sconcerta la frequente assenza delle coincidenze tra gli arrivi dei treni e le partenze dei bus.
[15] Dall’agosto  2008 al dicembre 2016 oltre centomila sono stati gli spettatori (mediamente 12.500 l’anno) che hanno assistito a spettacoli di alta qualità e di vario genere (religioso, musicale, folcloristico, umoristico) alcuni dei quali replicati centinaia di volte. Da rilevare che sono stati presentati ogni sabato sera e, su richiesta di gruppi, in ogni altro giorno della settimana dalla Compagnia teatrale dell’Associazione Dare che ha dato vita anche ad un’Accademia (danza classica e moderna, avviamento alla danza acrobatica, recitazione, canto,  ecc. )  che è stata frequentata da circa 350 bambini e ragazzi assisani i quali hanno più volte potuto recitare di fronte al pubblico e insieme ad attori professionisti.
 

28/06/2017

Antonella Porzi
Ufficio stampa
Diocesi Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino

CON EMBARGO fino alle ore 18,30

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