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26 Aprile 2024
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Giornale dell'Umbria

Ricorso al Tar di una ditta contro il «no» allo svernamento di reflui zootecnici, botta e risposta tra Comune e Comitato

ansiderisindacoCostano L’associazione ambientalista imputa al sindaco un ritardo nella comunicazione. Lui ribatte: massima chiarezza

BASTIA – Nuovo match nel braccia di ferro che da anni vede contrapporsi dialetticamente il Comune e le associazioni del territorio, in particolare il Comitato per l’ambiente di Costano, nato per opporsi alla costruzione di una centrale a biogas sul territorio della frazione, Questa volta al centro del botta e risposta tra sindaco e Comitato c’è la notizia (data in ritardo secondo l’associazione ambientalista) della costituzione di parte civile del Comune in un ricorso presentato al Tar da una ditta che si è vista rifiutare il permesso di sversare reflui in campi di Costano.
A farsi portavoce delle ragioni del Comitato è il presidente, Antonio Cavarai: «Il 4 febbraio scorso è infatti stato portato all’attenzione della piazza un fatto rilevante e di una portata tale da far tremare i polsi non solo agli addetti ai lavori, tra cui l’Arpa.) ma anche a tutti i cittadini del Da mprensorio bastiolo – bettonese. L’Amministrazione comunale di Bastia, nell’ultima delibera di Giunta ha confermato di essere parte in causa in un procedimento del Tar, a cui un’azienda agricola del comprensorio suddetto ha fatto ricorso, a causa di un diniego allo sversamento di reflui zootecnici provenienti da allevamenti suinicoli nelle campagne di Costano. I terreni oggetto del contendere, guarda caso, sono gli stessi terreni agricoli destinati ad un’agricoltura di pregio che erano stati “estratti a sorte” non più tardi di 2 anni fa, per ricevere in dono la famigerata centrale a biomasse di 999 Kwegt;egt;. «il regolamento d’igiene comunale – prosegue Cavarai – risulta essere chiaro e perentorio nel ribadire con forza la “Non ammissibilità” di sversamenti di reflui zootccnici nel territorio comunale, Ma allora ci chiediamo: «Come mai, a fronte della chiarezza del regolamento e della posizione del sindaco, questa azienda agricola fa un ricorso al Tar? Perché questa azienda agricola si sente privata di un suo diritto?».«Sviluppando temporalmente – prosegue il Comitato – i fatti si intuisce allora che qualcosa di non molto cristallino c’è. Non è strano che la nostra Amministrazione non abbia mai accennato ad alcunché ai cittadini o al Comitato per la Difesa dell’Ambiente di Costano dallo scorso Novembre ad oggi?Come mai il Comitato è stato informato Solo il 31 gennaio. I silenzi della nostra amministrazione durati 3 mesi (o più?) che cosa nascondono?».
Immediata la risposta del sindaco di Bastia, Stefano Andideri.
«Nonostante gli ormai 5 anni passati alla guida dell’Amministrazione comunale di Bastia Umbra, non ho ancora fatto l’abitudine a comprendere ragioni e scopi di certe azioni rivolte all’operato del sindaco e della Giunta. L’occasione della riflessione è stato il comunicato diffuso dal “Comitato per la difesa dell’ambiente” di Costano incentrato su una ipotetica quanto assurda volontà di nascondere chissà che cosa. Intanto mi preme sottolineare che notizia della costituzione in giudizio da parte dell’Amministrazione è stata da me data telefonicamente e direttamente al dottor Cavarai nel primo pomeriggio del 31 gennaio (come correttamente riportato), con la quale sì suggeriva anche la possibiIità di seguire la stessa strada dell’Amministrazione e con l’indicazione del funzionario del Comune al quale rivolgersi per ottenere tutta la documentazione relativa al caso. Il dottor. Cavarai ha calorosamente ringraziato il sottoscritto!» «Ora – prosegue il primo cittadino – al di là di ciò che ha scatenato l’ingiustificata e scomposta reazione, voglio precisare che questa Amministrazione li a ricevuto mandato diretto dai cittadini di Bastia ed ad essi (non soltanto ad una parte) deve rendere conto; nello specifico viene accusata di «omessa consultazione» per una determinazione di rigetto (di competenza dirigenziale), in linea con il contenuto del “regolamento d’igiene” comunale ed in linea con i desiderata del Comitato. Se poi il destinatario del provvedimento di rigetto ha ritenuto di doverlo impugnare,ritengo che questa sia stata sua esclusiva facoltà».

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