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19 Aprile 2024
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Lettera aperta di Barbara Carli, amministratrice e responsabile tecnico di Area4 a Bastia Umbra.

Palestre e covid-19: “Benvenuti nella nuova normalità… le palestre non devono stare ferme!”.

Barbara Carli, amministratrice e responsabile tecnico di Area4 a Bastia Umbra:

“La forza che si trae dalla palestra non è soltanto quella di corroborare corpo e mente

ma è anche la possibilità di continuare a frequentare luoghi sani e sicuri in cui si può mantenere nel rispetto delle regole almeno un minimo di socialità”

“La nuova ondata di Covid-19 ha fatto inevitabilmente tornare all’adozione di misure restrittive di contenimento del virus: tra queste è nota l’ormai tanto dibattuta scelta di tenere, almeno questa settimana, le palestre sott’occhio, in quanto, a detta di alcuni sarebbero a tutt’oggi luoghi non sicuri.

Il detto “non si può fare di tutta l’erba un fascio” è stato il mio primo motu proprio istintivo, ma vi confesso che nonostante una legittima preoccupazione, questo richiamo alle palestre, con questo contenuto e soprattutto con queste modalità, mi ha decisamente sbalordita.

Ma entriamo nello specifico con riferimento ai soggetti in questione ovvero il mondo scientifico, quello politico e nella fattispecie le palestre: ciò che finora abbiamo ricevuto di certo e incontrovertibile è che ci sono alcuni comportamenti, ormai a tutti ben noti, che costituiscono misure di prevenzione e contenimento del contagio: adottare questi accorgimenti che la ricerca e la medicina ufficiale ci hanno consegnato è necessario in ogni contesto del nostro vivere sociale.

Ora veniamo al mondo politico: purtroppo rilevo una contrapposizione tra la chiarezza con cui la scienza ci ha consegnato poche e semplici regole di comportamento e la confusione con cui vengono comunicati provvedimenti da prendere per il contenimento del virus: il caso delle palestre può servire a specificare quanto ho appena detto.

Solo a titolo informativo, per quanti ancora non avessero associato i due concetti, movimento e salute, vorrei premettere che a differenza di qualunque altro luogo in cui si svolge la vita socio relazionale di un singolo o gruppo di individui, la palestra rispetto all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo offre un vantaggio in più: infatti unisce agli accorgimenti richiesti in qualunque altro luogo, una sana attività motoria i cui effetti benefici per l’individuo vanno ben oltre un’efficace barriera all’infezione, potendo risultare infatti una vera e propria attività preventiva.

Non solo.

Spesso associamo al concetto di allenamento quello di forza: giusto, tuttavia la forza che si trae dalla palestra non è soltanto quella di corroborare corpo e mente ma è anche la possibilità di continuare a frequentare luoghi sani e sicuri in cui si può mantenere nel rispetto delle regole almeno un minimo di socialità: sono infatti convinta che anche la prolungata assenza di contatto sociale, l’isolamento a cui questo periodo ci espone possa determinare esso stesso un indebolimento generalizzato e diffuso non solo sugli animi ma sullo stato complessivo di salute degli individui.

Mi chiedo infatti, ma siamo proprio sicuri che palestre o non palestre, continuare ad ingenerare paure sui luoghi e sulle relazioni sia davvero necessario per contrastare la pandemia e pensare al bene della collettività?

I protocolli anti covi 19 emanati dal ministero dello sport e rigorosamente rispettati dalle palestre hanno decisamente avuto come effetto generalizzato quello di alzare ulteriormente il servizio offerto, garantendo cosi a chiunque di praticare una sana attività sportiva senza alcun rischio di contagio.

Vivo la palestra da fruitrice dei servizi che offre prima ancora che da amministratrice: il massimo rispetto delle regole da noi adottate ed ottemperate mi porta a dire che in palestra ciò che si scambia oggi sono le proprie conoscenze o la testimonianza della personale attività volte al miglioramento di se stessi e del proprio stile di vita e non certo un rischio per la salute.

Ingenerare paure infondate in questo periodo non rischia soltanto di danneggiare ulteriormente un settore già profondamente colpito ma addirittura può ripercuotersi sulla collettività intera.

Piuttosto infatti vorrei fare una riflessione…

Anche di isolamento si muore anche di assenza di contatto ci si ammala… cosi come viceversa vivere in una comunità e nutrirsi di relazioni e socialità è di grande aiuto per la salute: covid-19 esiste e va contrastato con ogni mezzo ma dobbiamo iniziare a pensare per un periodo che questa è la nostra nuova normalità e nel rispetto delle nuove regole richieste nel nostro vivere sociali, evitare di farci sottrarre la nostra umanità”.

Barbara Carli

Area4

Relazioni con la stampa

Danilo Nardoni 

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