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Attualità Bastia Umbra

Dalla Francia, Lorenzo Boriosi


Riceviamo e pubblichiamo:

Saint Vallier sur Rhone (Francia), 21 Marzo 2020

Ciao a tutti, sono Lorenzo Boriosi e vi scrivo dalla Francia dove vivo e lavoro da quasi quattro anni. Dopo una prima esperienza lavorativa in Belgio, ora mi trovo in una cittadina a circa 70 km. a sud di Lione e lungo il fiume Rodano. Lavoro in un’azienda francese che produce piastrelle, io seguo la certificazione del prodotto finito, altre certificazioni aziendali per la qualità del processo produttivo, aspetti ambientali legati alla quotidianità dell’azienda ed al rispetto delle autorizzazioni ambientali (nel 2013 mi sono laureato in Chimica Industriale all’Università di Bologna). L’azienda fa parte di un gruppo italiano sassuolese per cui il legame con l’Italia è costante.

In Francia il virus ha iniziato ad espandersi con un ritardo di circa 7/10 giorni rispetto all’Italia, seguendo le stesse modalità di evoluzione, ma inizialmente non se ne è percepita la gravità forse anche per una minore enfasi mediatica, come se la Francia ne fosse immune. Sul web è circolata l’ironia macabra di chi pensava di essere solo spettatore della vicenda, senza la consapevolezza della sua gravità. Si guardava ciò che succedeva in Cina, ma l’unica notizia di rilievo era quella della costruzione di un ospedale in tempi record. In azienda, veramente, la sensazione del pericolo si è fatta subito sentire, ma era legata, almeno all’inizio, alla presenza degli Italiani che vi lavorano, ovvero al rischio di entrare in contatto con un possibile portatore di virus.

Solo giovedì 12 marzo Macron si è presentato in televisione anticipando le misure restrittive come la chiusura delle scuole e altri provvedimenti. Ho assistito ad un crescendo di ansia tra i miei colleghi, ma questa ansia era relegata al perimetro dell’azienda, non appena varcati i cancelli, la vita scorreva normalmente, senza troppa preoccupazione, senza capire cosa stesse realmente accadendo.

Solo lunedì 16 marzo la paura è entrata negli animi di molti, si prevedeva una escalation della situazione come accaduto in Italia. Molti colleghi non si sono presentati al lavoro per la necessità di accudire i figli, altri per paura di entrare in contatto con colleghi con cui si prendeva un caffè fino al venerdì precedente. In questo istante la Francia si è fermata di colpo. La sensazione è che non siamo stati in grado di anticipare il colpo a seguito della diffusione del virus in Cina, ma soprattutto dopo che l’Italia veniva colpita così duramente. L’Europa, tutta, non è stata in grado di reagire per bloccare l’epidemia, come a dire: a me non può succedere.

Cari amici di Bastia, vi saluto con molto affetto e vorrei ricordarvi che il rispetto delle regole imposte in questo momento è importante, permette di salvare noi stessi, tutte le persone che ci sono care e soprattutto lascia la possibilità ai sanitari di curare chi è malato.

Vi abbraccio, Lorenzo.

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