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3 Maggio 2024
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Giornale dell'Umbria

Agriumbria, c’è anche il “re” dei bovini

Ultimo giorno di fiera, boom di visitatori
di GILBERTO SCALABRINI
BASTIA UMBRA – Ad Agriumbria c’è anche il “re” dei bovini. È un toro di razza chianina, splendido, forte che scruta la gente e si lascia accarezzare come se fosse un cagnolino. A soli tre anni pesa già 15 quintali ed è una star di tutto rispetto. Lo scorso anno ha vinto il campionato assoluto nazionale junior e ad aprile prossimo scenderà nell’agone a Grosseto per conquistare il titolo 2015. La sua accentuata muscolosità esalta in modo notevole la gigantesca mole. È di proprietà di Ilio Lombardi, un agricoltore che vive a Chioano, nelle campagne di Todi. «Questo toro è l’orgoglio della mia azienda agricola», dice Ilio, circondato da tanta gente che vuole fare una foto con il suo toro e chiede notizie su questo gigante. E lui ripete all’infinito che «la chianina ha le caratteristiche della gente di qui: laboriosa, tenace, appassionata dalla terra, della natura e della campagna». Poi, racconta la storia di famiglia: «È da due generazioni che alleviamo tori e la chianina sta andando bene. Purtroppo, non si può dire la stessa cosa per l’agricoltura, perchè gli effetti dei cambiamenti climatici hanno ripercussioni e il guadagno è sempre meno». Quando andrà in pensione, lascerà la terra e la stalla in eredità ai suoi due figli? Allarga le braccia: «I mie figli fanno già altri lavori. A casa mi danno una mano, ma non vogliono affatto intraprendere e continuare questa attività». Oggi è l’ultimo giorno di Agrimbria e si attendono tantissimi visitatori, grazie anche alla giornata di sole. «Forse supereremo le 76mila presenze dello scorso anno – afferma Lazzaro Bogliari, presidente di Umbriafiere – e in questi tre giorni si sono concluse le fatiche di un anno. I tanti visitatori che arrivano non sono solo curiosi, bensì familiari di agricoltori che vedono in questa rassegna una festa dell’agricoltura, della campagna. Dopo la biennale di Verona, Agriumbria è quattro volte più grande. Nei suoi 70mila metri quadrati di superficie ci sono 400 operatori». E il giro d’affari? «Il nostro giro d’affari è di un milione e mezzo di euro, mentre quello delle aziende è di oltre venti milioni. C’è poi l’indotto, gli alberghi e il turismo. Chi viene da fuori regione ad Agriumbria, non può non visitare Assisi, Spoleto, Perugia, Gubbio e altre città». In fiera anche tanti trattori, aratri e attrezzature per l’agricoltura, ma anche macchine forestali e da giardinaggio. Dentro e fuori gli stand ci sono alcuni “mostri” della terra, trattori con una presa di forza incredibile, che costano 250mila euro. Lo scorso anno ne sono stati venduti tre. «Molte aziende – spiega uno dei rivenditori – ricevono contributi dalla Regione, circa il 50% del costo. Con un trattore così si possono lavorare molti ettari di terra e con poca fatica. L’abitacolo ha pure l’aria condizionata». Quest’anno ad Agriumbria sono arrivate anche tante macchine taglia e spacca legna. I rivenditori fanno dimostrazioni e poi ci sono gli stand che vendono stufe e camini. Perchè questo ritorno a scaldarsi come una volta? «Perchè il metano con tutte le tasse che ti fanno pagare costa troppo e la gente sta tornando al caminetto o alle stufe a pellet. La tecnologia forestale si è evoluta e sono tornati i venditori di legna».

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