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Bastia Umbra
19 Marzo 2024
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Attualità

RISSA DI BASTIA UMBRA, NOTA DEL VESCOVO.

Monsignor Sorrentino esprime il proprio cordoglio alla famiglia del ragazzo morto

 “Fatti del genere non possono lasciarci indifferenti, serve una riflessione nella Chiesa e nella società”

 

ASSISI – La rissa di Bastia Umbra, nella quale un ragazzo di Spoleto ha perso la vita, mi colpisce profondamente. Come siano andate le cose, lo stabilirà la magistratura. Intanto un ragazzo è morto, e immagino che cosa questo possa significare per la sua famiglia. Vorrei innanzitutto far arrivare ad essa sentimenti di vicinanza e di preghiera. Resta il fatto che, ancora una volta, nel clima di un divertimento spericolato, in cui è così facile portare le emozioni all’inverosimile, forse sotto l’effetto di alcool o altre sostanze, può succedere di tutto. Ma che il clima giovanile, e non solo, giunga a questi livelli di imbarbarimento, ci interroga tutti. Come Chiesa ci sentiamo interpellati, dato che l’attenzione al mondo giovanile è sicuramente una delle nostre priorità. Purtroppo la maggior parte dei giovani, dopo l’età della cresima, si allontana dalle parrocchie, e a parte i pochi che frequentano i nostri oratori, il mondo dei giovani è sfuggente e di difficile controllo anche da parte delle famiglie e delle altre agenzie sociali e culturali. Del resto, che cosa ci si può aspettare da una società in cui la stessa famiglia è in crisi così profonda? La scuola fa la sua parte, ma non basta. La politica deve certo interrogarsi sulle opportunità che vengono offerte senza le garanzie di limiti severi e controlli adeguati. Ci stiamo ormai arrendendo a fatti del genere, come se fossero ineluttabili. Mi auguro che anche questo ennesimo episodio di violenza, accaduto così vicino alla Città della Pace, mentre Assisi si prepara a vivere la beatificazione di un ragazzo come Carlo Acutis, modello di santità giovanile, ci faccia riflettere tutti e ci spinga a decisioni salutari. Dopo che il Covid ci ha messi a così dura prova, e ci tiene ancora sulle corde, non possiamo ricominciare tutto come prima. Una riflessione è necessaria nella Chiesa e nella società.

Assisi, 16 agosto ’20

 

Antonella Porzi

Ufficio stampa Diocesi Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino

1 commento

Virgilio P. 17 Agosto 2020 at 12:47

Bla, bla, bla
dopo le condoglianze e la sentita vicinanza cos’altro viene offerto di concreto? Scopriamolo estrapolando i pensieri principali: “la maggior parte dei giovani, dopo l’età della cresima, si allontana dalle parrocchie, e a parte i pochi che frequentano i nostri oratori, il mondo dei giovani è sfuggente e di difficile controllo anche da parte delle famiglie e delle altre agenzie sociali e culturali.” Poi prosegue “La politica deve certo interrogarsi sulle opportunità che vengono offerte senza le garanzie di limiti severi e controlli adeguati.” e dulcis in fundo “Una riflessione è necessaria nella Chiesa e nella società.”
Ci rendiamo conto: la chiesa dice CHE NON PUO’ FARE NULLA A PARTE RIFLETTERE.
Mi chiedo questo voleva essere un messaggio di conforto, se sì per chi? Inoltre dove sono le contromisure pratiche che come religione “dominante” vengono o verranno messe in atto per cercare di porre rimedio alla mancanza di valori?

Si poteva scrivere che si metteranno in atto incontri con famiglie e giovani per parlare dell’argomento. Si potrebbe aprire quel sacro ma alquanto mistico e misterioso libro (in quanto a parte durante la Messa non viene quasi mai usato) chiamato Bibbia o Parola di Dio per mostrare la validità e l’attualità del principio “ama il prossimo tuo come te stesso” o “fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. Si potrebbe ragionare di ciò con i giovani e capire il loro pensiero in merito e lavorare laddove alcuni non credono che agire così sia nell’interesse di tutti.

No giammai fare tutto ciò! E’ molto più comodo, facile, semplice dire che la politica, la famiglia, la scuola, malgrado il suo impegno, stanno fallendo. Caro vescovo mi sa tanto che hai preso il libro molto in voga ultimamente: quello dello STRAPAZZO! Non funziona niente, così non va bene, dobbiamo riflettere, dobbiamo fare una profonda autoanalisi ma senza dare mai SOLUZIONI.
Lascio tutti con la seguente domanda: se Lui si esprime così e come Vescovo è il “pastore”, che possono fare le sue “pecorelle”?

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