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25 Aprile 2024
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Attualità

La testimonianza di Marco Giuliani. “Attenti alle fake news”

E sì, questo 2020 è iniziato con una pandemia così grave che non credo fosse contemplata neanche nelle previsioni più catastrofiche. Per me, che di lavoro dirigo a Bastia la sede italiana di una multinazionale che si occupa di sicurezza informatica e mi ritrovo a viaggiare in Europa e negli Stati Uniti molte volte nel corso dell’anno, non erano proprio i migliori presupposti.

Alla fine di gennaio, sono tornato dalla Florida con la mia agenda già piena di viaggi da effettuare tra febbraio e marzo e le continue notizie alla televisione “che tanto da noi questa terribile epidemia non sarebbe arrivata mai”. Ero già pronto a ripartire a metà febbraio, quando una brutta influenza mi ha costretto a cancellare i due viaggi già programmati. Qui in Italia non si parlava di nulla, tutto era confinato alla Cina, ma a posteriori, ammetto di avere avuto un po’ di preoccupazione per questa influenza così aggressiva che mi aveva colpito e che il mio medico curante teneva sotto controllo, monitorandomi  costantemente, con cadenza quasi giornaliera.

Passato il decorso standard dell’influenza, ho ripreso a lavorare e, a fine febbraio, sono partito per la Florida, quando in Italia scoppiava quella che oggi viene definita la crisi peggiore dal dopoguerra. Il Covid-19 era atterrato da noi con tutta la potenza della sua aggressività. Nonostante pareri contrari al viaggio, sono partito insieme ad un mio collega alla volta degli Stati Uniti, un’esperienza che difficilmente dimenticherò, dall’aeroporto, agli occhi delle persone che incrociavo. Ognuno scrutava l’altro con uno sguardo indagatore. Anche con i colleghi americani l’atmosfera è stata surreale, qualcuno di loro non ci si è neppure avvicinato per il timore di venire contagiato. Il 7 marzo, al ritorno in Italia e dopo aver fatto scalo in vari aeroporti, d’accordo con il mio medico che non ringrazierò mai abbastanza, ho deciso di mettermi in isolamento domiciliare preventivo, sebbene non fossi tenuto a farlo. Di lì a pochi giorni il decreto legge con cui si ordinava il ‘lockdown’  all’intera nazione.

Ormai da 20 giorni viviamo un periodo di isolamento sociale, ma non dai social. Mai come in questo momento gli Italiani stanno scoprendo tutte le potenzialità dei social network per scambiarsi messaggi, fare teleconferenze, videochiamate, organizzare il lavoro e pianificare lezioni di ginnastica e attività motorie; scuole e università proseguono lezioni, esami e sessioni di laurea. Il mondo, così come lo conosciamo, si è trasferito online. Il problema è che se la tecnologia è alla portata di tutti, non tutti riescono a capire le informazioni che vengono veicolate da questi mezzi e a selezionare le truffe dalle informazioni reali.

Così nasce il problema delle fake news che qualcuno volutamente invia su Facebook o Whatsapp e che, grazie alla potenza di questi social, vengono amplificate in maniera incredibilmente efficace, causando confusione e, potenzialmente, spostando l’opinione collettiva verso specifici pensieri/idee. Questo è un problema grave per il quale si stanno anche organizzando molti giganti del Web quali Google, Facebook, Microsoft.

Come riconoscere una fake news? E’ semplice. Se vi arriva una qualsiasi notizia, un link ad un articolo in cui viene svelato qualcosa di cui i giornali non parlano, che i giornali nascondono, qualcosa di eclatante anche mostrando evidenze scientifiche o argomenti di politica, con altissima probabilità è una fake news. Andate a controllare che la fonte della notizia sia verificabile, cercate su un motore di ricerca (Google, ad esempio) quell’informazione che vi è stata svelata, con molta probabilità, già ai primi link, uscirà che è una notizia infondata. Ed è in questo piccolo sforzo che ognuno di noi può fare la differenza, non credendoci subito o lasciando spazio al dubbio. Solo così potremo fermare una catena che altrimenti aiuteremo  a crescere e a diffondersi, rischiando di far cadere altre persone nel tranello di una notizia falsa.

Nota aggiuntiva: il fatto che la notizia ve l’abbia mandata un vostro carissimo amico non la rende automaticamente vera, anzi questo è proprio uno dei meccanismi psicologici su cui fanno leva le fake news. Visto che in questo periodo viviamo quasi esclusivamente nel mondo digitale, cerchiamo anche di imparare come essere dei bravi cittadini digitali. Perché, come per la vita reale, anche nel mondo digitale, siamo tutti co-responsabili della sua sicurezza e della sua vivibilità.

Se avete dubbi su una notizia ricevuta e non sapete se si tratta di una fake news, se volete maggiori approfondimenti o per chiarimenti, potete contattarmi all’indirizzo e-mail mgiuliani@live.com oppure tramite whatsapp 0757824981

Marco Giuliani

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