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28 Marzo 2024
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Assisi Economia Politica

Federico Masciolini sull'imposta di soggiorno ad Assisi.

Con il d.l. n. 50 del 24 aprile 2017 l’imposta di soggiorno è stata esclusa dai tributi sottoposti al blocco degli aumenti disposti dalla legge di stabilità 2016 e confermato da quella per il 2017.
Alla luce di tale novità la maggioranza di governo di Assisi, che in più occasioni dal proprio insediamento ha esplicitato la necessità di ricorrere ad uno strumento in grado di assicurare alla Città risorse importanti per la propria azione amministrativa senza gravare sulle tasche dei cittadini, ha avviato una riflessione che nelle scorse settimane ha portato all’esame di una prima bozza di regolamento da parte delle forze politiche di maggioranza e nei giorni scorsi alla condivisione con i rappresentanti degli imprenditori del settore.
Sul tema vi sono già stati diversi interventi e prese di posizione da parte delle forze politiche, operatori, associazioni di categoria e cittadini dibattendo sull’opportunità dell’introduzione dell’imposta, sulle modalità di applicazione e sul suo utilizzo.
A tal proposito voglio ribadire con forza ciò che in più occasioni ho avuto modo di scrivere ed esplicitare in diversi interventi in Consiglio comunale e che credo, a meno che non si voglia scadere in sterili polemiche ed in tristi strumentalizzazioni, debbano essere le questioni centrali del confronto politico di questi giorni.
Prima questione. Una Città a vocazione turistica come la nostra non può non avere a disposizione risorse adeguate da investire in politiche di sviluppo, promozione ed accoglienza.
Credo sia innegabile che questa sia la prima Amministrazione che nel Bilancio di previsione 2017 abbia dato dignità al settore stanziando oltre 800 mila euro ed invertendo una tendenza che relegava le politiche turistiche a fanalino di coda negli investimenti pubblici del Comune di Assisi. L’introduzione dell’imposta di soggiorno non fa altro che confermare il rovesciamento di questo paradigma consegnando a chi amministra gli strumenti in grado di consolidare il ruolo di motore turistico che la nostra Città rappresenta per se stessa e per l’intera Regione. Continuo a pensare che se l’imposta fosse stata introdotta da chi qualche anno fa aveva avuto la possibilità di farlo, Assisi non avrebbe perso quella mole di risorse che le avrebbero permesso un corposo investimento in una strategia di lungo periodo volta allo sviluppo ed alla qualità dei propri prodotti.
Perchè, ed ecco la seconda questione, proprio la qualità dei nostri prodotti (dei nostri “turismi”) e dei servizi che li compongono, delle modalità con cui vengono comunicati e dell’accoglienza che viene riservata agli ospiti (cittadini temporanei) della nostra Città rappresenta la vera sfida innovativa dei prossimi mesi e dei prossimi anni.
Qualità che deve avere l’obiettivo sfidante di riversarsi sulla qualità dei flussi turistici perchè, e penso che questo sia il comune di interesse della Città (amministratori, imprese, cittadini), l’orizzonte non può e non deve continuare ad essere solo quello degli arrivi e delle presenze, ma sempre di più la loro composizione qualitativa e la conseguente “redditività” per le imprese e per tutta la Città.
Ecco perchè diventa fondamentale la terza questione centrale di questo dibattito che è anche quella dove c’è la maggiore apertura e richiesta di confronto (fino a venerdì è possibile inviare osservazioni) da parte della Giunta e della maggioranza: l’utilizzo delle risorse che genereranno dall’applicazione dell’imposta.
Ed anche in questo caso la strada da percorrere è chiara perchè, a fronte di un’imposta di scopo, l’utilizzo non potrà che riguardare l’intero ciclo delle politiche turistiche pubbliche: occorrerà quindi destinare risorse all’analisi ed in particolare alla realizzazione di un piano di marketing pluriennale che rappresenti lo strumento guida nelle scelte strategiche e nelle conseguenti azioni operative; saranno necessari investimenti nello sviluppo di prodotti turistici “strutturali” e non solo in eventi, così come all’innalzamento del livello qualitativo dei servizi che li compongono (a partire da quelli nel capitale umano pubblico e privato tramite la realizzazione di iniziative formative ad hoc); occorreranno risorse per ripensare modalità e strumenti di comunicazione dei nostri turismi; ci sarà, infine, la necessità di destinare risorse (che per quanto ci riguarda non potranno essere inferiori al 20% del budget complessivamente destinato al settore) alle politiche di accoglienza e quindi a quei servizi, strutture ed infrastrutture fruite anche da tutti i cittadini di Assisi, in maniera tale che l’intera Città possa beneficiare degli investimenti generati da questo nuovo strumento.
Personalmente avrei piacere e speranza che su questi aspetti si sviluppi il dibattito politico in questo delicato passaggio politico per la Città. Perchè, come ho avuto modo di dire ieri nella discussione all’interno dei tavoli Assist Turismo e Assist Cultura, vi è la massima comprensione per le legittime preoccupazioni degli operatori e la massima disponibilità al confronto per risolvere alcuni problemi oggettivi che potrà generare una scelta politica di questa portata e le relative modalità operative, ma che non si possono perdere di vista le questioni centrali che ho accennato in questa sintetica analisi e non si può tornare indietro rispetto al passaggio culturale che vi è stato riguardo all’approccio alla politica turistica della Città.
Concentriamoci tutti su questo ed evitiamo di avventurarci sullo scivoloso terreno (anche per chi li solleva) dei conflitti di interesse personali.
Cerchiamo invece di dare ognuno il proprio contributo in base al ruolo che ci è assegnato e lasciamo al tempo una valutazione serena scelte che si faranno  e di coloro che sono chiamati (pro tempore) a farle.
 
13/09/2017
Federico Masciolini
Capogruppo Partito Democratico

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