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Assisi Cultura

Il corso di Laurea sul Turismo definito dal Senato Accademico un “ramo secco”

Assisi, 31 agosto 2013: tra qualche giorno verrà discusso presso il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) di Perugia il ricorso intentato dal Comune di Assisi contro la decisione del Senato Accademico dell’Università degli Studi di Perugia di chiudere il corso di laurea in economia internazionale del turismo di Assisi.
È il primo corso di laurea sul turismo nato in Italia include un alto numero di iscritti, 64 al primo anno (più di altri corsi lasciati aperti), e dal 1993/94 ad oggi ha formato oltre 2000 attuali professionisti e manager nel settore del turismo, dei beni culturali e dell’ambiente: se l’Italia e dell’Umbria vogliono puntare in futuro su turismo e cultura, come sviluppo economico e per la creazione di nuovi posti di lavoro, non possono chiudere il primo corso di laurea nato in Italia su questo tema lasciando l’Umbria senza una formazione universitaria sul turismo (molte sono le richieste di informazione e il prossimo anno avremmo avuto circa 100 studenti al primo anno).
Abbiamo, con grande rammarico, letto nei verbali del Senato Accademico, allegati al ricorso al TAR, che la sede di Assisi è stata considerata un “ramo secco” noi riteniamo che la formazione nel turismo, soprattutto in Umbria, non sia un “ramo secco” ed anzi é un ramo rigoglioso, sia il Centro Studi sul Turismo (CST) che il  corso di laurea, “modello didattico” di riferimento tecnico scientifico, italiano e internazionale.
Ci auguriamo, cita il Sindaco Claudio Ricci, che il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), le istituzioni universitarie, regionali, nazionali e internazionali evitino la chiusura del corso di laurea in economia del turismo di Assisi perché è un valore di cui non si può fare a meno in Umbria e in Italia (Foto, un momento delle recenti proteste: sciopero della fame e della sete).

 

Ufficio Stampa Comune di Assisi

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