COMUNICATO STAMPA
GIUSTI FRA LE NAZIONI:
L’Ambasciata d’Israele in Italia conferisce la più alta onorificenza civile alla memoria di Lina Berellini
Assisi, 10/03/2025 – L’Ambasciata di Israele con il Museo della Memoria di Assisi ha organizzato la cerimonia per l’attribuzione della più alta onorificenza civile dello Stato d’Israele. L’evento si è svolto stamattina presso il Museo della Memoria, Assisi 1943-1994 davanti alle autorità e alla cittadinanza.
Negli anni ’30, a Perugia, viveva la famiglia ebraica Calef, composta dall’ingegnere Luciano Calef, dalla moglie Liana e dai loro figli Fiorella e Sergio. Nel 1938, poco prima dell’emanazione delle leggi razziali in Italia, Lina Berellini si unì alla famiglia come bambinaia, stringendo un legame molto forte con i Calef. Quando le leggi razziali vietarono agli ebrei di assumere personale non ebreo, Lina non abbandonò i suoi datori di lavoro. La famiglia rimase a Perugia fino al 1942, quando, a causa del pericolo dei bombardamenti, si trasferì ad Acquapendente, nel Lazio, sempre con Lina al loro fianco. Dopo l’8 settembre 1943, con l’invasione nazista dell’Italia, la famiglia si spostò in un piccolo paese nella valle del fiume Paglia, un luogo tutt’altro che sicuro data la vicinanza a un accampamento militare tedesco. In seguito alla notizia del rastrellamento degli ebrei di Roma del 16 ottobre, i coniugi Calef decisero di separarsi temporaneamente da Lina e dai bambini per aumentare le loro possibilità di sopravvivenza. Lina si rifugiò con i bambini a Pitigliano, in Toscana, presentandosi come una rifugiata di Terni e zia dei bambini, e affittando un appartamento da una famiglia ignara della loro identità ebraica.
Nel frattempo, Luciano e Liana si nascosero in una fattoria vicino Trevinano. Successivamente, i Calef decisero di riunirsi e chiesero a Lina di raggiungerli nella fattoria, dove rimasero insieme fino alla liberazione, avvenuta il 10 giugno 1944, affrontando pericoli come visite improvvise di soldati tedeschi. Dopo la liberazione, fecero ritorno a Perugia, dove Lina continuò a prendersi cura di Fiorella e Sergio fino al suo matrimonio nel 1947. In seguito, i contatti tra Lina e i fratelli si interruppero, per poi riprendere nel 2017 grazie alla nipote di Lina, che rintracciò Fiorella e Sergio tramite Facebook.
La storia di Lina Berellini è un esempio di coraggio e altruismo che ha illuminato un periodo di grande oscurità. I cittadini italiani riconosciuti con il titolo di “Giusto fra le Nazioni” dallo Yad Vashem di Gerusalemme sono circa 700. Da oggi all’elenco si aggiunge anche il nome di Lina Berellini. Le vicende ricordate oggi riguardano il salvataggio della Famiglia Calef da parte di Lina Berellini.
È per questi fatti che lo Yad Vashem ha riconosciuto a Lina Berellini il titolo di “Giusto fra le Nazioni”. Mettendo a rischio la propria vita, infatti, Lina Berellini si oppose alle politiche nazifasciste e, senza mai ricevere un compenso, garantì la salvezza della famiglia ebrea dei Calef.
A rievocare i fatti storici, nell’emozione collettiva degli invitati alla cerimonia, l’Ambasciatore di Israele in Italia Jonathan Peled, il Sindaco di Assisi Valter Stoppini, il Presidente Regione Umbria Stefania Proietti e il Vescovo delle Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, Domenico Sorrentino. Sono stati inoltre presenti i parenti dei salvati e della salvatrice.
Come ha sottolineato Jonathan Peled, Ambasciatore dello Stato di Israele in Italia, nel corso del suo intervento: “Lo Stato d’Israele ha assunto il supremo dovere morale di preservare anche la memoria delle persone che, in quegli anni, nel mezzo dell’ora più buia, non sono rimaste indifferenti alle ingiustizie, alla sofferenza umana e al dolore. Per questo motivo oggi, siamo tutti qui riuniti per onorare la memoria di Lina Berellini che, con la sua scelta, ha portato la famiglia Calef alla salvezza. Lina Berellini va a unirsi ai più di 700 Giusti fra le Nazioni italiani riconosciuti dallo Yad Vashem. Il suo nome sarà inciso per sempre sulla stele d’onore nel Giardino dei Giusti, presso lo Yad Vashem, a Gerusalemme, in Israele”.
“La Regione Umbria è impegnata in questo percorso di verità e di memoria, indirizzato soprattutto ai giovani per non dimenticare mai le bestialità commesse contro l’umanità e per far sì che mai più si ripetano. Per questo riscoprire e celebrare la storia di coraggio di un Giusto tra le Nazioni ha un valore immenso, ancor più grande in quanto fu una donna che salvò due bambini, come una madre per i suoi figli”, ha dichiarato Stefania Proietti, Presidente Regione Umbria.
“L’insegnamento di Lina Berellini e degli altri Giusti tra le Nazioni è proprio questo: non rimanere indifferenti e sapersi fare prossimi nei momenti più bui, quando c’è bisogno della luce del coraggio, della fede per chi crede e della forza dell’umanità e della speranza contro ogni intolleranza, sopraffazione e negazione dei diritti universali”, ha dichiarato Monsignor Domenico Sorrentino, Vescovo della Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno.
“Ad Assisi abbiamo la gioia e l’orgoglio di avere un nuovo Giusto tra le Nazioni. La storia di Lina Berellini parla di amore e semplicità, perché i giusti, gli eroi quotidiani, sono persone che ci vivono a fianco e non indossano armature particolari. Lina ha protetto e salvato due fratelli, Fiorella e Sergio Calef, impedendo la loro deportazione. Lo ha fatto semplicemente attraverso la propria umanità, scegliendo valori come solidarietà, pace, giustizia, contro odio, conflitti, divisioni. Valori che, soprattutto in questo momento storico difficile, dobbiamo continuare a coltivare e a promuovere ogni giorno”, ha dichiarato Valter Stoppini, Sindaco di Assisi.
Toccante la testimonianza di Sergio Calef che ha ricordato il coraggio di Lina Berellini e sentito il ringraziamento di Lina Apostolico, nipote del Giusto che ha ricevuto l’onorificenza e l’attestato i quali, per volontà di tutta la famiglia, saranno esposti nel Museo di Assisi dove, attraverso documenti, testi, foto e oggetti, vengono raccontate le storie di altri nove Giusti. A questo proposito il direttore del Museo, Marina Rosati che, ha moderato la cerimonia, ha ricordato come l’esposizione assisana sia diventato un luogo di incontro, di testimonianza, di riflessione e di diffusione di una cultura del bene, apprezzata da visitatori di tutto il mondo, dalle istituzioni e dai moltissimi studenti di ogni ordine e grado. Al termine della cerimonia l’ambasciatore, accompagnato da Rosati, monsignor Sorrentino e dalla presidente Proietti, ha visitato il Museo rimanendo particolarmente colpiti dalla storia di Assisi, dove furono salvati circa 300 ebrei.
Antonella Porzi (339-2067935)
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