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29 Marzo 2024
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Politica

UN XXV APRILE IN MEMORIA DI VITTORIO RINALDI, ASSISANO UCCISO DAL REGIME FASCISTA.

La festa per la liberazione del nostro paese dal regime fascista è sempre un momento molto sentito. Parlare di coraggio, uguaglianza, orgoglio, libertà, democrazia significa parlare di passato ma anche di presente e di futuro. Sono i principi sui quali la nostra società si fonda, sanciti nella nostra costituzione antifascista.  Ogni anno siamo chiamati a riflettere su tematiche purtroppo ancora oggi attuali e a fare quadrato intorno a valori troppo spesso messi in discussione.

A distanza di più di 70 anni questa celebrazione porta ancora con sé nuove storie, nuove testimonianze, ricordi rimasti nascosti che mai hanno avuto la doverosa visibilità e riconoscenza. In occasione del XXV Aprile come PD vorremmo far conoscere una di queste storie: quella di Vittorio Rinaldi, assisano doc, nato e vissuto durante il regime fascista nella città di San Francesco. Il giovane Rinaldi, figlio di Umberto, proprietario di una bottega in via Borgo Aretino dove lavorava il ferro, fu arrestato nel 1937, a soli 24 anni, per aver issato una bandiera rossa con il simbolo di falce e martello su di una torre delle mura medievali della città in via Fonti di Mojano (nella bottega di suo papà parlava spesso di politica insieme al noto socialista assisano Artaserse Angeli). Per questo gesto Vittorio fu condannato a 4 anni di confino a Latronico, in Basilicata. Tuttavia dopo un solo anno venne ricondotto ad Assisi perché molto malato. Infatti, i suoi polmoni erano lesionati in quanto durante l’interrogatorio era stato picchiato con dei sacchetti di sabbia. Negli ultimi giorni di vita, nella consapevolezza che i suoi fratelli volessero vendicarsi, fece loro giurare che avrebbero perdonato tutti coloro che gli avevano fatto del male. Vittorio morì il 6 dicembre 1939, a soli 26 anni.

Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale come Partito Democratico abbiamo presentato una mozione per richiedere l’affissione di una targa in memoria di Vittorio in via Borgo Aretino 31, dove il papà Umberto aveva la sua bottega. Vittorio non è stato un partigiano di guerra, non ha partecipato agli scontri o alle battaglie ma ha comunque dato grande dimostrazione di coraggio nel difendere i propri ideali e nel perdonare i suoi carnefici sul punto di morire. La mozione ha ricevuto la condivisione di tutto il Consiglio, essendo stata approvata all’unanimità.

Siamo estremamente orgogliosi di aver potuto raccontare la storia di Vittorio e per questo ringraziamo suo nipote Umberto Rinaldi, che ci ha consentito di conoscere nel dettaglio molti particolari. Abbiamo voluto appositamente raccontare la vicenda di Vittorio in questi giorni, nei quali tutti siamo chiamati a fermarci a riflettere su quello che il passato ci deve insegnare. Le storie dei nostri compaesani, giovani e coraggiosi, rimasti vittime di un regime come quello fascista sono gli esempi più tangibili della crudeltà e della disumanità che imperversavano in quegli anni. Ed è nostro dovere ricordare, il 25 aprile come ogni giorno.

 

24/04/2022

Partito Democratico di Assisi

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