Siamo oltre il ridicolo.
Le proteste per la maglietta antifascista indossata dal capogruppo Pablo Tombolesi da parte della minoranza in consiglio comunale a Bastia Umbra sono inquietanti e totalmente sballate.
L’antifascismo, lo ricordiamo a chi fosse ignorante è un valore fondante della Costituzione Repubblicana (XII cioè dodicesima disposizione transitoria e finale che cita testualmente “É vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”) fondata sulla Resistenza. Essa, per gli sprovvisti di libri di Storia, era composta da Socialisti, Repubblicani, esponenti del Partito d’Azione, del Partito Popolare, Comunisti e persino da monarchici.
Cosa c’entrano l’inclusione, il rispetto e la tolleranza verso un regime dittatoriale e nefasto (significa “Che comporta o è ritenuto capace di apportare un danno o un rischio gravissimo”) come quello fascista?
La maglietta non inneggia a nessuna forma di violenza ma l’esatto contrario. Violento era Mussolini e le sue squadracce di picchiatori, il confino per gli oppositori, le leggi razziali, l’uccisione di Giacomo Matteotti, la soppressione di Partiti e Sindacati. E tanto altro ancora fatto nel ventennio.
Sinceramente preoccupa quest’opera di falsa lettura storica e di mistificazione continua da parte di personaggi legati alle alte cariche istituzionali che purtroppo ci governano a livello nazionale. Chi stigmatizza una simile t-shirt può essere definito solo in un modo e come tale dovrebbe essere messo ai margini della vita politica e sociale di un Paese democratico e civile ma non ci stupisce più di tanto viste le svariate iniziative del recente passato legate a presentazioni di libri (sic!) di personaggi che si definiscono fascisti del terzo millennio.
Essere antifascisti significa essere italiani.
26/07/2024
Partito della Rifondazione Comunista Federazione di Perugia