Ogni anno il 25 novembre, leggiamo di manifestazioni a cui partecipano le solite personalità politiche che sempre più spesso pontificano, in quella che è una ricorrenza comandata. Bisogna però togliere dalla testa di certi politici e di tante personalità che spesso si sentono immuni a certi eventi e a certi argomenti, che se non ci si attiva seriamente e con competenza queste tragedie non troveranno fine. Forse troppo spesso ci si dimentica che la società siamo noi, i nostri mariti, ex mariti, compagni, fidanzati, ex fidanzati, ex compagni, figli e figlie. Non voglio assurgermi a ruolo di sociologa ma il problema risieda nella nostra comunità, nelle nostre convenzioni e convinzioni. Oggi noi donne, dobbiamo batterci affinché tutto questo modo di vederci come oggetti finisca e vi sia un rispetto assoluto. Sin dalle scuole dobbiamo iniziare ad educare, sin dalla prima infanzia, sulla condizione e il rispetto delle donne. Occorre educare i giovani, i bambini a considerate la differenza tra possesso e amore, affinché nessun gesto non diventi una violenza o un atto di possesso.
Dall’Assemblea dell’ONU il 17 dicembre del 1999 con la risoluzione 54/134, uscirono del concerto chiari in materia e questa giornata non deve rimanere solo in ricordo di un fatto di sangue, il sacrificio delle sorelle Patria, Minerva e María Teresa MIRABAL, barbaramente torturate e uccise dagli agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo nella Repubblica Dominicana il 25 novembre del 1960. Ricordiamo il Numero Verde 800.86.11.26, accessibile gratuitamente ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette, da tutto il territorio regionale. Questo è il numero nazionale antiviolenza Tel. 1522
Il nostro grazie sincero va a tutte le operatrici dei Punti informativi e di ascolto d’Italia, in modo particolare quelle della Zona Sociale 3 (Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Cannara e Valfabbrica), donne che accolgono nei vari Comuni tante donne in difficoltà.
24/11/2021
Claudia Maria Travicelli