I giovani non si interessano alla politica, i giovani stanno sempre con lo smartphone in mano, i giovani non hanno voglia di lavorare e preferiscono vivere sulle spalle dei genitori, i giovani sono irresponsabili, viziati, insensibili, i giovani sono privi di interessi, …
Troppe volte i giovani sentono noi adulti parlare così di loro: frasi molto spesso dette senza conoscerli, facendo “di tutta l’erba un fascio”, criticandoli senza proporre mai nulla che sia in grado di coinvolgerli e attrarli.
I giovani non sono un gruppo omogeneo e compatto! Non c’è niente di più sbagliato che generalizzare quando si parla di giovani ed è abbastanza strano mettere nello stesso insieme ragazzi appena adolescenti e venti/trentenni. È evidente che i bisogni e le caratteristiche sono differenti.
Perché invece noi adulti non diciamo a gran voce che i giovani sono il futuro e che hanno diritto ad avere quel futuro? Perché ne parliamo solo per farne un quadro negativo, invece di trovare soluzioni? Contrastare per esempio la fuga di cervelli e l’emigrazione giovanile combattendo realmente il bieco sfruttamento attuato nei loro confronti dal mondo del lavoro italiano, che è intriso di precarietà, è un dovere di noi adulti (che peraltro gestiamo in gran parte quel mondo…).
I giovani vanno coinvolti, ascoltando quello che hanno da dire. Cercando di vedere il mondo – questo mondo che è opera nostra e del quale non possiamo certo essere fieri – dal loro punto di vista, che è molto ricco di incertezze e di incombenti catastrofi ambientali, ma molto povero di diritti.
Assisi dovrebbe diventare un laboratorio di inversione di tendenza su questi temi. Da Assisi dovrebbe partire un messaggio di concretezza per il futuro dei giovani, un messaggio di vera sinistra, laico, che sia capace di costruire insieme a loro un orizzonte, se non luminoso, almeno non profondamente cupo come quello che i giovani hanno oggi davanti. Nel quale i diritti che spettano loro siano loro riconosciuti.
Noi adulti dobbiamo impegnarci e combattere per e insieme ai nostri figli, costruendo per loro un futuro di diritti:
– affinché chi è nato e cresciuto in Italia possa essere cittadino italiano;
– affinché nessuno sia più discriminato per il colore della pelle;
– affinché ognuno sia libero di essere se stesso e possa autodeterminarsi senza dover lottare contro pregiudizi e stereotipi;
– affinché sia loro possibile trovare un lavoro che non sia sempre e solo precario e sottopagato;
– affinché possano ricominciare a sperare di avere un domani che non sia annientato dalla crisi climatica e dallo sfruttamento ambientale che NOI abbiamo prodotto.
Questi giovani che hanno passato quasi due anni della propria vita chiusi in casa per la pandemia hanno la necessità di ritrovare spazi di aggregazione: oltre alla scuola – che sicuramente è importante – perché non proporne altri, dove possano confrontarsi e divertirsi? Dove si ritrovano i ragazzi se non si progettano luoghi e attività? Per un giovane del comune di Assisi che si iscrive all’università, quanto è lontana la prima aula studio? Un giovane che cerca un impiego deve per forza essere costretto ad accettare un lavoro in nero, stage infiniti e straordinari non pagati, oppure si possono creare delle opportunità vantaggiose ed eque per tutti?
Costruire un futuro per i giovani insieme ai giovani, questo è quello che dobbiamo fare. Ascoltando le loro riflessioni, le loro richieste e prendendo coscienza delle lacune che esistono nella politica sui temi che stanno loro a cuore.
27/09/2021
Francesca Vignoli