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18 Giugno 2025
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Bettona Cultura

“L’Assemblea degli Uccelli” – Rappresentazione teatrale di un gruppo di attori dilettanti al Teatro Excelsior di Passaggio di Bettona

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

L’Assemblea degli Uccelli”

Rappresentazione teatrale dell’ opera “Poema Sufi”, del poeta mistico persiano Farid al-Din ‘Attar, da parte un gruppo di esordienti attori dilettanti
al Teatro Excelsior di Passaggio di Bettona

 

Bettona, 30/05/2025 – Accingendomi a scrivere due righe di cronaca riguardo uno spettacolo teatrale mi sono accorto che avrei fatto oltraggio alla serie di sorprese riservate al già sorprendente pubblico del tutto esaurito registrato sabato sera 24 maggio scorso.

Ho deciso pertanto fosse utile una esposizione in successione temporale.

La cosa ha avuto inizio con la sorpresa di un invito telefonico ad essere presenti al debutto di un gruppo di esordienti attori dilettanti, formatosi all’interno della Università della Terza età di Torgiano, ospitati per l’evento dal Teatro Excelsior di Passaggio di Bettona, Piazza del Popolo numero 4, ore 21.

L’afflusso del pubblico è iniziato a tempo debito, evitando con sorpresa l’affanno per l’occupazione, prima di un posto macchina nel frontestante comodo parcheggio, poi delle circa trecento sorprendenti spaziose pregiate poltroncine che avrebbero accolto un numero di spettatori non prevedibile per una serie di motivi partendo dal titolo dello spettacolo: “L’Assemblea degli Uccelli” posto in rilievo al centro del Programma di sala offerto alla porta di ingresso, libero.

Il sipario già aperto consentiva di sbirciare l’allestimento della sorprendente scena di una fila di seggiole vuote rivolte verso il pubblico; e niente di più.

A tutte luci ancora accese in sala gli spettatori hanno abbassato il brusio dei primi commenti per ascoltare l’annuncio dell’inizio della serata, affidato alla Signora Maria Teresa Pietrobono, conosciutissima come protagonista attiva del volontariato culturale di un vasto comprensorio, presentatasi alla ribalta con a fianco Roberto Biselli, regista dello spettacolo.

Roberto Biselli, professionista di grande notorietà nell’ambiente perugino, responsabile anche del Laboratorio Teatrale Unitre di Torgiano, ha fatto il sunto del testo del ‘Poema Sufi ‘del XII° secolo, opera del poeta mistico persiano Farid al-Din ‘Attar, che stava per essere rappresentato.

Era visibile il disorientamento generale degli intervenuti, sorpresi dalla datazione dell’opera e dalla profondità esistenziale del contenuto affidato alla metafora di una “Assemblea degli Uccelli” su temi di bruciante attualità.

Liberato il palcoscenico dall’esordio, una ulteriore sorpresa è stata quella dell’assenza dalla sala di ogni tipo di Autorità pubblica; non solo per rappresentanza di facciata, ma neppure per la ghiotta occasione di raccontare la rara, determinante e sorprendente collaborazione prestata al Gruppo Teatrale, dai Comuni di Bettona e di Torgiano oltre che dell’Istituzione dell’Unilibera.

L’ abbassarsi delle luci in sala ha annunciato l’inizio dello spettacolo; saltando il preambolo dei saluti e dei ringraziamenti; ma con la sorpresa della non riconoscibilità degli attori i quali sono entrati dalle porte di sicurezza laterali della platea; sfilando poi nei corridoi, con indosso un abbigliamento adeguato e maschere totali.

Il Programma di sala è stato di aiuto fornendo le generalità di sei donne: Sylvie Beal – M. Gabriella Berretta – Natascia Mancini – Giuliana Petrini – Mariella Santovecchi – Gianna Valentini; e di un uomo: Rinaldo Morosi.

Per loro il tragitto da seguire era stabilito che fosse quello di oltrepassare la ribalta e raggiungere sul palcoscenico la fila delle seggiole rivolte verso la platea, intraviste all’entrata.

Il transito è stato lento e solenne, accompagnato da una colonna musicale sorprendentemente appropriata, modulata insieme alle luci dalla cabina di regia da dove Roberto Piselli ha mostrato in diretta le sue capacità creative, di amalgama e direttive per uno spettacolo sorprendentemente di livello forse mai raggiunto nella storia dell’Excelsior.

Le sorprese finali non sono meno importanti delle prime, ma certamente sono di più complicata narrazione.

Succede infatti che, raggiunto da tutti gli attori la pedana del palcoscenico ove si sarebbero svolte tutte le altre azioni, è iniziata la recitazione del testo da parte degli attori debuttanti.

Alla prima osservazione sono apparsi privi della buca del suggeritore, con le apprensioni del caso, privi delle piantane per sostenere probabili microfoni a forma di gelato, privi addosso di qualsiasi dispositivo per amplificare la voce.

Il silenzio in sala, totale ed assoluto, è stato un premio e una riscoperta graditissima.

Per rassicurare i lettori viene ribadita l’incredibile sorpresa/verità della comunicazione vocale degli attori col pubblico della platea, unicamente per mezzo del proprio naturale timbro di voce.

E’ stato come trovarsi tutti in un teatro/salotto settecentesco.

Alla fine, la trama dell’opera ha svelato il motivo delle sette seggiole in scena rivolte verso la platea. Esse, secondo regia, sarebbero servite a complemento del linguaggio del corpo, della mobilità e della mimica degli attori, oltre che come attaccapanni da camerino per i cambi d’abito previsti dal copione, con l’indossatore e le indossatrici di spalle alla platea; e l’eliminazione della manovra di uscita ed entrata dalla scena, che rischiava di risultare distraente e macchinosa.

La simbologia dell’abbandono della maschera teatrale a sipario aperto e spettacolo in corso, senza paraventi o schermature, è stata una sorpresa rispetto all’innato pudore delle “nudo” che al contrario è stato annullato con disinvoltura dagli attori, a beneficio del pubblico. Gli spettatori hanno potuto finalmente scoprire il profilo del volto e la corporatura degli attori debuttanti; e verificare il trucco, la pettinatura e il colore dei capelli; il tutto studiato nei dettagli con la cura e la didattica del Laboratorio Teatrale dell’Unitre di Torgiano.

Per quelli come me che si aspettavano una chiassosa e colorata commedia all’italiana, aiutata con battute dialettali locali e simpatiche espressioni di assennate signore dotate di senso dell’umorismo, hanno fatto ritorno a casa rimuginando nella testa la stra-ordinarietà dell’occasione; generata solo da una telefonata a sorpresa.

 

 

Giampiero Franchi

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