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25 Aprile 2024
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Sport

Ripresa dei centri sportivi per un futuro di crescita, Barbara Carli di ANIF Umbria intervenuta a Rimini Wellness.

Ripresa dei centri sportivi, ANIF Umbria al convegno di Rimini Wellness

Barbara Carli, delegato regionale Associazione Nazionale Impianti Sport e Fitness, ha partecipato all’importante occasione di dialogo e confronto con professionisti del settore, imprenditori

e rappresentanti delle istituzioni: “Centri sportivi come fulcro della ripartenza

anche di un nuovo stile di vita, di un cambiamento di mentalità.

Lo sport è di tutti e va garantito costituzionalmente l’esercizio del diritto allo sport”.

BASTIA UMBRA – “Politica, scienza ed impresa, non solo i tecnici del settore, sono ormai tutti concordi nel considerare la fondamentale importanza dell’attività sportiva per un futuro di crescita. Una nuova e straordinaria attenzione rivolta al mondo delle palestre e dello sport che per la prima volta vive opportunità incredibili”. Lo afferma Barbara Carli, delegata per l’Umbria di ANIF Eurowellness (Associazione Nazionale Impianti Sport e Fitness) e amministratore Area4 Group di Bastia Umbra, di ritorno da RiminiWellness.

Nello scorso fine settimana si è tenuto infatti, in questa prestigiosa cornice, anche il convegno di ANIF “Ripresa dei centri sportivi – Politica, Scienza e Management sportivo per un futuro di crescita” in cui ha partecipato pure la rappresentante di ANIF Umbria.

Un’occasione importante di dialogo e testimonianza da parte di illustri professionisti del settore medico-scientifico, imprenditori italiani di fama internazionale e rappresentanti delle istituzioni italiane e politici bipartisan che hanno fornito il loro prezioso contributo sulla ripartenza della pratica sportiva all’interno di strutture organizzate e in sicurezza.

“Sport e palestre vivono finalmente una centralità mai riscontrata finora. Questa trasformazione cosi veloce e radicale – sottolinea Carli – era impensabile fino a poco tempo fa. Stiamo vivendo un periodo che è stato definito, senza esagerazioni, “magico” da quanti vivono e fanno ricerca nel mondo sportivo. Neanche vent’anni di investimenti pubblicitari per diffondere la cultura del movimento e di uno stile di vita sano, sarebbero bastati a far arrivare cosi profondamente l’importanza dell’esercizio fisico e dell’attività sportiva nella visione comune. Comunque lo si pratichi, all’aperto, nelle palestre, nei centri sportivi, a casa, oggi l’esercizio fisico è considerato un vero e proprio ingrediente fondamentale per il bene di tutti; essercene privati a lungo ne ha fatto sperimentare il bisogno e la consapevolezza della sua centralità per vivere appieno. Fino a quando lo avevamo tutti a portata di mano, lo sport era considerato un’attività di tempo libero o per appassionati”.

Oggi, per Carli, la vera novità è nella mentalità: “Lo sport è di tutti. E nuova è la visione creativa che viene sempre maggiormente riconosciuta all’attività fisica: crea salute, prevenzione, benessere, cultura, innovazione, inclusione sociale, impegno, sacrificio, educazione, pace. Valori fondamentali che costituiscono una società. In una parola lo sport è un patrimonio. Viviamo in un Paese che ha beni, cose e territori che consideriamo e tuteliamo patrimoni dell’umanità. Anche le persone lo sono. E’ fondamentale insegnare l’educazione alla cura e al rispetto delle cose ma lo è ancora di più insegnare l’educazione alla cura e al rispetto della nostra persona, del nostro corpo, il nostro tempio. Se partiamo, o meglio, ripartiamo dal corpo, curare e amare tutto ciò che ci circonda sarà una naturale conseguenza. Un Paese forte è fatto di donne e uomini forti”.

Da tempo Barbara Carli sostiene quindi la necessita di inserire un nuovo diritto nella nostra Carta Costituzionale, il diritto allo sport: “Mi ha fatto davvero piacere sentire un consenso quasi unanime in tal senso in quanti erano presenti al convegno di Rimini. Abbiamo condiviso questa idea esprimendola con un gioco di parole, l’esercizio del diritto allo sport costituzionalmente garantito. Oggi il nostro settore, fatto di tecnici, imprenditori, ed organizzatori, ha il fondamentale compito di impegnarsi per sostenere questo importante cambiamento di mentalità in atto, creare la motivazione dove ancora è necessario e tornare a parlare di educazione fisica. Lavorare e andare tutti nella stessa direzione senza gelosie ma con spirito di condivisione e collaborazione come la mentalità sportiva insegna”.

Carli conclude, fiduciosa, con due considerazioni che finalmente non appartengono più soltanto agli addetti ai lavori ma anche a quanti finora dicevano di non avere tempo per fare esercizio fisico: “Ri-partenza significa aver capito che il rischio da qui in avanti non sono più, come erroneamente si è pensato, i centri sportivi e i luoghi di allenamento bensì la non attività. Ri-partenza è sapere che la salute si crea nel tempo e che il cardine sono gli anticorpi; frenare l’attività fisica significa frenare l’attività dei nostri anticorpi. Essere costretto a curare la malattia significa essere già arrivato tardi. Il segreto è non ammalarsi. Il segreto è amarsi. Curiamo il nostro benessere mantenendoci in movimento”.

I lavori del convegno sono stati aperti dal presidente nazionale ANIF Giampaolo Duregon il quale ha illustrato lo stato dell’arte e fotografato la situazione attuale in cui verte l’intero comparto. Più di un anno e mezzo di crisi hanno messo allo stremo delle forze circa 100 mila centri sportivi, 1 milione di lavoratori e privando 20 milioni di praticanti dell’esercizio fisico.

Convegno che ha avuto pieno appoggio e supporto delle istituzioni, che riconoscono ANIF Eurowellness quale importante interlocutore capace di rappresentare, al mondo della politica e delle istituzioni, le specificità di un segmento che più di altri è stato colpito.

È stato anticipato che a breve sarà online una nuova piattaforma per richiedere contributi e poi un grande lavoro per una Riforma dello Sport che sia di reale sviluppo e crescita per l’intero comparto.

“Lo sport ed i centri sportivi italiani potranno, finalmente, fare affidamento su di un fondo perduto complessivo di 190 milioni, grazie ad un decreto interministeriale MEF e MISE, tuttavia insufficiente, ma primo reale e dignitoso segnale di attenzione per il settore” ha ricordato il presidente Duregon.

27/09/2021

Relazioni con la stampa

Danilo Nardoni

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