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29 Marzo 2024
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Assisi Politica

“DEMOCRAZIA, PARTECIPAZIONE E LEGALITÀ” La Lista @sinistra presenta il programma. Candidato sindaco LUIGINO CIOTTI.

ELEZIONI COMUNALI ASSISI 2021

PROGRAMMA

La partecipazione intesa come contributo dei cittadini al governo del territorio è oggi fondamentale e deve essere perseguita attraverso:

  • costituzione delle Consulte Comunali così come previsto dallo statuto ma non realizzate in questa legislatura;
  • il bilancio partecipato, adottato da altre realtà, che permette ai cittadini di partecipare attivamente allo sviluppo e all’elaborazione della politica municipale. Gli spazi di manovra nel decidere come spendere le risorse di bilancio – fortemente diminuite per i tagli ai trasferimenti e il patto di stabilità – sono strettissimi e dunque l’intera collettività di Assisi deve essere coinvolta nelle scelte;
  • la responsabilizzazione e valorizzazione della macchina comunale, oggi in sofferenza, che deve sentirsi parte di un progetto comune al servizio totale dei cittadini (perché i modi d’approccio e l’impegno fanno la differenza e danno risultati);
  • l’organizzazione, con regolare frequenza, di assemblee nelle frazioni;
  • la diretta streaming dei consigli comunali;
  • la totale disponibilità degli amministratori all’ascolto.

Ma altrettanto fondamentale è la totale trasparenza dell’amministrazione, che deve essere ottenuta attraverso la pubblicazione online dei documenti, delle informazioni e dei dati concernenti la propria attività istituzionale e la messa a disposizione per chiunque ne faccia richiesta, a qualunque titolo.

L’impegno a praticare e diffondere la buona politica e il rispetto della legalità devono diventare valori imprescindibili per l’amministrazione del Comune, che va difeso dalla corruzione e dalle infiltrazioni mafiose che, purtroppo, favoriti anche dalle difficoltà economiche di molte imprese a causa della pandemia hanno messo piede nel nostro territorio, in particolare nel settore turistico-alberghiero e commerciale, come la vicenda dell’Hotel Subasio ha ampiamente dimostrato.

 

 

TURISMO E CULTURA

Considerata l’immagine che Assisi riveste nel mondo, con alle porte il Giubileo nel 2025 e l’800 anniversario della morte di Francesco, oltre a tanti altri appuntamenti già previsti, riteniamo che la città debba rispondere alle aspettative, offrendo proposte culturali di respiro internazionale, non episodiche ma programmate, coinvolgendo tutti coloro che operano nel settore turistico e culturale.

Proponiamo:

  • 1) creazione di una Consulta permanente sul turismo, coordinata dal Comune, formata da tutti coloro che di fatto già se ne occupano in modo non coordinato – albergatori, ristoratori, strutture extra alberghiere, guide turistiche, proloco, associazioni varie, il mondo religioso – per programmare tutte le attività culturali volte ad allungare la permanenza dei turisti nella città, con proposte che la sdoganino da una forma di turismo “mordi e fuggi” e invitino i visitatori a ritornarvi. La Consulta potrà svolgere anche un ruolo di un monitoraggio e controllo di qualità di tutti i servizi;
  • 2) utilizzo della formula dei bandi pubblici per gli eventi tematici (in “pacchetti annuali”), bandi che, in modo trasparente, permettano a un mondo culturale a volte sommerso di operare portando nuova linfa e nuove proposte;
  • 3) utilizzo di luoghi già esistenti nel centro storico (Monte Frumentario, Teatro Metastasio, Rocca Maggiore ecc.) o come l’ex ICAP a S. Maria degli Angeli, ora sottoutilizzati, e allargamento delle proposte culturali alle frazioni, per spettacoli, mostre, biblioteche, eventi, il tutto coordinato dalla Consulta;
  • 4) rendere attivi i prestigiosi gemellaggi esistenti con Santiago di Compostela e Betlemme ma anche con San Francisco, con la creazione di un ufficio apposito che li coinvolga in proposte culturali scambievoli, durevoli, moltiplicate;
  • 5) essendo Assisi centro di diversi cammini di pellegrinaggio a piedi e in bicicletta già da 17 anni ed essendo questa una forma di turismo internazionale in costante aumento in tutt’Europa, che porta, di conseguenza, un turismo di ritorno importante:
    • individuare una struttura di accoglienza laica specifica per questo tipo di pubblico;
    • creare una rete di collaborazioni con le associazioni che si occupano di ogni singolo cammino e con il mondo internazionale dei Cammini;
    • legare ai percorsi di pellegrinaggio la valorizzazione del turismo ambientalista, con una cura della sentieristica che permetta una reale fruizione del territorio;
  • 6) va realizzato il “Cammino dei Castelli della Valle del Chiascio” (S.Gregorio, Rocca S.Angelo, Sterpeto, Mora e Beviglie), per trekking e mountain bike, recuperando strade e sentieri esistenti, in modo da valorizzare un turismo lento, sostenibile ed ecologico, a stretto contatto con la natura, rispettoso delle tradizioni locali e dell’autenticità dei luoghi, che favorisca la socialità e la microeconomia locale;
  • 7) creazione di collaborazioni:
    • con università straniere per convegni/periodi di studio (con importante indotto non solo sul turismo) su Assisi Romana, Assisi medievale, Assisi e gli Ebrei (storia ai più sconosciuta);
    • tra la parte laica e parte religiosa della città;
    • con la Pro Civitate Christiana che è un grande patrimonio della città ma assolutamente non valorizzato ed utilizzato;
  • 8) recupero dell’artigianato locale, nel centro storico e nelle frazioni (defiscalizzazione e incentivi per l’attività artigianale), con la creazione di percorsi per la loro riscoperta/riqualificazione. Valorizzazione dell’artigianato e degli antichi mestieri anche a scopo didattico volto al mondo giovanile e “per non dimenticare”;
  • 9) revisione generale della cartellonistica turistica e stradale per un minore impatto ambientale e per un miglior decoro della città e delle frazioni;
  • creazione di uno sportello per informazioni turistiche alla stazione ferroviaria di Assisi;
  • stimolare imprenditori locali a costruire un’offerta turistica che si avvalga anche di mongolfiere, come in Cappadocia dove un pezzo di economia, da cui ammirare gli splendidi paesaggi locali. Bellezza, avventura, socialità e sostenibilità costituiscono un mix che allunga anche i tempi di permanenza in loco.
  • raccogliere le disponibilità dei cittadini desiderosi di dare un contributo al recupero, manutenzione, restauro, valorizzazione delle tante opere d’arte presenti in città e, come nel caso della Volta Pinta, soggette a deterioramento a causa degli agenti atmosferici, sbalzi di temperatura ed inquinamento trovandosi all’esterno.

 

IL TERRITORIO E LA SUA GESTIONE

Per la città di Assisi, che è stata proclamata insieme all’intero territorio comunale nel 2000 Patrimonio dell’UNESCO, parlare di gestione della città storica, del territorio e del suo paesaggio, oltre che delle loro risorse, non è come affrontare lo stesso tema con riferimento a qualsivoglia altra città.

La gestione di un territorio riconosciuto come patrimonio dell’intera umanità comporta un’immane responsabilità, per chi lo amministra e deve affrontare i problemi derivanti e conseguenti alla portata di tale riconoscimento.

La responsabilità primaria è quella certamente di tutelare e salvaguardare quello che ha indotto l’UNESCO a effettuare nel 2000 il riconoscimento del sito, inserendolo nella lista del Patrimonio Mondiale. Ma non meno importante responsabilità è anche quella di valorizzare le sue risorse e programmare correttamente il suo necessario sviluppo.

Per questo riteniamo che debba essere rivisto il PRG che nell’ultima stesura nell’intento di favorire la speculazione edilizia privata ha introdotto norme che modificano l’impossibilità di costruire nelle aree agricole di pregio dando via libera come a Villa Gualdi allo scempio del territorio in aperta contraddizione con lo spirito del riconoscimento UNESCO e con ciò che dovrebbe tutelare la Soprintendenza dei Beni Culturali. Lo scellerato iter della costruzione a Villa Gualdi è ciò che contrastiamo con forza e che provoca il giusto risentimento di centinaia di cittadini che si sono visti rifiutare piccoli interventi nelle loro abitazioni in tutte le frazioni del territorio comunale dove non esisteva la stessa situazione impattante.

Il concetto di gestione infatti ricomprende in sé molti temi che tra di loro si accavallano e si intrecciano: tutela e salvaguardia dell’ambiente, inteso come l’insieme delle sue caratteristiche fisiche peculiari; difesa dei suoi aspetti storico-culturali, in quanto questi lo hanno contraddistinto e caratterizzato; individuazione delle sue criticità che nel tempo si sono evidenziate; ponderata programmazione di tutte le attività da mettere in campo nel tempo e con le risorse economiche effettivamente disponibili per un suo mirato sviluppo. Ma gestione significa anche attenta e concreta vigilanza dei fenomeni in atto, che debbono essere ricondotti agli obiettivi che un’amministrazione si deve porre.

 

Riteniamo la premessa doverosa e necessaria, anche se va sempre ricordato che il TERRITORIO è in primo luogo dei cittadini che lo abitano, lo vivono ed è il luogo dove essi operano e lavorano. Una delle responsabilità primarie dell’amministrazione è quindi quella di comprendere, verificare e soddisfare, nei limiti possibili, le loro esigenze, al fine di poter migliorare la qualità della vita e la qualità dei luoghi in cui essi operano.

Oggi per la gestione del territorio è necessario tenere in debito conto sia la necessità di reperire risorse, sia l’esiguità delle risorse dell’Amministrazione, sempre più scarse. Per evitare aggravi fiscali, non più proponibili ai cittadini (se mai si deve perseguire il contrario!), è necessario che le risorse esistenti vengano attentamente gestite senza sprechi e venga posta particolare attenzione all’analisi e alla ricerca di risorse e finanziamenti di provenienza esterna all’Amministrazione, individuando specifico personale che di questo si occupi e avendo comunque già predisposti nel cassetto i progetti da sottoporre a finanziamento.

Nel corso dei recenti anni il territorio di Assisi ha visto realizzare molte opere pubbliche, in particolare dopo il 1997 grazie anche ai fondi stanziati per il terremoto, e si è dotato anche di servizi e infrastrutture che da anni erano state programmate, ma che solo di recente sono state portate a compimento: il rifacimento delle pavimentazioni del centro storico, la realizzazione di diversi parcheggi attorno a esso (già previsti dal Piano Regolatore Astengo del 1972, originario), nuove viabilità, numerose rotonde nelle frazioni di Santa Maria degli Angeli e Petrignano di Assisi, la ristrutturazione della ex Montedison, ecc.

Restano tuttavia in sospeso opere particolarmente sentite dalla popolazione e di cui si parla da tempo: la riqualificazione della piscina olimpionica di Assisi, abbandonata a sé stessa e chiusa ormai da due anni; la definitiva sistemazione del parco del Pincio, polmone verde di Assisi, e della Rocca Albornoziana, alla quale è necessario dare congrua destinazione e contenuti; la definitiva riqualificazione di tutte le proprietà comunali come la Rocca Minore, o la ex ICAP.

 

Riteniamo, inoltre, che sia urgente dare priorità ai seguenti temi, che riguardano il territorio nel suo complesso:

 

  1. OPERE DI URBANIZZAZIONE

Molte frazioni e soprattutto quelle marginali hanno ancora notevoli carenze per quanto riguarda i sistemi di fognatura e la rete di acquedotto (come Tordandrea, Castelnuovo, Capodacqua), mentre le frazioni montane necessitano di piccoli depuratori ove convogliare le fogne esistenti. In particolare si pensa alla situazione del “castelli”, che dovrebbero essere rivalorizzati con incentivi ai proprietari anche per la ristrutturazione.

 

  1. MANUTENZIONE

Si notano spesso notevoli ritardi nella manutenzione delle infrastrutture stradali, sia di proprietà comunale sia di proprietà provinciale o regionale, oltre al quasi abbandono delle nuove viabilità eseguite all’interno delle nuove zone lottizzate e cedute al Comune, in particolare nelle frazioni di margine.

La viabilità che conduce alle frazioni ha carenza di manutenzione e di segnaletica soprattutto orizzontale e ciò crea pericolo e disagio. È necessario un maggior controllo della situazione.

 

  1. RIQUALIFICAZIONE DELLE VIABILITÀ ESISTENTI

All’interno delle frazioni vanno individuate le zone urbane e parte extraurbane prossime agli insediamenti ancora carenti di marciapiedi e di verde alberato.

 

  1. REALIZZAZIONE DI PISTE CICLABILI E PEDONABILI

Le piste ciclabili e pedonabili devono essere oggi parte integrante della viabilità e sono indispensabili per la sicurezza e lo sport. Il nostro territorio ne è ancora del tutto privo, ma la loro realizzazione potrebbe anche incrementare il turismo amatoriale e rappresentare così un incentivo anche allo sviluppo di questo turismo nelle diverse frazioni di margine. Percorsi come da Ponte San Vetturino a Campiglione, da Petrignano a Bastiola possono essere di grande utilità e valore paesaggistico, per non parlare del tratto dal Ponte Rosso a Villa Gualdi di cui si sente una grande necessità essendo frequentatissimo da passeggiatori e podisti. Va dunque fatto un preciso e specifico piano, seguendo anche le indicazioni fornite dal Piano Regolatore.

Inoltre va assolutamente realizzato un percorso verde, laterale e lungo il fiume Chiascio da Torchiagina a Bastiola, di grande valore naturalistico e salutare.

 

  1. RIQUALIFICAZIONE DELLA SEGNALETICA

La segnaletica, sia orizzontale che verticale, è questione di sicurezza, ma spesso è carente di manutenzione. In particolare quella verticale, che va implementata con maggiori indicazioni sia direzionali che turistiche. Necessita anche qui un preciso piano da elaborare ed eseguire, ma anche un attento controllo della segnaletica esistente. Da ricomprendere tra la segnaletica anche quella dei monumenti, che andrebbe debitamente implementata.

 

  1. MANUTENZIONE E RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE VERDI E DEL VERDE PUBBLICO IN GENERALE

Fatto salvo il centro storico di Assisi e la frazione di Santa Maria degli Angeli, ove le alberature dei viali, le rotonde e i verdi esistenti sono abbastanza curati, in tutte le aree delle frazioni in cui sono state realizzate nuove zone urbane dotate di verde, la manutenzione e la cura di tale aree è estremamente carente. Inutile dotare le zone di aree a verde pubblico se poi non possono essere fruite dagli abitanti. Sicuramente la pubblica amministrazione non può occuparsi seriamente delle numerose zone ma, avendone una responsabilità diretta, deve trovare un metodo di gestione. Per il futuro risulta necessario, già in sede di pianificazione, individuarne meglio la gestione, che potrebbe far carico anche sui lottizzanti o sugli abitanti. Spesso tali zone sono il deposito di rifiuti e quindi si devono anche implementare il controllo e la vigilanza. Per il futuro si deve anche pensare a un arricchimento del verde lungo le viabilità esistenti, ove fattibile, e la realizzazione obbligatoria di viali alberati nelle nuove zone. Di esempi in Italia ce ne sono molti.

È necessario un progetto di riqualificazione e di utilizzo dei consistenti spazi esistenti tra la Chiesa ed il fiume Chiascio.

 

  1. MOBILITÀ NEL TERRITORIO

L’amministrazione fino a oggi non ha fatto nulla per favorire la mobilità tra frazioni e capoluogo. Va dunque fatta un’analisi del problema e vanno individuate formule che, senza costi esorbitanti, consentano gli spostamenti all’interno del territorio anche a chi non è dotato di mezzo proprio, problema particolarmente sentito da anziani che devono visitare in particolare il cimitero di S. Maria degli Angeli. Tutti cittadini del Comune devono inoltre poter accedere ai parcheggi a pagamento che circondano il capoluogo a un prezzo simbolico: la bellezza di Assisi deve essere a disposizione anzitutto dei suoi cittadini.

 

  1. IL PARCO DEL SUBASIO

Una delle problematiche più sentite dai cittadini di Assisi è la situazione del Monte Subasio. La maleducazione dei frequentatori ed il totale mancato controllo, la ridiscussione della convenzione in essere del pascolo e del tipo di animali che vi pascolano che distruggono la leggera cotica del manto erboso, la manutenzione necessaria, dalla strada alle staccionate, la riqualificazione dei rifugi e dei fontanili, la sentieristica da risistemare, la chiusura notturna assolutamente non rispettata, ed altre questioni richiedono un’attenzione particolare almeno pari all’amore degli assisani per il loro sacro Monte. Si parla di valorizzazione turistica, ma in realtà il Subasio ha necessità di essere conosciuto e rispettato. La quantità e varietà di flora e fauna esistente richiedono conoscenza, studio, osservazione, godimento, come le passeggiate e tutto ciò si può fare se ci si rapporta con la voglia di vedere, capire ed imparare e questo non ha nulla a che vedere con la voglia e rapidità consumistica di utilizzazione di un bene comune. L’approccio giusto parte dal rifiuto di considerarlo una merce da consumare con i tempi veloci di una corsa in macchina.

IL LAVORO

La lista @sinistra è l’unica forza politica che seriamente e concretamente difende il lavoro e i diritti dei lavoratori in questo territorio.

Per prima cosa riteniamo essenziale che venga completata la pianta organica dei dipendenti comunali, con assunzione di personale in particolare nel settore degli operai addetti alle manutenzioni e lavori esterni.

Esprimiamo la nostra ferma contrarietà a qualsiasi esternalizzazione, che riduce i diritti dei lavoratori.

Il comparto industriale e artigianale del comune di Assisi, fatto di grandi aziende, leader nei propri settori, oltre che di tante medie e piccole aziende tra le più efficienti e creative nelle loro attività, rappresenta la forza motrice vera del nostro territorio, con l’impiego di migliaia di addetti. Lo tsunami della pandemia ha messo a dura prova la tenuta economica delle aziende locali e, soprattutto, quella dei lavoratori e delle loro famiglie, ormai fortemente impoverite. I dati della Caritas sul sostegno alle famiglie sono inequivocabili.

Il ridimensionamento e a volte la chiusura di aziende – con licenziamenti, cassa integrazione, mobilità, disoccupazione, inoccupazione – hanno messo in ginocchio per prime le frazioni, che vivono soprattutto di industria, artigianato e commercio. Occorre convocare una grande assemblea comunale del mondo del lavoro, fortemente operativa, che raccolga le istanze dei lavoratori, con l’istituzione di una Consulta Permanente, che favorisca con misure concrete il lavoro e l’occupazione.

Da questo primo atto deve scaturire una richiesta forte alla Regione Umbria, affinché intervenga finalmente a sostegno del nostro territorio e non più elargendo i fondi disponibili solo verso le realtà maggiori, cioè quelle che fanno notizia e portano voti (le multinazionali, per capirci).

Occorre a questo scopo un vero e proprio “Piano del Lavoro” territoriale, che con tutti gli strumenti disponibili e con la partecipazione delle forze sociali legate al mondo del lavoro elabori, indirizzi e attui quanto prima le misure necessarie, per far ripartire gli investimenti, l’occupazione, i redditi dei lavoratori.

Nostro compito sarà quello di aprire un grande battaglia su questi temi, per rimettere in discussione leggi, norme e comportamenti nazionali, regionali e locali, che penalizzano fortemente il lavoro e la ripresa produttiva. È una strada che prevede la lotta al lavoro nero, molto presente nel nostro comune, favorito dallo stato di necessità delle persone. Questo accade in special modo nei settori del turismo, della ristorazione, del commercio, dell’edilizia. Se da una parte il nostro impegno è far ripartire economicamente e con regole certe l’economia produttiva del comune di Assisi, l’altra priorità è tutelare e sostenere tutti quei cittadini che un lavoro in questi anni lo hanno perso o che non sono riusciti a trovarlo. Si può fare risparmiando sulle spese culturali, vedi Universo Assisi, sulle consulenze e così via. Inoltre ci impegniamo all’istituzione di forme di micro/credito che permettano la nascita e l’avvio di nuove attività produttive.

 

 

AMBIENTE E RIFIUTI

Il rispetto dell’ambiente è la cartina di tornasole dell’amore verso una città. Promuovere comportamenti virtuosi è indispensabile.

La questione rifiuti è molto sentita e noi siamo per:

  • l’adesione, senza se e senza ma, alla strategia Rifiuti Zero, che riprogetta la vita ciclica dei rifiuti, considerati non come scarti ma come risorse da riutilizzare come materie prime seconde, fino ad annullare o diminuire sensibilmente la quantità di rifiuti da smaltire; una strategia che crea una catena virtuosa che rende la città più pulita, meno consumistica, con costi minori e opportunità di nuovi posti di lavoro e senza legami con gli interessi sporchi che si costruiscono con il business dei rifiuti;
  • istituzione di un Centro di Ricerca “Rifiuti Zero”;
  • istituzione del “compostaggio di comunità”, come via di mezzo tra il compostaggio industriale e quello domestico per la trasformazione del rifiuto organico in compost;
  • vanno stimolate pratiche di Educazione Ambientale: tutti i cittadini e i gruppi interessati devono avere accesso alle informazioni e devono essere messi in condizione di partecipare ai processi decisionali, in modo da innescare comportamenti attivi; il controllo esercitato dalle comunità locali sulle scelte politiche, economiche, infrastrutturali fatte sul territorio, sui sistemi ecologici può produrre effetti sulla biodiversità, la popolazione, la salute, la flora e la fauna, il suolo, l’aria, l’acqua, i fattori climatici e anche sul patrimonio culturale, architettonico, archeologico, sull’intero paesaggio. (Convenzione europea sul paesaggio del 2000, ratificata nel 2006 dall’Italia);
  • la tariffa puntuale, cioè non pagata come ora in base ai metri quadri dell’immobile, ma in base al servizio ricevuto. In questo modo il cittadino è incentivato a produrre meno rifiuti possibile;
  • va creata una mini isola ecologica a Petrignano come richiesto da tanti abitanti che non sono in grado di arrivare a quella di S. Maria degli Angeli;
  • fondamentale è l’utilizzo di energie alternative con meno emissioni di CO2 e di impianti di illuminazione a led. Va creato un piano comunale delle antenne, con centralizzazione e delocalizzazione lontano da case e servizi;
  • ricontrattazione dell’attuale contratto, in scadenza, del servizio raccolta rifiuti, particolarmente oneroso.

 

No alle ex Fonderie Tacconi

Il problema fondamentale da un punto ambientale è però la criticità della F.A. S.p.a. (ex Fonderie Tacconi) che creano emissioni inquinanti, cattivi odori e rumori e le cui polveri che ricadono nella zona circostante costituiscono un grave limitazione dei diritti dei cittadini: non si possono stendere panni, non si può stare all’aperto, non si possono utilizzare i giochi dei bambini nei giardini circostanti, la vernice delle macchine erosa e così via. C’è una totale incompatibilità tra la presenza della fabbrica ed i diritti alla salute, alla mobilità, al godimento dell’ambiente di una azienda che non rispetta molte normative: distanza dalla strada, dalla ferrovia, dal cimitero. L’unica democratica soluzione è la delocalizzazione, come già accaduto per tutte le altre aziende nel centro storico di S. Maria degli Angeli, se avviene in tempi brevi altrimenti ne chiediamo la chiusura. Il diritto alla salute è la salvaguardia dell’ambiente, nell’unica area di sviluppo del paese di S. Maria degli Angeli, non può essere subordinato agli interessi della proprietà perché ciò contrasta palesemente anche con la Costituzione Italiana.

 

 

POLITICHE SOCIALI E SANITARIE

 

  1. ACCOGLIENZA

La città di Francesco non può non essere accogliente. Occorrono politiche che mirino a:

  • costruire occasioni, percorsi e progetti a partire dalle scuole dell’obbligo per la formazione di una cultura dell’accoglienza.
  • azioni di sostegno a chi pratica cultura di accoglienza, incentivando la costruzione di reti di azione tra pubblico e associazionismo, enti ecclesiastici e istituzioni, finanziando progetti che mirino ad accogliere, ma anche a inserire.

L’accoglienza dei profughi e migranti dovrebbe essere inclusa nelle politiche comunali in maniera integrata e programmata, favorendo anche l’inserimento lavorativo e abitativo (incentivi fiscali sulle tasse locali a chi accoglie).

 

Accoglienza dei pellegrini e turisti: va rivista la politica, incentivando quelle modalità che siano rispettose delle leggi ma anche della vocazione turistica di Assisi. Occorre mirare a una programmazione generale di eventi e iniziative ove il comune sia parte attiva, collaborando con frati e diocesi in tutti gli eventi più importanti.

 

  1. ATTENZIONE AGLI ULTIMI

Occorrono fondi a bilancio e la possibilità di fare rete anche in questo caso. Le situazioni di disagio economico possono essere affrontate attivando e partecipando, anche come comune, fondi di solidarietà quali quello delle Chiese Umbre, o anche ridistribuendo parte della ricchezza che entra in tasse (multe!!!) per i meno abbienti. Anche qui gli interventi dovrebbero essere a sostegno del reddito, ma anche di creazione delle occasioni di lavoro. Il comune potrebbe avviare politiche di lavori socialmente utili, seguendo anche le leggi in materia.

 

  1. SPAZI PER BAMBINI, RAGAZZI E ANZIANI

La partenza di un primo asilo nido comunale, non è sufficiente a coprire il bisogno delle tante giovani famiglie di tutte le frazioni ed occorre già programmarne un altro. Mancano inoltre, in vari posti, spazi da gioco attrezzati a libero accesso per bambini e ragazzi (per la cui realizzazione e manutenzione si potrebbe utilizzare lo strumento dell’adozione di aree verdi da parte di associazioni e imprese del territorio) e luoghi di ritrovo per anziani, dove incontrarsi, socializzare e svolgere attività ricreative e culturali.

 

  1. PROTEZIONE DISABILI

Sulle tematiche della non autosufficienza e dei disabili, sicuramente il comune dovrà porre attenzione maggiore ai servizi domiciliari e ai servizi diurni.

Occorrerà tenere presenti le necessità di residenzialità per gli anziani non autosufficienti e della Casa di riposo Andrea Rossi fortemente penalizzata dalle scelte e dalle politiche del governo regionale.

 

Circa il Serafico e le gravi disabilità:

  1. da sempre viene chiesta al comune, senza risultato, una collaborazione rispetto allo IAC (scuola speciale per ciechi). Per una legge del 1952, la 1463, il Serafico continua a caricarsi (unico rimasto in Italia) di tutti i costi della scuola;
  2. altri temi caldi sono quelli della collaborazione negli aspetti urbanistici, dell’ampliamento dei servizi ambulatoriali e del miglioramento della viabilità. Inoltre ci sarebbe il tema del Parco sensoriale da aprire alla città, attivando forme di collaborazione tra pubblico e privato nella gestione di questo importante polmone verde a ridosso delle mura urbiche. Si potrebbero avviare percorsi didattici per le scuole nell’orto giardino terapeutico, di collaborazione nell’organizzazione di alcuni eventi che aprono la città ai temi dell’inclusione, della difesa della vita, dell’accessibilità;
  3. sui temi dell’accessibilità il comune dovrebbe adeguarsi per primo e fare politiche che lo qualifichino anche a livello internazionale e richiamino questo tipo di turismo (percorsi e spazi dedicati, eventi dedicati…);
  4. più in generale, il Serafico contribuisce non poco all’economia del comune e sarebbe miope non considerare questi aspetti, collaborando in maniera organica nel favorire l’arrivo dei familiari dei ragazzi in visita (da tante parti d’Italia), anche prevedendo banalmente servizi (a livello di anagrafe, di parcheggi e mobilità a prezzi agevolati e così via);
  5. l’Ospedale ha preso la strada della chiusura se non lo si riqualifica, puntando sulle eccellenze e sulle necessità del territorio. Va valorizzato il punto di pronto soccorso e rafforzato il reparto dialisi vista la vocazione turistica della città;
  6. il Comune deve sostenere il Serafico nella realizzazione di un centro diagnostico per la disabilità complessa al fine di garantire l’accessibilità alla cura globale delle persone con disabilità multiple (unico in Italia).

 

 

AGRICOLTURA

Il comparto agricolo è per l’Umbria in generale – e per il nostro territorio in particolare – una risorsa strategica, sia in termini di offerta produttiva, sia di paesaggio, sia per il compito di tutela del territorio e della salute pubblica.

Per questo è necessario supportare e indirizzare gli operatori, con una politica di territorio che porti a implementare l’offerta di Assisi, con il consumo in loco di alimenti a km 0 sani e buoni per chi li mangia, per l’ambiente in cui sono prodotti e per la salute di chi li coltiva.

Affermazione che potrebbe sembrare solo uno slogan, ma che è invece la risposta operativa a quanto scritto nella tanto semplice e illuminante quanto rivoluzionaria Enciclica di Papa Francesco “Laudato si”, che il territorio assisano, più di altri, è chiamato a mettere in pratica. Il divieto di uso di pesticidi diventa quindi una priorità a tutela della salute pubblica e del territorio.

Obiettivi raggiungibili con l’agricoltura biologica, unico settore in espansione dell’agroalimentare, che trova nel PSR (Programma di sviluppo rurale) risorse e strumenti di accompagnamento alla conversione finora poco utilizzate, per qualificare e promuovere non più solo aziende lungimiranti ma l’intero territorio.

La nostra lista prevede dunque:

  • valorizzazione dell’offerta ricettiva con filiere di prodotti del territorio nella ristorazione collettiva;
  • sostegno ai produttori locali con acquisti verdi da parte del Comune;
  • inserimento sistematico di prodotti biologici nelle mense scolastiche, con priorità alla produzione locale;
  • divieto di uso di prodotti potenziali cancerogeni, quali il glifosato, nei campi e per il diserbo di strade e aree pubbliche;
  • utilizzo mirato delle risorse messe a disposizione per i Comuni dal PSR, tipo azioni d’area, promozione del territorio, progetti di filiera, bandi GAL (Gruppi di azione locale) … per raggiungere gli obiettivi.

 

 

POLITICHE GIOVANILI

Un’amministrazione moderna del territorio comunale non può prescindere da politiche in grado di mettere al centro del progetto le giovani generazioni. Anche perché ad Assisi non trovano uno sbocco lavorativo e tutti meditano di andarsene perdendo così le migliori energie. Nel farlo sarà di primaria importanza rompere il “circolo vizioso delle politiche giovanili” legato alla scarsità di risorse economiche e sempre più improntato a una sorta di assistenzialismo, con soluzioni conseguentemente legate a risorse deboli per tematiche sfocate o di bassa definizione. Tre i grandi ambiti che racchiudono e definiscono le problematiche delle masse giovanili sul territorio: Cultura e Partecipazione, Formazione e Lavoro, Casa e Accesso al Credito.

Un nuovo slancio alle politiche giovanili deve essere dato implementando la strategia delle connessioni e mettendo in atto progetti a “qualità condivisa”. Questo nuovo corso trova il suo punto di partenza nella Partecipazione, necessaria per avviare un percorso di riflessione volto a dare soluzione ai problemi, organizzare e quindi non solo fruire. Passo importantissimo per la riscoperta della politica come mezzo per risolvere i problemi della comunità di appartenenza.

La Carta Europea di Partecipazione stabilisce modalità “leggere” di partecipazione attiva alla vita della città da parte dei giovani, ma l’amministrazione locale deve essere capace di mettere a sistema le forme di coinvolgimento già esistenti e di saperne cogliere di nuove. Un esempio va visto nel Calendimaggio, che rappresenta per i giovani, in origine del centro storico e nel tempo di tutto il comune, un vero e proprio “caveau” di cultura, tradizioni e opportunità commerciali, ma soprattutto di reti, relazioni sociali e processi di comunità.

Le Associazioni, le “leve civiche”, forme di volontariato e associazioni sportive sorte negli anni, hanno dato ampia dimostrazione nel tempo del loro ruolo fondamentale anche di veri e propri presidi della tutela del territorio. La creazione di un rapporto/confronto tra queste realtà e l’amministrazione, anche attraverso percorsi di informazione (un ruolo fondamentale è rappresentato dalle nuove tecnologie), sviluppa la logica del prendere parte\sentirsi parte, che genera appartenenza e incentiva la tutela del Bene Comune. Perché la partecipazione abbia un vero senso è indispensabile che i giovani possano esercitare fin d’ora un’influenza sulle decisioni, diventino un organismo che conta e con la città debba fare i conti, producano e abbiano potere per produrre cambiamento. Non una politica per i giovani ma una politica dei giovani. Un esempio: si potrebbero trasformare alcuni spazi comunali (e non) inutilizzati in luoghi aperti tutto il giorno e parte della notte, gestiti in collaborazione con l’amministrazione, che ospitino veri e propri cantieri giovanili, spazi polivalenti e attrezzati in grado di dare risposta alle più disparate esigenze, dallo studio all’incontro e confronto, dal gioco alle varie forme di espressività giovanili (mostre di giovani artisti, sale prove, concerti, dj set, jam musicali, teatro, video, cinema, tecnologie digitali), alle sedi delle varie associazioni. Creare dunque un unico spazio che offra più servizi, frequentabile non solo da giovani, ma anche da adulti, con le loro famiglie. Questo significherebbe trasformare luoghi inutilizzati in luoghi che generano risorse. Intanto perché i vari servizi, seppur offerti a prezzi politici, rappresenterebbero comunque una rendita. E poi perché questi spazi produrrebbero energie, passioni e impegno.

Altro passaggio è quello di promuovere un Coordinamento di tutte queste realtà culturali e sociali sul territorio. Primo ruolo di questo organismo sarà quello di tessere una rete “orizzontale” tra esse e massimizzare l’efficacia delle azioni delle singole realtà, portando una razionalizzazione degli sforzi grazie a una gestione del calendario e all’effetto “di scala”, promuovendo la collaborazione tra quelle operanti sul medesimo spazio. Altro ruolo sarà quello di “soggetto terzo” nel rapporto con l’amministrazione e la promozione di forme di rappresentanza anche in altri ambiti, così da dare ampio compimento alla partecipazione e alla diretta influenza.

I giovani sono la categoria anagrafica che più soffre la situazione economica attuale, che li vede attestati a tassi di disoccupazione spropositati rispetto al tasso globale europeo, con alta incidenza sia del lavoro precario che di quello “relativamente tutelato” e ancorato agli incentivi dell’ultima riforma del lavoro, peraltro a termine. Oltre a grandi masse di giovani inattivi, ci sono grandi sacche di lavoro nero e di “economia informale”, che hanno conseguenze importanti e a cascata sui livelli di formazione, carriera, sicurezza finanziaria, accesso al credito e conseguente esclusione sociale. Soluzioni vanno ricercate in forme di agevolazioni lavorative per giovani e sviluppo di collaborazione decentrata, coinvolgendo i nuovi usciti da scuole e corsi di formazione (universitaria e non) in stage retribuiti in strutture pubbliche o aziende del territorio e disincentivando fortemente le forme di lavoro volontario all’interno di progetti fortemente qualificanti. Va portato avanti un potenziamento dell’Ufficio dell’impiego, che si faccia propositore di opportunità di lavoro/studio anche nella C.E. e in organizzazioni internazionali. Si deve ricorrere a incentivi e sgravi fiscali su locali comunali da mettere a disposizione per artigianato artistico in grado di dare importati opportunità sul piano di offerta culturale e forme di co-working.

L’amministrazione può far fronte alle problematiche di accesso alla casa, prima conseguenza della “debolezza reddituale”, mettendo in moto processi virtuosi di potenziamento, rilancio ed utilizzo dell’Edilizia Residenziale Pubblica, di promozione di social housing ed edilizia convenzionata e mettendo in campo tutti quei mezzi urbanistici necessari a rilanciare una politica di welfare abitativo in grado di dare una pur minima risposta a tali problematiche e alla loro sostenibilità nel tempo grazie a forme di baratto amministrativo.

In particolare il social housing si rivolge a famiglie o coppie del ceto medio, che non possono permettersi una casa a prezzo di mercato, ma che hanno un reddito troppo alto per accedere all’edilizia popolare. In generale famiglie di lavoratori non assunti a tempo indeterminato, nuclei famigliari a basso reddito, giovani coppie, anziani in condizioni economiche svantaggiata, studenti, immigrati

Colonna portante di questo ambito è la redazione di un Quadro di Sviluppo e Valorizzazione, introdotto dalla L. R. 12/2008, che metta al centro l’emergenza abitativa per le giovani coppie e la adotti come punto fondante del processo di riqualificazione e reinsediamento nel centro storico.

 

 

PACE E COOPERAZIONE

Assisi, conosciuta in tutto il mondo come città della Pace, non solo per la testimonianza di San Francesco, e ma e per le 22 edizioni della Marcia per la Pace Perugia-Assisi, ma anche per lo storico incontro del 27 ottobre 1986, quando Giovanni Paolo II, oggi beato, invitò 160 leader delle religioni mondiali a pregare per la pace, deve diventare una città laboratorio di Pace:

  • va organizzato ogni inizio anno un incontro di tutte le associazioni che si muovono sul terreno della Pace, dialogo e multiculturalità, che individuino scelte concrete da attuare ogni anno. Inoltre l’amministrazione comunale deve dotarsi di una specifica delega della Pace, affinché questo tema sia al centro della propria attività;
  • una città come Assisi non può non realizzare qualche progetto di cooperazione internazionale e a tal fine deve destinare specifiche risorse finanziarie, ma anche risorse umane, alla realizzazione di tale obiettivo;
  • va creato un museo della Pace, magari alla Rocca Maggiore contenitore vuoto e luogo di arrivo della Marce della Pace Perugia Assisi di cui l’edizione di quest’anno celebrerà il 60° anniversario. Il luogo è adatto per ospitare tutto il materiale relativo a questa storica manifestazione (manifesti, documenti, video, striscioni ecc…) ed a tutto quello di simile che il movimento per la Pace ha prodotto nel mondo. Documentazione storica di grande valore e attrattiva culturale e turistica;
  • Assisi è città gemellata con Betlemme, ma non esiste nessuna iniziativa specifica in questa direzione. Si dovrà operare affinché il gemellaggio non rimanga solo sulla carta ma viva anche in campo culturale e sociale, affinché sia conosciuta la realtà del mondo palestinese con le sue sofferenze e la solidarietà necessaria si trasformi in atti concreti;
  • la città di Francesco dovrà diventare luogo di incontro permanente tra religiosi e laici, luogo di confronto e di elaborazione culturale oltre che di dialogo in un mondo sempre più dilaniato da guerre e conflitti e deve dichiarare la guerra un tabù.

 

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