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18 Aprile 2024
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Assisi Politica

Cosimetti: “Destagionalizzare, aumentare la permanenza dei visitatori in città e programmare gli appuntamenti dei prossimi anni: solo così il turismo può ripartire”.

Il rilancio del turismo rappresenta una componente essenziale dell’economia cittadina ed è indubbio che Assisi abbia una vocazione turistica imprescindibile tanto per noi quanto per il sistema Umbria. Negli ultimi anni Assisi ha rappresentato una quota che varia mediamente tra il 18 e il 25 per cento del turismo regionale in termini di arrivi e presenze eppure nella nostra città negli ultimi anni la presenza media dei turisti, ossia il numero di notti trascorse nel territorio comunale, è oscillato tra il 15 e il 25 per cento in mento rispetto alla media regionale. Per cui, pur rappresentando uno degli elementi di traino del turismo in Umbria, le ricadute economiche presentano ampi margini di miglioramento. Sempre per parlare di dati concreti, i 614 esercizi ricettivi presenti nel territorio assisano al 31 dicembre 2019 garantiscono 12.094 posti letto al giorno, con un potenziale di oltre 4,41 milioni di posti occupabili ogni anno. Eppure le presenze registrate nel 2019 non hanno raggiunto quota 1,2 milioni in tutto l’anno, sugli oltre 6,1 milioni registrati a livello regionale. Ciò significa che mediamente le strutture assisane lavorano circa a un quarto del loro potenziale. Pertanto l’amministrazione comunale deve assolutamente confrontarsi con questi indicatori per rendersi conto della bontà del proprio operato. Il mio intento, su questo fronte, è quello di individuare un assessore cui assegnare la delega al turismo, svincolata quindi dalla figura del sindaco, che si vada ad occupare solo di questo tema con un ufficio unico, dedicato alla promozione e gestione degli eventi, in grado di rapportarsi e coinvolgere tutti gli operatori della filiera del settore. Investire coinvolgendo le migliori professionalità, nei primi 100 giorni – non a fine consiliatura – nell’elaborazione di un piano strategico di medio lungo periodo che miri a quattro grandi obiettivi. Il primo: lavorare per destagionalizzare i flussi turistici e garantire un’offerta di eventi e iniziative nei mesi tradizionalmente meno attrattivi per il turista o il visitatore, in modo particolare da novembre a febbraio. Su questo, solo per fare un esempio, la convegnistica rappresenta un elemento da non sottovalutare. Il secondo è quello di coinvolgere le frazioni nei flussi degli arrivi in città, tanto i centri montani che quelli a valle, valorizzandone peculiarità e patrimonio storico, culturale e ambientale, soprattutto nella stagione estiva, con eventi sulla montagna o lungo il torrente Tescio. Il terzo è quello di non puntare esclusivamente sulla parte cristiana della storia della nostra città, ma mostrare al turista tutta la vitalità vissuta nei secoli da Assisi: dall’epoca romana a quella medievale, moderna e contemporanea. E, infine, considerare sin da ora i grandi appuntamenti turistici dei prossimi anni: dal giubileo del 2025 all’ottavo centenario della morte di San Francesco 2026, che rappresentano due occasioni che metteranno la nostra città al centro dell’attenzione nazionale e internazionale.

A fianco di tutto ciò dobbiamo avere anche il coraggio di potenziare e arricchire realtà come il Cambio Festival, Unto, il Calendimaggio, la Festa degli Angeli, anche a livello promozionale, così come realtà espositive e museali meno note al grande pubblico, dal Monte Frumentario – Palazzo Vallemani, al Foro e alle domus romane, alle Rocche Maggiore e Minore, ai cammini sul Subasio o al circuito dei castelli delle frazioni. Mi piacerebbe ipotizzare spazi museali dedicati agli Umbri e agli Etruschi, trasformare i musei esistenti con allestimenti 4.0, ad esempio con il 4D, molto moderno e accattivante. Ad oggi manca un parco tematico al Pincio, così come dobbiamo puntare di più sugli eventi legati al mondo dello sport, che hanno risvolti importanti anche per l’afflusso di visitatori in città. Solo innescando questo circuito virtuoso, che non potrà che avere benefici per tutte le attività ricettive, ma anche quelle commerciali, potremo accrescere realmente quei volumi di arrivi e presenze che da troppi anni sono oramai stagnanti e non mostrano segnali di vitalità e di necessario sviluppo.

12/08/2021

Marco Cosimetti

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