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“Nessuna Regione si può prendere la responsabilità d’interpretare autonomamente il DPCM del 3 novembre che potrebbe consentire la possibilità di cacciare al di fuori del proprio comune, a patto che questo non ricada nell’ATC di residenza o che non abbia territorio cacciabile. Tutti i cacciatori sono quindi in attesa di un chiarimento ufficiale dell’Esecutivo”.
“L’attività venatoria – continua la nota – è necessaria per l’incolumità dei cittadini nonché a livello ambientale, consentendo di contenere la proliferazione della fauna selvatica. Pertanto, la sospensione di tutta l’attività avrà inevitabili ripercussioni nei prossimi anni sul contenimento delle specie invasive, sulla difesa dell’agricoltura e sulla sicurezza delle persone. La caccia al cinghiale, ad esempio, nella nostra regione – continua la nota degli esponenti del Carroccio – è un’attività fondamentale, in quanto consente di contenere il numero sempre più crescente di questa specie, di limitare i copiosi danni ai fondi agricoli e di evitare la presenza nei centri urbani, oltre al pericolo che rappresentano nel provocare incidenti stradali. È ovvio che le mancate battute di caccia provocano necessariamente la crescita esponenziale di cinghiali”.
“Volendo poi considerare che la caccia è un’attività che viene svolta esclusivamente all’aria aperta e senza creare assembramenti – proseguono – potrebbe essere svolta in totale sicurezza anche al di fuori del comune di residenza e comunque negli ambiti territoriali di caccia e nel rispetto delle prescrizioni imposte”.
Il capogruppo Pastorelli e gli altri consiglieri del Carroccio invitano dunque l’assessore Roberto Morroni ad “interpellare, in proposito, senza indugio, il ministro Teresa Bellanova e tutto il Governo nazionale, estendendo la richiesta al Prefetto, anche nell’interesse pubblico di salvaguardia dell’incolumità e della salute dei cittadini, per il rischio di aumento di incidenti stradali e diffusione della peste suina. Nell’attesa di un pronunciamento da parte del Ministero e delle autorità competenti, appositamente interpellate – conclude la nota -, si invitano i cacciatori ad attenersi alle disposizioni nazionali e quindi a non uscire dal proprio Comune di residenza salvo che per le ragioni espressamente indicate dal DPCM. La caccia non va vista come passione e divertimento, ma anche e soprattutto come attività utile all’agricoltura”.
14/11/2020
Stefano Pastorelli