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19 Aprile 2024
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Attualità Bastia Umbra

La sede del Municipio di Bastia e l’Artistico Cancello


L’imponente cancello, smontato e rimosso dal cantiere, potrebbe non essere riposizionato.

Era un giorno qualunque del 2013 quando incontrai per caso Francesco Brufani, il Direttore del mensile Terrenostre, che conoscevo solo di vista. Mi fermò, sapendo che avevo per vari anni scritto cronache sul settimanale La Voce ed anche varie memorie; mi chiese se ricordavo com’era suddivisa la Vecchia sede Municipale, quella con l’ingresso da Piazza Matteotti. Gli piaceva pubblicare un articolo sull’ottocentesco edificio e sulle sue pubbliche funzioni.
Ricordo che in un primo momento non ne ero entusiasta, ma lui insistendo mi convinse a spremere le meningi: invece non ci misi molto a tirare fuori una descrizione ed anche delle immagini. Da allora per ogni numero della rivista ho potuto inviare qualcosa di bastiolo da ricordare, che lui ha pubblicato sulla sezione HISTORY. Ma ora debbo ricordare come è sorta quella grossa costruzione che oggi possiamo chiamare Nuova sede Municipale.

Nel 1960 Francesco Giontella, già Sindaco di Bastia Umbra dal 1952, oltre a svariate realizzazioni delle sue amministrazioni, si era messo in testa che in paese ci volesse una nuova sede per il Comune, più visibile dell’altra, più spaziosa, con tanti uffici strutturati per i vari settori tecnici e amministrativi, una bella Sala del Consiglio e un Ingresso imponente. Adesso ricordiamo dove il Sindaco aveva messo gli occhi. Nel ‘61 la Giunta mi aveva dato incarico di effettuare sopralluoghi finalizzati alle Imposte di Consumo sui nuovi edifici e sulle ristrutturazioni, il famoso “Dazio”. Lavoro che non mi entusiasmava di certo, perché tanti modesti proprietari avevano fatto sacrifici di anni per “farsi casa” e poi, alla fine, dovevano andare in quell’ufficio a pagare il dazio.

Quell’Ufficio del Dazio, (insieme alla prima Sede delle Suore Spagnole, allo studio del Dentista Giannoni e alla bottega di Frutta di Palma Carinelli) era ubicato in fondo a piazza Cavour, nell’edificio del proprietario terriero Arcangelo Sciarra, ma che tutti conoscevano come “da Mastrangeli”, dal nome del fattore. Era quella grossa casa che il Sindaco ha voluto acquistare, intavolando lunghe trattative con la moglie dell’indigente Sor’Arcangelo, la tremenda Sor’Anna. Non lo avrebbe ristrutturato, bensì demolito per edificare il nuovo Palazzo del Governo Cittadino.
Poi, invece, al completamento dei lavori Giontella non lo avrebbe potuto inaugurare, non essendosi ripresentato per un quarto mandato. Il progettista Ing. Antonino Bindelli si era visto bocciare dalla Soprintendenza ben due soluzioni presentate, in quanto l’Ingegnere Capo Martelli asseriva che erano di “stile ventennio”.

Pertanto ridisegnò l’edificio con pareti di mattoni in vista, lisce, senza alcuna movimentazione, tanto che alla fine il Sindaco si era riproposto di far realizzare qualcosa che sulla facciata attirasse l’occhio: volle un balcone con i pilastri rivestiti in travertino, ma ci voleva anche un ingresso particolare, vale a dire un’imponente cancellata. Per questo il Geometra del neonato Ufficio Tecnico Comunale un mattino venne perentoriamente convocato nell’Ufficio del Sindaco (era il più piccolo della vecchia sede), il quale gli chiese di mettersi subito all’opera per realizzare un ingresso con un cancello ornamentale di valore, adatto all’austerità del palazzo e, allo scopo, doveva prendere come riferimento quello della sua villa, che era stato disegnato dal celebre Architetto Steffenino di Torino.

Riportata quella tipologia sulle dimensioni dell’ingresso del municipio, approvata dal Direttore dei Lavori Ing. Prosperi, venne indetta una gara tra vari artigiani, che fu aggiudicata alla Ditta Cozzari di Ponte Nuovo di Torgiano. Al manufatto vennero applicate ventotto stelle a otto punte in ottone, oltre a due stemmi del Comune, per dare maggior risalto all’opera. Questo manufatto doveva rimanere sempre aperto durante l’orario d’ufficio e chiuso dal custode durante la notte; a distanza di pochi metri era prevista una grande vetrata.

Ai giorni nostri il palazzo comunale è da tempo in fase di adeguamento sismico e impiantistico e, come da tabella esposta, doveva essere terminato entro il 29 ottobre dell’anno scorso: questa data non la posso dimenticare, in quanto per me molto familiare. Invece, come si dice da noi, i lavori sono ancora “al Carissimo zio…”. Inoltre si è saputo in giro che  La cosa mi sembra svilente nei confronti di quel grande personaggio che lo ha voluto, Sindaco per tre mandati, a cui è intitolato un grande Viale, un Polo Sanitario, un Polo Commerciale e che è stato colui che ha fatto risorgere Bastia dalla tragedia della guerra dando lavoro a mille tra operaie e operai.

Inoltre sarebbe anche come voler trasformare l’immagine di un austero edificio in qualcosa di moderno, cosa che difficilmente potrà avvenire. Pur sembrando un problema secondario, già se ne parla in giro e non sembra di certo essere una modifica gradita ai cittadini bastioli.


Nota di redazione: Articolo pubblicato sul numero di marzo 2020 di Terrenostre (https://terrenostre.info/2020/03/terrenostre-marzo-2020/)

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