Mario Bravi, Istituto Ricerche Economiche e Sociali, Cgil Umbria: “Crollo anche nella regione dei contratti a tempo indeterminato (-44,8%). Aumenta solo la precarietà estrema con circa 1 milione e mezzo di voucher utilizzati nei primi sette mesi dell’anno (+71,4% sul 2014)”.
I dati recentissimi dell’Osservatorio nazionale sul Precariato dell’Inps confermano il giudizio più che negativo sull’andamento del mercato del lavoro nella nostra regione. Infatti, nel periodo preso in esame, gennaio-luglio 2016, si conferma il crollo dei contratti a tempo indeterminato. Nei primi 7 mesi del 2016 si riducono del 44,8% rispetto al 2015.
Anche nel report di luglio l’Umbria risulta la regione con la riduzione più rilevante.
I voucher schizzano a quota 1.430.904 con un +71,4% rispetto al 2014.
Nel dettaglio, il riferimento è sempre gennaio-luglio 2016, ci sono state nella regione 7.072 assunzioni a tempo indeterminato, 25.443 a termine
2.671 con contratto di apprendistato e 1.976 con contratto stagionale; complessivamente 37.162 unità (-11,7% rispetto allo stesso periodo del 2015).
Per quanto riguarda le cessazioni ammontano a 30.252 unità (di cui 10.247 a tempo indeterminato, 1.339 con contratti di apprendistato, 17.605 con contratti a termine e 1.061 stagionali).
La differenza tra cessazioni e attivazioni (6.910 unità) è rappresentata sostanzialmente solo dall’aumento esponenziale dei voucher e dei contratti segnati da precarietà estrema.
Questi dati evidenziano in maniera chiara tutti i limiti e gli errori strutturali delle politiche del lavoro messe in campo dal governo Renzi, il prevedibile fallimento del Jobs Act e la necessità jmprorogabile di scelte economiche alternative. L’Italia e l’Umbria hanno bisogno di un vero Piano del Lavoro, così come la Cgil, a livello nazionale e regionale, ha più volte proposto e rilanciato, anche recentemente, il 13 settembre scorso.
Mario Bravi,
Istituto Ricerche Economiche e Sociali, Cgil Umbria
Perugia, li 20 settembre 2016