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8 Maggio 2024
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Assisi Economia

Dilagano i voucher in Umbria: adesso sbarcano anche nella Pubblica Amministrazione, fa da apripista il Comune di Assisi.

Come abbiamo sottolineato più volte siamo di fronte ad un imbarbarimento del mercato del lavoro anche in Umbria. Lo dimostrano i dati sulla diffusione crescente dei voucher. Il buono lavoro che costa 10 euro al cosiddetto committente, retribuisce con 7,5 euro quella che dovrebbe essere una ora di lavoro. Sottolineiamo il ”dovrebbe” perché non essendoci alcuna verifica né controllo, spesso un voucher viene utilizzato per coprire un periodo molto più lungo. Inoltre nel buono lavoro sono cancellati tutti i diritti, dalla maternità, alle ferie, alla sicurezza e la tutela previdenziale è solo formale e non reale. Da un indagine svolta dal Ministero del Lavoro risulta  che il reddito medio annuo di un voucherista è di 500 euro e solo il 20% supera i 1000 euro.
E’ quindi evidente che ci troviamo di fronte alla legalizzazione del lavoro nero. Questo uso dei voucher sta cannibalizzando sempre di più i potenziali rapporti di lavoro subordinato. E tutto questo si manifesta con forza anche in Umbria, dove nel 2015 ne sono stati venduti 2 milioni e hanno interessato 17mila persone.
Il ministro del Lavoro Poletti si è impegnato a contenere il fenomeno attraverso la cosiddetta ”tracciabilità”.
Questa proposta dal governo è una misura del tutto inadeguata e inefficace come ha sottolineato anche la Cgil nazionale e come dimostra il fatto che il fenomeno voucher invece che ridursi si sta progressivamente allargando.
Clamorosa da questo punto di vista è la scelta della amministrazione comunale di Assisi che ha addirittura emanato un bando pubblico per la formazione di una graduatoria finalizzata all’utilizzo di lavoratori con lo strumento dei voucher.  Siamo quindi di fronte ad un ente pubblico che si impegna a diffondere e ad allargare un fenomeno strutturale di caporalato.
E’ vero che il Jobs Act consente questa forma di nuova barbarie, ma ci permettiamo di segnalare che gli amministratori della città serafica sono i primi nella pubblica amministrazione a prevedere questa  possibilità. Un triste primato. Segnaliamo inoltre due ulteriori anomalie del bando in questione: si parla di una retribuzione oraria di 10 euro, nascondendo il fatto che quella netta, vera, è in realtà di 7,5 euro e si escludono i cittadini extracomunitari dalla possibilità di poter partecipare.
La Cgil invita il Comune di Assisi a cancellare quel bando che è un obbrobrio nel merito e nel metodo e un offesa per tutti gli abitanti del comune e dell’Umbria.
Ricordiamo infine che la Cgil, nella carta dei diritti dei lavoratori, chiede l’abolizione dei voucher e che anche su questo tema, oltre che su l’estensione del diritto al reintegro in caso di licenziamento illegittimo e a questioni legate agli appalti, nei prossimi mesi verranno raccolte le firme necessarie a livello nazionale per alcuni referendum abrogativi.
Mario Bravi,
Istituto Ricerche Economiche e Sociali
Cgil Umbria
Filippo Ciavaglia,
Segretario Generale Cgil Provincia di Perugia
Perugia li 24 marzo 2016

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