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Bastia Umbra
27 Aprile 2024
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Giornale dell'Umbria

Giorno e notte costretti a lavorare per 10 euro

Bastia, blitz della polizia in un laboratorio clandestino

BASTIA – Al lavoro giorno e notte in uno scantinato nella zona industriale di Bastia con turni massacranti per soli dieci euro al giorno.Così gli agenti del commissariato di Assisi e personale della Direzione provinciale del lavoro hanno scovato sette persone, tutte cinesi, alcune delle quali “in nero”, alle dipendenze di un loro connazionale che aveva provveduto anche ad affittare un appartamento nello stesso stabile nel quale i lavoratori, alcuni con bambini,“risiedevano” in condizioni igieniche precarie. Tutte italiane, alcune «tra le più affermate nel comparto tessile umbro, marchigiano e toscano le ditte di maglieria da cui gli operai ricevevano le commesse con tanto d’indicazioni operative per la cucitura e l’assemblamento dei tagli di maglieria forniti loro», dicono dal commissariato di Assisi.
Già da tempo gli agenti avevano avviato una serie di accertamenti nella zona. Appostamenti, verifiche catastali e anagrafiche e riscontri documentali delle attività commerciali hanno permesso di individuare un seminterrato sospetto, adibito a magazzino e preso in locazione da un cittadino di nazionalità cinese titolare
di una ditta di confezioni e abbigliamento con sede legale nelle Marche. Dagli sviluppi investigativi è emerso che era stato affittato a una famiglia di cittadini cinesi anche un appartamento sito nell’ultimo piano dello stesso stabile.Grazie ai servizi di controllo effettuati anche nelle ore notturne dai poliziotti è stato possibile accertare che l’attività di laboratorio operava in pieno regime a ogni ora del giorno e della notte. Così, con la collaborazione di personale della Direzione provinciale del lavoro di Perugia a tarda serata è scattato il blitz. Lo scenario apparso davanti agli occhi degli agenti è stato quello di un appartamento che formalmente doveva essere l’abitazione di una famiglia di cittadini cinesi regolari e che in realtà era un vero e proprio dormitorio. Più di 20 i posti letto contati dagli agenti di polizia, che hanno fatto irruzione e che hanno scoperto camere di ridottissime dimensioni ricavate da un solo vano e nascoste dietro porte “a scomparsa”, fatte con pannelli di compensato bianco fissati in maniera rudimentale con dei chiodi e dotate solo all’interno di una chiusura a chiavistello in modo che dall’esterno non si riuscisse a distinguere dal resto della parete bianca con la quale le porte si confondevano perfettamente. Scarsissime le condizioni igieniche constatate all’interno, un’unica cucina a uso comune, panni, valigie, cibi sparsi per i corridoi, stanze piccolissime capaci di contenere solo le reti dei letti; unico svago un computer presente in ogni camera. All’ingresso nell’appartamento gli agenti avevano inizialmente rinvenuto solo una persona, un cittadino cinese intento a smontare l’impianto gas della cucina e a una prima ispezione dei locali nonostante i numerosi posti letto scoperti nessun altro ospite veniva trovato. Gli agenti a quel punto hanno proceduto a un secondo più accurato controllo, e attirati dalla visione di chiodi sulla parete, riuscivano a scoprire le porte a scomparsa: dietro una di questi è stato trovato un uomo cinese con un neonato in braccio che si era chiuso nella stanza per sfuggire al controllo della polizia. Contemporaneamente gli agenti e il personale della direzione provinciale del lavoro irrompevano all’interno del laboratorio/magazzino nel piano seminterrato dello stesso stabile. Sette i cittadini di nazionalità cinese sorpresi a lavorare nelle postazioni da rammagliatrice, in mezzo a sporcizia e in evidenti mancanze delle minime condizioni di sicurezza, tra bambini di tenerissima età che scorazzavano tra i macchinari. Dodici le postazioni di lavoro presenti e costituite da macchinari vecchi ma pienamente funzionanti. Dai controlli effettuati i cittadini cinesi sono risultati tutti regolari sul territorio nazionale ma da un punto di vista lavorativo due dei sette trovati al lavoro sono invece risultati irregolari ovvero “In nero”. Pesanti le sanzioni scattate nei confronti del loro datore di lavoro. Per lui è scattata una maxi sanzione che supera gli 11.000 euro alla quale si è aggiunta la sospensione immediata dell’attività.

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