Claudio Ricci con le Liste Civiche (Umbria Popolare e Cambiare in Umbria) proporrà, il 29 e 30 novembre ad Assisi, nel quadro della riflessione nazionale sulla nascita del partito unico dei moderati e popolari, le primarie per legge come primo turno alle elezioni nazionali, regionali e comunali (auspicando che su tale principio già si adattino le leggi elettorali in corso, come quella in approvazione in Umbria, altrimenti lo farà Claudio Ricci da presidente della Regione Umbria).
Questo darebbe una reale possibilità di scegliere a tutti i cittadini, sia di centro destra che di centro sinistra, il candidato Presidente o Sindaco dello schieramento con il relativo programma elettorale.
Affinché ciò sia possibile bisogna prevedere, nelle nuove leggi elettorali, un primo turno (modello americano) in cui ciascuna persona (avente diritto) indichi lo schieramento di appartenenza e, tra le proposte, chi vuole candidare Presidente o Sindaco della propria coalizione.
Claudio Ricci e le liste civiche avanzeranno tale proposta per, finalmente, far decidere i cittadini e, con questo metodo, far nascere le “primarie istituzionali” come modello per costruire una nuova politica e finalmente due sole coalizioni: una di Governo e l’altra di opposizione (insieme al vincolo, per tutte le cariche istituzionali, del doppio mandato e limitando le indennità per risparmiare complessivamente il 50%, comunque con un limite di 2.500 € al mese nelle regioni).
Le primate devono essere previste per legge e aperte realmente a tutti, utilizzando ognuno dei seggi impiegati alle
elezioni tradizionali, e non possono essere utilizzate solo come strumento per dirimere diaspore interne ai partiti o alle coalizioni.
Se in Umbria tutti quelli che si sono “arrampicati sugli specchi” per chiedere le primarie (in realtà senza crederci ma solo per provare a mettere in difficoltà Claudio Ricci) non si impegneranno per inserire le primarie “obbligatorie per legge” (nella nuova legge elettorale in Umbria) sarà Claudio Ricci a promuovere una grande iniziativa regionale popolare, in tutti i territori, per completare e definire il programma. Inoltre verranno intentati ricorsi in tutti i punti in cui la legge elettorale in Umbria dovesse risultare incostituzionale (come l’ottenere il 60% dei seggi con la minoranza, del 40%, dei consensi). Non si esclude anche l’utilizzo dei referendum regionali propositivi.
In conclusione i cittadini, dal basso, non aspetteranno più il volere dei partiti che, ormai, rappresentano la minoranza del corpo elettorale (il 40% non va più al voto e un altro 30% cambia voto ogni volta: ai partiti rimane un “sempre più piccolo” 30 %).
10 novembre 2014
Claudio Ricci