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Capitale della Cultura Europea 2019, Ricci:

Assisi, 23 ottobre 2014.
Sento il dovere, cita Claudio Ricci Sindaco di Assisi, di fare qualche riflessione sulla candidatura di Perugia, Assisi e l’Umbria a capitale europea della cultura 2019. Ritengo che sia stata un’esperienza molto positiva per l’Umbria visto che delle 21 città candidate italiane la nostra proposta è arrivata nella finale a 6: si tratta quindi di un successo e “non di una sconfitta” a cui è mancato soltanto il “riconoscimento formale finale”.
Vogliamo ricordare, grazie al lavoro di 202 soci della fondazione, che hanno garantito un ampio coinvolgimento popolare anche di associazioni, che fra le 6 finaliste non c’è stata, e non vi poteva essere, alcuna classifica: tutte sono state considerate in modo positivo e la selezionata città di Matera avrà una motivazione, che presto conosceremo, che ha determinato la scelta della capitale.
Sia i due dossier di candidatura, che la visita ispettiva, oltreché tutto il lavoro svolto, per oltre otto anni di cui quattro operativi, la cui documentazione è consultabile, testimoniano la qualità del progetto che comunque determinerà, sia nel programma Italia 2019 che nei fondi strutturali dell’Unione Europea 2014/20, la possibilità di realizzare quanto definito (almeno in parte).
Mi auguro che, nelle prossime settimane, ognuno di noi, parlamentari umbri inclusi, difendano questo lavoro “patrimonio di tutti” e sento opportuno che il Ministero e la commissione indichino chiaramente, nel rispetto della trasparenza e del lavoro svolto, le motivazioni di esclusione delle città non scelte a capitale (vista la votazione “non unanime”).
La scelta di Matera era un risultato atteso – come citato da alcuni commentatori – ben prima della consegna dell’ultimo dossier (basta consultare le date), per la prima volta la commissione si è divisa nel giudizio e il responso è arrivato, dopo anni di lavoro, meno di due ore dopo l’ultima audizione: ci consentirete almeno qualche perplessità nella forma che, a volte, diviene sostanza.
Assisi è universalmente riconosciuta, non tanto da una commissione ma dalla storia, capitale mondiale del dialogo e della cultura e, sempre dalla storia e non da una commissione, viene citata come punto di riferimento fondante della cultura europea. Analoghe riflessioni potremmo fare per Perugia e per le città dell’Umbria.
Non intendiamo delegare questa eredità, e consentiteci questo orgoglio, al giudizio di una pur rispettabile e qualificata giuria che, come tutte le cose di questo mondo, emette giudizi “non assoluti” e nemmeno dogmatici.
Noi difenderemo sempre l’Umbria e dimostreremo, sviluppando la fondazione Perugia, Assisi e Umbria 2019, che i progetti definiti saranno, nei prossimi cinque anni, realizzati in linea con il ruolo che la storia ha consegnato a questi luoghi da cui si erge l’umanesimo francescano e benedettino, i pilastri della cultura europea, il pensiero scientifico e civico. L’Europa, se ancora vuole sperare, dovrà “riconoscere questo” fedele a quella figlia mitologica di Agenore, Europa, da cui discende il senso della storia.
Claudio Ricci

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