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27 Luglio 2024
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Cultura

Plexi – personale di Stefano Frascarelli ad Agropoli

 

Spazio espositivo: Palazzo delle Arti di Agropoli

 

                                   Museo della Città di Agropoli

 

                                   Via Carlo Pisacane, 84043 Agropoli (Sa)

 

                                   Tel. 0974 822999, sportelloinfomuseo@yahoo.it

 

                                   www.minigallery.it

 

 

 

Titolo evento: Plexi – personale di Stefano Frascarelli

 

Data vernissage: 21 giugno 2014

 

Data di chiusura: 12 luglio 2014

 

Orari di apertura: 10.00 – 12.30 / 16.00 – 20.00, dal martedì alla domenica

 

Biglietto: ingresso gratuito per tutti

 

Orario vernissage: 18.30

 

Patrocini: Città di Agropoli

 

Curatore: Enzo Cursaro

 

Artista: Stefano Frascarelli

 

                                     

 

Stefano Frascarelli: Vitalità del colore, fluidità della forma – di Andrea Baffoni

 

Nel 1937 Picasso dipinge Guernica, il proprio capolavoro, tripudio informe di frammenti d’umanità sottomessi al caos della follia: corpi non più corpi; vita non più vita; mondo non più mondo. Le forme si appiattiscono e i volumi scompaiono, ma soprattutto, scompare il colore, perché un mondo che non è più mondo è un luogo grigio e senza spessore.

 

Colore e forma determinano il posto in cui viviamo. La natura si esprime così, attraverso la gamma dell’arcobaleno. Grazie a questi elementi sappiamo riconoscere oggetti e cose, ma spesso dandoli per scontato; per noi che senza non sapremmo più orientarci e che, quando tutto è morte, subito li abbandoniamo.

 

Così Stefano Frascarelli riporta l’attenzione dello spettatore sui valori di forma e colore, giocando da artista su questi con la freschezza del principiante e l’intensità del professionista, alludendo, con la parola principiante, al “principio” o al “principiare”, cioè al porsi in origine del fare: “in principio era”. Le masse cromatiche stese sulla superficie pittorica – a volte plexiglass, assunto per il valore di trasparenza – esprimono la forza del pianeta in formazione, cristallizzando fluidità materiche in spazi di colore puro, autonomamente reagenti all’“incontro” con altre zone, originando fusioni di vitale intensità. Da sempre interessato ai tonalismi della natura, Frascarelli passa da opere dove la “realtà” è suddivisa in fasce opposte di colore, allusione alla complementarietà degli elementi e al rapporto tra maschile e femminile (come sottolinea Laura Bartoli), a lavori in cui non esiste più la suddivisione netta dell’azione programmata: aree dove è il colore a stabilire i propri confini. Dopo aver controllato e deciso come e in quali zone esso dovesse agire, guidandolo secondo una propria scelta, l’artista fa che sia quest’ultimo a decidere, lasciandone intatta la vitalità.

 

Già l’espressionismo astratto ebbe a comprendere la forza insita nel colore, emancipata dalla totale volontà dell’artista, ma in questo inizio millennio la riflessione di Frascarelli ha il sapore di una riscoperta non priva di senso. In tempi di ostentata tecnologia l’artista comunica il valore nascosto della natura attraverso i numerosi toni che la contraddistinguono, restituendola in tutta la sua ricchezza cromatica, traendone aspetti nascosti a testimonianza dell’avvenuta catarsi nell’uomo; distratto da illusorie tentazioni, tempestato da inutili accessori. “La natura è un tempio”, scriveva Baudelaire, e guardando le opere di Frascarelli viene da pensare che in quel tempio sia conservata proprio la vera anima dell’uomo.

 

19/06/2014

Stefano Frascarelli

 

 

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