Non capisco cosa stia succedendo, non capisco a chi giovi, non capisco quale sia l’obiettivo finale, non capisco… e non mi adeguo.
Mi sembra che da un po’ di tempo Assisi sia sottoposta ad un fuoco di sbarramento senza precedenti; non solo l’Amministrazione, come è normale che sia nella dialettica politica, ma la città, i suoi cittadini, i suoi servizi, la sua immagine, la sua fama, il suo spirito.
Come consigliere comunale non posso che essere d’accordo con chi propone di ridurre sprechi e spese (ed è quello che abbiamo fatto negli ultimi anni e che continueremo a fare in futuro), ma al tempo stesso non condivido nella maniera più assoluta i tagli con la scure imposti (solo ai comuni) senza tenere conto delle reali esigenze di un territorio, delle sue tradizioni e del ruolo che milioni di cittadini gli hanno assegnato.
Ritengo sia giunto il momento che tutte le forze politiche, le associazioni di categoria, i gruppi di volontariato, la scuola, l’università, i circoli socio-culturali, le pro loco, le famiglie francescane e quanti altri hanno a cuore il futuro della città svestano la divisa della propria squadra ed indossino quella della nazionale, e pur nella diversità dei ruoli, delle analisi e delle proposte per il futuro, respingano unanimemente e condannino ogni tentativo di “impoverire” Assisi e i suoi abitanti.
Tutti converranno che l’ospedale, la frana Ivancich, il corso di laurea sul turismo non hanno e non debbono avere colore politico; così come tutti dovremmo riscoprire quello spirito campanilistico che, senza perdere il senso della misura e l’obiettività necessaria in questi momenti di crisi, faccia scattare in ognuno di noi l’orgoglio di appartenenza.
È ora di individuare gli amici veri ed isolare quelli che si ricordano della nostra città solo quando consente visibilità mediatica e politica (vedrete che sfilata il 4 di ottobre!).
Assisi deve essere (o non essere) amata sempre, non a fasi alterne.
08/09/2013
Rino Freddii
Capogruppo Il Popolo della Libertà
Consiglio Comunale Assisi