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Il Sindaco Ricci: >

Assisi, 25 settembre 2013: i religiosi, le religiose e le famiglie francescane sono un esempio di valori e accoglienza; lo “Spirito di Assisi” é una luce, per il dialogo nel mondo, grazie alla storia di Francesco, Chiara e di coloro che, ancora oggi, percorrono il cammino francescano.
Abbiamo letto (con profondo rammarico) un articolo (pubblicato su un quotidiano nazionale) totalmente distante dalla realtà, che tutti possono verificare, a cominciare dalla qualità dei restauri post sisma 1997 attraverso i quali sono state recuperate Basiliche, Cattedrali, Chiese, complessi religiosi, con valenza culturale, rimessi in luce utilizzando, in modo “adeguato”, anche le risorse pubbliche messe a disposizione (peraltro molti luoghi religiosi, veri musei d’arte, sono tutti accessibili liberamente e ad Assisi non é stata applicata la tassa di soggiorno).
Alcuni di questi luoghi religiosi, come sempre avvenuto, svolgono la loro missione anche “accogliendo a basso costo” persone e gruppi che, altrimenti, non avrebbero la possibilità di visitare i luoghi di Francesco d’Assisi e vivere una esperienza spirituale, culturale e di comunità. Occorre inoltre ricordare le tante opere di carità condivisa, svolte attraverso le Caritas, il sostegno agli ultimi, i servizi socio culturali, l’accoglienza di famiglie, bambini e ragazzi con asili, oratori e spazi per incontri. Anche le attività, che si potrebbero definire turistiche (a basso costo) e commerciali, vengono realizzate, con grande “sobrietà e semplicità” secondo le norme, e nel rispetto dei tributi dovuti, ma con la sola finalità di mantenere le strutture edilizie, sostenere opere di accoglienza, educative, sociali e di carità che, altrimenti, non potrebbero essere svolte.
Il Comune di Assisi, e quindi l’intera comunità, fruisce dei tanti sevizi religiosi, sociali e di promozione culturale e si sta impegnando per definire, in particolare con le due Basiliche Papali (San Francesco e Santa Maria degli Angeli), specifiche convenzioni (Foto, la firma con la Basilica di San Francesco) per una reciproca collaborazione chiarendo termini di proprietà e modalità di gestione di piazze e spazi comuni (peraltro nel citato spazio di accoglienza, che dovrebbe essere riqualificato sotto la piazza inferiore di San Francesco, la convenzione, con i frati minori conventuali, esclude attività commerciali e ristorative per consentire solo incontri e accoglienza).
Il “noto” quotidiano nazionale anziché “criticare indebitamente” i religiosi, le religiose e le famiglie francescane, avrebbe dovuto sottolineare la funzione sociale e culturale che viene svolta per la società. Anzi, soprattutto in questo complesso momento socio economico, le famiglie francescane sono un elemento di coesione sociale fondamentale.
Le inopportune critiche, del solito quotidiano, svaniranno “come lacrime nella pioggia” mentre le opere di accoglienza e carità rimarranno nel cuore dei semplici dove ancora, il francescanesimo, sa costruire una vera speranza.

Ufficio Stampa Comune di Assisi

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