Da Nord a Sud, passando per il centro, i commercianti, senza certezze e tutele, hanno consegnato simbolicamente le chiavi delle proprie attività ai rappresentanti degli enti locali per sottolineare la drammaticità della loro situazione economica, può dirci qualcosa al riguardo?
Le chiavi che oggi i commercianti di alcune città italiane hanno consegnato al Governo hanno una grande valenza simbolica. Era un gesto ampiamente prevedibile, data la situazione economica creata dalla chiusura di tutte le attività in questo periodo. Senza lavoro, infatti, le piccole imprese versano in gravi difficoltà e, quando ci sarà la ripartenza, si genererà una sofferenza ancora maggiore a causa di tutti gli adempimenti necessari per l’adeguamento delle attività alle norme di sicurezza anti-contagio, impegni di spesa anche importanti per alcune attività e non ammortizzabili in tempi brevi.
Gli aiuti previsti dai vari decreti governativi non sono stati sufficienti?
I tanti sbandierati aiuti alle piccole imprese coincideranno in realtà con una maggiore esposizione con le banche, i famosi 25.000 euro garantiti al 100% dallo stato si otterranno ma con adempimenti burocratici che, seppure snelliti rispetto ai tempi normali, non sono mai tempestivi rispetto all’effettiva necessità e poi, quand’anche questi aiuti venissero concessi, occorrerà restituirli in tempi certi mentre è molto difficile valutare quando ci sarà un rientro alla normalità, certamente non a breve termine. Se, come ho già scritto nel numero di Terrenostre di marzo, le istituzioni non interverranno con misure eccezionali che possano trasformarsi in una vera e importante boccata di ossigeno per le imprese, questa nuova guerra farà ancora più vittime soprattutto nel settore commercio, turismo e servizi, comparti già falcidiati da una crisi infinita e pressati da un modello di consumi che sposta il baricentro verso la grande distribuzione e il commercio on-line.
Eppure è sua la citazione del proverbio cinese che recita: Anche il sole del giorno peggiore tramonta…
Sì, è vero, perché io sono una persona ottimista, di natura. Storicamente abbiamo la prova che tutto ha avuto sempre un inizio ed una fine, le guerre come le epidemie, ma ci auguriamo che questa volta non coincida anche con la fine delle piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto connettivo dell’economia nazionale. Se lo immagina lei se a Bastia chiudessero 70 negozi? Non verrebbe meno solo la memoria storica di una città vocata al commercio e all’impresa sin da tempo immemorabile, ma andrebbe in default una gran parte dell’economia locale, quella parte che ha sempre reso la nostra realtà attrattiva e riconosciuta ben oltre i confini regionali
Quante sono le aziende che operano nel terziario?
Sono circa 500 le aziende che operano nel settore dell’attività terziaria (commercio, turismo e servizi), in ognuna di queste lavorano due o più persone spesso appartenenti allo stesso nucleo familiare. Se a questi sommiamo i dipendenti, a farla stretta parliamo di alcune migliaia di occupati, un’industria nemmeno tanto piccola. La realtà amara è che le partite IVA sono lasciate a se stesse se non guardate con sospetto o additate come evasori e causa di tutti i mali con il rischio di innescare un conflitto sociale, una guerra tra poveri che alla fine non giova a nessuno o quasi.
Quali sono le richieste che, come categoria, avete fatto all’Ente locale?
All’inizio, e parliamo dei primi giorni di marzo, avevamo chiesto interventi decisi sui tributi locali. L’amministrazione ha deliberato lo spostamento delle scadenze al 31 maggio, ma stante la situazione di chiusura che si protrae ormai da due mesi, chiediamo differimento al 2021 di tutti i tributi locali (imposta pubblicità, tassa occupazione suolo pubblico, tassa smaltimento rifiuti e quota parte di spettanza comunale dell’imposta sugli immobili imu-tasi) e la possibilità di pagamento in forma rateale. Riteniamo necessaria anche una rimodulazione degli importi in funzione del mancato utilizzo dei servizi. Pensiamo solo alla tassa sui rifiuti che, per alcune attività della ristorazione è notevole. D’altra parte i comuni sono stati lasciati soli a gestire tutto e non basta la buona volontà del sindaco Lungarotti o della sua giunta…
Eppure il governo di cervelloni ne ha messi in campo parecchi, sul Sole 24 Ore hanno contato 15 Task Force con 450 componenti, senza parlare degli altri 30 gruppi impegnati in varie realtà regionali con almeno 400 componenti…
Guardi, adesso esprimo una posizione estremamente personale, il proliferare di tutte queste commissioni ha di fatto certificato la mancanza di fiducia dei politici nei propri funzionari. E’ come se io chiamassi nella mia azienda, pagandolo ovviamente, un consulente esterno alle vendite in sostituzione della persona che già opera all’interno del negozio. Ho reso l’idea?
Fin troppo bene Presidente.