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24 Novembre 2024
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Bastia Umbra Cultura

Madonne, preghiere e coronavirus

Sono sei le monache venete presenti nel Monastero di Sant’Anna, di cui tre veneziane, una padovana e due della provincia di Treviso. La Madre Abbadessa parlandoci della devozione che i Veneziani hanno per la Madonna della Salute, cui in città è stata dedicata una Basilica in segno di gratitudine dopo la terribile peste del 1630, ci dice che ogni anno, il 21 Novembre, i Veneziani vi si recano in pellegrinaggio con un ponte di barche.

Piazzetta Umberto I, la vetrata raffigurante la Madonna della Vittoria (nicopeia).

Loro in quarantena fiduciaria ci stanno da sempre, per scelta non per decreto ministeriale. Sarà per questo che non gli pesa troppo anche se continuano ad aprire finestre sul mondo costruendo ponti e punti di ascolto per raccogliere le lacrime della gente. In questa prospettiva è stata realizzata la vetrata messa sopra la porta della chiesa del monastero e che rappresenta la Madonna della vittoria (Madonna nicopeia). Realizzata da Luciano Canal, un artista vetraio di Murano, riproduce l’immagine custodita nella Basilica di S. Marco e venerata da secoli.

L’idea è venuta alle Monache, ci racconta Suor Noemi Scarpa, la Madre Abbadessa, che volevano farmi un regalo in occasione della mia laurea in Teologia all’Università di Lovanio, a settembre dello scorso anno. È stato contattato il maestro vetraio Luciano Canal che io stessa conosco bene perché abita a Murano, vicino casa mia e le cui opere sono sparse in varie chiese del mondo. Dopo mesi di lavoro e l’aiuto di alcuni benefattori, la vetrata è stata ultimata e collocata sopra il portone. Abbiamo fatto la inaugurazione l’8 Dicembre. È il trait-d’union tra il monastero e la città. Abbiamo scelto di lasciarla illuminata durante la notte per renderla visibile.

In questo modo la possiamo vedere noi che stiamo dentro la chiesa a pregare e chi, da fuori, si trova a passare di lì. È quasi impossibile non volgere lo sguardo in alto e per noi questo è un segno di presenza e amore. Viviamo tempi complicati pieni di smarrimento e paura.

Avete cambiato le vostre abitudini o i ritmi di vita e le preghiere sono quelle del tempo ordinario?

Come tutti ci stiamo attenendo alle disposizioni emanate dalle autorità, certo ci ha colpito molto il fatto che in alcune chiese delle zone rosse non si siano celebrate le messe e la liturgia delle ceneri e che adesso si siano chiuse tutte le chiese anche da noi. Non ci scambiamo più il gesto della pace durante le celebrazioni che avvengono a porte chiuse. E’ un momento che induce tutti ad una profonda riflessione. Dalle Filippine dovevano arrivare, insieme a Madre Cecilia, alcune monache per assistere, il 31 Maggio, alla professione solenne di Suor Debora Chinaglia, ma il viaggio è stato rimandato per motivi precauzionali.

La distanza fisica, che per ragioni igienico-sanitarie ci viene imposta in questo tempo di quaresima, che è anche il tempo della vicinanza e dell’amore, è un segnale molto forte. La comunicazione gioca un ruolo importante in tutto questo. La paura, infatti, genera un effetto-domino difficile da controllare e gestire.

Speriamo che i Veneziani, adesso che la città è diventata zona rossa, raddoppino le preghiere alla Madonna della Salute, voi alla Madonna della Vittoria, e i Bastioli a San Rocco così che le corone in circolazione siano solo quelle del rosario.

 

Nota di redazione: Articolo pubblicato sul numero di marzo 2020 di Terrenostre (https://terrenostre.info/2020/03/terrenostre-marzo-2020/)

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