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Papa Francesco incontra i vescovi umbri: Invitato ad Assisi

Papa Francesco incontra i vescovi umbri. Invitato per il 4 ottobre: desidero venire ad Assisi

«E’ stato un dialogo a cuore aperto tra Pastori: il Pastore della Chiesa universale con i Pastori delle Chiese particolari. Via via che presentavamo i nostri problemi, il Santo Padre dava risposte meditate, che provenivano dalla sua esperienza di Vescovo in mezzo alla gente. E’ un Papa a cui sta veramente a cuore la salvezza delle anime prima di ogni altra cosa».
E’ il commento dell’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale umbra, a margine dell’incontro con Papa Francesco in occasione della Visita ad limina Apostolorum dei Vescovi dell’Umbria in corso in Vaticano. E’ stato un incontro molto familiare, durato più di un’ora mezza, tra Papa Francesco e gli arcivescovi e vescovi umbri Gualtiero Bassetti, di Perugia-Città della Pieve, Domenico Sorrentino, di Assisi-Nocera Umbria-Gualdo Tadino, Renato Boccardo, di Spoleto-Norcia, Mario Ceccobelli, di Gubbio, Benedetto Tuzia, di Orvieto-Todi, Domenico Cancian, di Città di Castello, Gualtiero Sigismondi, di Foligno, Ernesto Vecchi, di Terni-Narni-Amelia.

Mons. Bassetti ha consegnato al Santo Padre, a nome dei suoi confratelli, una lettera con la quale lo invitano ad Assisi il prossimo 4 ottobre, Festa di san Francesco Patrono d’Italia, affinché possa essere il successore di Pietro a presiedere le celebrazioni francescane, che quest’anno vedono l’Umbria quale regione che offrirà l’olio per alimentare la lampada votiva sulla tomba del Poverello. Papa Francesco ha ringraziato di questo invito ed ha espresso il desiderio di visitare Assisi.

Lo stesso mons. Bassetti ha salutato il Santo Padre sottolineando il legame tra gli ultimi due pontefici e la terra umbra nello scegliere i nomi dei grandi Santi Benedetto da Norcia e Francesco d’Assisi. Poi i singoli vescovi hanno presentato al Papa, che ha ascoltato con molta attenzione ed interesse, le comunità diocesane loro affidate. Il Vescovo di Roma ha esortato i presuli umbri a «perseverare nella Misericordia e ad essere non i controllori della fede, ma i facilitatori di essa».

Ha raccomandato loro di «essere vicini alla gente, di andare nelle periferie, che non sono solo geografiche, ma anche del cuore. So bene che ciò è un rischio per la Chiesa – ha commentato il Santo Padre –, ma preferisco una Chiesa ferita ad una Chiesa malata». Inoltre, ha raccomandato i vescovi a stare vicino ai giovani ed ha auspicato che anche in Umbria possano contare su preti appassionati e capaci di guidarli alla ricerca della loro vocazione. Altro aspetto su cui si è soffermato il Papa è stato la famiglia, «che merita tutta l’attenzione di noi vescovi e la dobbiamo promuovere a tutti i livelli». Al termine, Papa e vescovi hanno recitato insieme l’Ave Maria e il Santo Padre li ha benedetti invitandoli a portare questa benedizione al popolo di Dio a loro affidato.

“Insieme ai fratelli dell’Umbria lo abbiamo invitato anche ad Assisi; si è mostrato molto interessato. Ecco, è stato veramente un incontro bello, un momento di ardore pentecostale che abbiamo vissuto e che il Papa ci ha messo nel cuore! Il cuore di un padre che ha accolto i fratelli nell’episcopato. Abbiamo discusso e verificato tante cose della nostra vita pastorale”, dice alla Radio Vaticana mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi.

“Abbiamo conosciuto da vicino quel volto e quel cuore di Papa che tutti stiamo imparando a conoscere nelle sue diverse manifestazioni – racconta il presule -. La sua semplicità! Gli ho parlato naturalmente di Assisi, di Francesco, ricordandogli che 800 anni fa, fu un vescovo di Assisi, il vescovo Guido, a presentare il giovane Francesco, attraverso altri collaboratori della Curia Romana, a Papa Innocenzo. In qualche modo, abbiamo rivissuto quel bel momento con Papa Francesco”. Mons. Sorrentino spiega che esiste un “legame particolare” tra Assisi e il Pontefice. E a proposito del nome da lui adottato sottolinea che “lo ha scelto perché il nome del poverello è un messaggio, un’ispirazione: ci ha dato anche le indicazioni affinché questo sia concretamente letto nel cammino di rinnovamento della nostra vita ecclesiale nel segno della radicalità evangelica e della missionarietà. Questo mi sembra davvero un grande stimolo”.

Da San Francesco.org

23/04/2013

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