Finalmente si comincia a prendere coscienza, a tutti i livelli, che uno dei fattori principali della crisi delle imprese che hanno rapporti di lavoro con la pubblica amministrazione è il “patto di stabilità interno”: un decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze che impone ai comuni e alle province di spendere nell’anno solo quanto incassato, non tenendo conto quindi delle reali risorse disponibili.
In estrema sintesi, e con termini da inesperto quale sono, la nostra situazione è la seguente: poiché negli ultimi sedici anni ad Assisi non abbiamo mai aumentato tasse e tariffe e non ne abbiamo introdotte di nuove, le attuali entrate del Comune sono appena sufficienti per coprire le spese correnti. Quindi paradossalmente non aver messo le mani nelle tasche dei cittadini ci impedisce (nonostante un accantonamento di dieci milioni di Euro) di prevedere nel bilancio risorse per gli investimenti necessari al rilancio dell’economia locale, e quello che è ancora peggio per pagare i creditori.
Ciò produce inevitabilmente mancanza di liquidità che, unita alla difficoltà di accedere ai finanziamenti bancari e al calo delle commesse, costringerà molti imprenditori a chiudere le proprie attività.
Come in tutte le cose ci vuole equilibrio.
Nessuno disconosce che ridurre il debito pubblico non solo è giusto ed improrogabile, ma va fatto con la dovuta gradualità e sopratutto senza mettere in difficoltà chi ha anticipato i soldi per la manodopera e i materiali necessari per la realizzazione delle opere.
Bene ha fatto quindi l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) a deliberare alcune iniziative per sensibilizzare il governo centrale affinché affronti il problema e sblocchi almeno le risorse sufficienti per pagare le forniture pregresse e i lavori già realizzati.
Rino Freddii
Capogruppo Il Popolo della Libertà
Consiglio Comunale Assisi