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Attualità

Scoperta chiave per combattere la trasformazione della leucemia linfatica cronica in linfoma aggressivo

COMUNICATO STAMPA

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PERUGIA

Scoperta chiave per combattere la trasformazione
della leucemia linfatica cronica in linfoma aggressivo

 

Prof. Paolo Sportoletti

Perugia, 30/04/2025 – Una ricerca innovativa, pubblicata sulla rivista internazionale Leukemia, ha un meccanismo fondamentale nella trasformazione della leucemia linfatica cronica (CLL) in un linfoma particolarmente aggressivo e resistente alle terapie convenzionali denominato Sindrome di Richter.

Lo studio è stato condotto dal prof. Paolo Sportoletti e dal gruppo di ricercatrici e ricercatori da lui coordinati, presso la Sezione di Ematologia del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Perugia. La ricerca ha beneficiato del finanziamento della Fondazione AIRC e si è svolta in collaborazione con il gruppo guidato dal prof. Paolo Prospero Ghia presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

Il meccanismo individuato consiste nella perdita del gene BCOR, che attiva la proteina NOTCH1, la quale a sua volta causa la trasformazione della leucemia cronica in sindrome di Richter. In conseguenza di queste alterazioni, inoltre, l’ambiente intorno al tumore cambia secondo una modalità che aiuta le cellule tumorali a crescere, proliferare e nascondersi dal sistema immunitario.

“Il modello murino che abbiamo sviluppato ci consente di comprendere meglio come una delle forme di leucemia più diffusa nel mondo occidentale possa evolvere in una forma più grave”, spiega il prof. Sportoletti di UniPg. ‘Questa scoperta potrebbe aprire la strada a nuove potenziali terapie mirate a contrastare la trasformazione della leucemia linfatica cronica nella più grave Sindrome di Richter, intervenendo sia sulle cellule tumorali che sull’ambiente che le circonda. Abbiamo trovato un punto debole nelle cellule malate e cercheremo di usarlo per creare farmaci più efficaci contro questa complicanza della leucemia”, concludono Sportoletti. Nel lavoro pubblicato, inoltre, si da conto dell’uso di un farmaco in grado di inibire la proteina NOTCH1, ottenendo una significativa riduzione delle cellule tumorali in un modello preclinico della malattia.

Lo studio coordinato dal Prof. Sportoletti rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione della Sindrome di Richter e dimostra ancora una volta l’eccellenza del centro di Perugia, attualmente diretto dalla Prof.ssa Maria Paola Martelli, quale punto di riferimento nella lotta contro le malattie ematologiche a livello nazionale e internazionale.

Link alla pubblicazione:https://doi.org/10.1038/s41375-025-02557-y

 

 


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