Editoriale del 11 aprile 2025
IL RECUPERO DELL’EX MATTATOIO DI BASTIA UMBRA:
UN INVESTIMENTO PER LA COMUNITÀ
In un tempo in cui i centri urbani cercano nuove forme di vitalità e identità,
il recupero degli spazi storici non rappresenta più soltanto un’opportunità edilizia:
è una scelta politica, culturale e sociale.

Nei vent’anni in cui Bastia Umbra è divenuta la mia seconda casa – la città che amo, quella in cui sento di potermi esprimere meglio – ho sentito più volte le diverse amministrazioni, indipendentemente dall’orientamento politico, sottolineare la necessità di recuperare l’ex mattatoio comunale. Un edificio oggi in abbandono, quasi pericolante, che resiste ai margini del Campo del Mercato, quasi come una quinta scenica del grande palcoscenico che era quel luogo strategico per l’economia e la vita sociale di Bastia Umbra, prima di essere asfaltato e diventare un affollatissimo parcheggio a ridosso del centro storico.
Nel corso del tempo, l’idea di recuperare l’ex mattatoio si è caricata di nuovi significati, non solo architettonici ma soprattutto civici e culturali. È cresciuta, infatti, negli amministratori una maggiore consapevolezza verso i luoghi simbolici e cruciali della storia urbana, come dimostra il riuscito restauro della chiesa di Sant’Angelo, trasformata in auditorium durante l’amministrazione del sindaco Stefano Ansideri. Proprio sotto il suo mandato era stato avviato anche uno dei diversi progetti per una nuova definizione urbana del Campo del Mercato. Un progetto poi naufragato, ma che conteneva una gemma preziosa: il progetto di recupero dell’ex mattatoio firmato dall’architetto Pietro Carlo Pellegrini, professionista di fama e docente universitario.

La destinazione prevista all’epoca era quella di un Centro culturale con biblioteca, che potesse finalmente accogliere in modo adeguato il patrimonio bibliotecario comunale, oggi ospitato al primo piano di un edificio condominiale in viale Umbria. Ricordo bene la presentazione pubblica del progetto: gli elaborati parlavano da soli: il restauro della facciata con i suoi caratteristici elementi decorativi, gli spazi per piccole performance artistiche, letture pubbliche, musica, la sala di lettura, la luminosità degli ambienti carichi di memoria e insieme di contemporaneità. Nelle parole dell’architetto Pellegrini si leggeva una visione limpida: «diventerà una vera casa per tutti i cittadini, un luogo di confronto dove poter mostrare la storia e il futuro di Bastia».
Negli anni successivi, sebbene le vicende legate al progetto del Campo del Mercato abbiano purtroppo bloccato lo sviluppo dell’intervento, era dato quasi per acquisito che, qualora si fosse presentata un’opportunità concreta di restauro, la destinazione del mattatoio sarebbe rimasta quella: uno spazio culturale, democratico, simbolico, capace di raccontare il passato e di offrire visioni concrete per il futuro.

Un centro culturale con biblioteca, infatti, non è solo un contenitore di libri: è un’infrastruttura pubblica generativa, in grado di creare relazioni, opportunità e senso di appartenenza. Un presidio democratico, accessibile e inclusivo, capace di migliorare il contesto urbano e la qualità della vita collettiva. Un luogo dove le generazioni si incontrano.
Anche l’attuale sindaco Erigo Pecci, durante la campagna elettorale del marzo 2024, in un video pubblico, ebbe modo di ribadire l’urgenza e il valore dell’intervento: «Riteniamo prioritario un intervento di recupero, per farne uno spazio culturale importante. Trasferirvi la biblioteca, realizzare una mediateca, spazi di lavoro condivisi e sale mostre. Un luogo da restituire alla città, a tutte le generazioni, ma soprattutto ai giovani. Un luogo per eventi».
Oggi, tuttavia, il destino dell’edificio sembra aver preso una direzione diversa. La Giunta comunale, guidata proprio dal sindaco Pecci, ha recentemente approvato un documento di indirizzo finalizzato alla trasformazione dell’ex mattatoio in ostello. Il progetto, ancora di larga massima, prevede una camerata con 36 posti letto, servizi comuni, spazi condivisi, un infopoint turistico e ambienti dedicati ai gemellaggi. Il costo complessivo stimato è di 3 milioni di euro per circa 450 mq di superficie da recuperare: un investimento che sfiora i 7.000 euro al metro quadrato. Una cifra significativa, paragonabile a quella del discusso recupero degli ex bagni pubblici della Berrettina, a suo tempo criticato proprio da Pecci e da altri esponenti politici come esempio di spesa non proporzionata all’effettivo impatto per la cittadinanza.

Sorge dunque una domanda, spero legittima: come si spiega questo repentino cambio di rotta? Si ha l’impressione che la nuova destinazione risponda più all’esigenza di partecipare ad un bando, intercettando risorse disponibili, che non a una reale visione strategica, condivisa con la cittadinanza.
L’ipotesi di realizzarvi un ostello rischia di ridurre drasticamente il potenziale sociale, culturale e urbano dell’edificio storico dello stesso Campo del Mercato. Bastia non è una città turistica nel senso tradizionale: è un centro produttivo e commerciale, che guarda al lavoro e all’innovazione. In questo contesto, ciò che manca – e ciò che è più urgente offrire – sono gli spazi pubblici di crescita culturale, di incontro, di espressione creativa, soprattutto per i giovani.

Restituire l’ex mattatoio alla comunità come centro culturale multifunzionale significherebbe investire sul benessere urbano, sull’educazione, sulla coesione sociale e sulla capacità di produrre Cultura. Significherebbe offrire ai giovani uno spazio in cui formarsi, esprimersi e restare, evitando la fuga di energie verso contesti più stimolanti.
Non è il momento di cedere questo bene prezioso a una destinazione passiva e marginale, legata a un flusso turistico che Bastia, oggi, non vive realmente. È il momento di credere nel coraggio della Cultura, nella forza trasformativa dell’Arte, della Conoscenza e della Partecipazione. Bastia può scegliere se diventare un laboratorio di cittadinanza attiva e visione collettiva, oppure restare ancorata alla logica del bando fine a sé stesso.
Il recupero dell’ex mattatoio è un’occasione urbana rara: per fare memoria, per generare futuro, per costruire relazioni. Scegliere oggi di destinarlo a Centro culturale e biblioteca – anche assumendosi l’onere di un investimento diretto – sarebbe un atto di responsabilità e lungimiranza. Un segno concreto di fiducia nelle potenzialità della città e dei suoi abitanti.
Bastia ha bisogno di Cultura. Ha bisogno di spazi che non solo accolgano, ma che generino Cittadinanza. Il mattatoio può essere uno di questi luoghi. È il momento di restituirglielo.
Sito web: Architetto Pietro Carlo Pellegrini
Claudia Lucia