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19 Gennaio 2025
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Politica

Craxi, il Socialista che osò pensare in grande!

Un unico Presidente del Consiglio, Bettino Craxi, ebbe il coraggio politico e diplomatico di dire “NO” agli Stati Uniti d’America nel 1985. Da qui vorrei iniziare a ricordare insieme i 25 anni dalla morte del nostro compagno Bettino. Che dire di Craxi se non partendo dal riconoscere che è stato e resta l’uomo dalla figura più complessa, contrastata e direi anche incompresa della politica italiana. Un uomo che ha sempre affrontato le sfide con una visibilità totale, senza mai tirarsi indietro, nemmeno di fronte alle dure accuse mosse durante il periodo di Mani Pulite. Ma una cosa in più forse sì può dire del suo impegno politico e civile che lo ha portato ad essere al centro di aspre polemiche e che ha sempre affrontato con coraggio e determinazione.
Nel ricordarlo, si intrecciano le valutazioni divergenti di chi ha visto il ruolo e ha dimenticato l’uomo. Un uomo controverso che ha lasciato un’impronta indelebile sulla scena nazionale e internazionale. Ma la sua eredità oggi più che mai ci porta a ad affermare che meritava i funerali di Stato, perché avrebbe dovuto avere il diritto di essere trattato come un uomo libero nel suo Paese. Le parole di chi lo ha difeso, come quelle di chi ha criticato il suo operato, riflettono la forza del suo impatto sulla storia politica italiana.
Oggi più che mai a venticinque anni dalla scomparsa di Bettino Craxi, la memoria si intreccia con il presente, invitandoci a riflettere sulla sua visione, sul suo coraggio e sul significato più profondo della sua capacità. Craxi non è stato solo un politico, ma un leader capace di sognare un’Italia moderna, protagonista del suo tempo e fiera delle sue eccellenze.
Se ci pensiamo bene Bettino Craxi incarnava l’idea di un uomo che non temeva di confrontarsi con il potere e le sue sfide. Il suo coraggio di prendere decisioni, spesso controverse, derivava dalla volontà di rafforzare il ruolo dell’Italia sia a livello nazionale che internazionale. Non cercava il consenso facile, ma puntava a rendere il Paese un interlocutore importante nel panorama mondiale.
Durante il suo mandato come Presidente del Consiglio, Craxi consolidò il ruolo dell’Italia nelle istituzioni europee e internazionali. Fu un convinto sostenitore di un’Europa forte, capace di garantire prosperità ai suoi cittadini, ma mai subalterna agli interessi di altri Stati. La sua gestione della crisi di Sigonella è rimasta un esempio emblematico della sua capacità di difendere la sovranità italiana, mostrando che il nostro Paese poteva alzare la testa anche nei momenti più critici.
Ma pensiamo anche al valore del prodotto italiano che i suoi interventi hanno portato e portano ancora oggi a tutte le imprese del Made in Italy.
Craxi comprese l’importanza di valorizzare il patrimonio culturale, artistico e produttivo dell’Italia. Sotto la sua guida, i prodotti della creatività e dell artigianato italiano ricevettero una spinta decisiva a livello mondiale: la moda, il design, l’enogastronomia e l’artigianato vennero riconosciuti come pilastri dell’identità nazionale. Fu un sostenitore dell’industria italiana come motore di crescita economica e promotore della qualità nel mondo.  Stiamo vivendo tutti i frutti della sua rivoluzione e non dobbiamo dimenticarlo mai. Fu il suo governo a favorire le politiche che supportavano l’internazionalizzazione delle imprese italiane, permettendo ai prodotti italiani di distinguersi per eleganza e innovazione. Era convinto che l’Italia dovesse essere non solo un Paese di creativi, ma anche di imprenditori capaci di tradurre l’arte e la tradizione in crescita economica.
Certamente la leadership di Bettino fu segnata dalla capacità di prendere decisioni impopolari ma necessarie. La sua riforma del sistema politico ed economico, volta a modernizzare un Paese che usciva dagli anni difficili dell’inflazione e della crisi energetica, evidenziò la sua determinazione e il suo senso di responsabilità. Credeva che il progresso richiedesse visione e sacrificio.
Nonostante i successi e le innovazioni portate avanti durante la sua carriera politica, la vita di Bettino Craxi fu segnata da un amaro epilogo. Travolto dalle inchieste giudiziarie di Tangentopoli, scelse l’esilio per evitare il carcere. Si rifugiò in Tunisia, ad Hammamet, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Per Craxi, lasciare il Paese che aveva servito con passione e determinazione fu un dolore profondo. Il suo esilio, più che una fuga, rappresentò per molti di noi (e non solo)  un dramma umano e politico, una ferita aperta nella storia italiana.
La sua vita si concluse lontano dall’Italia, ma non dalla sua memoria. Anche ad Hammamet, continuò a riflettere sul futuro del Paese, portando avanti idee e pensieri con lo stesso ardore che lo aveva contraddistinto. Morì il 19 gennaio 2000, lontano dalla sua terra, ma con lo sguardo rivolto sempre verso l’Italia.
E quale è il simbolo della sua eredità se non il coraggio?
Oggi, mentre ricordiamo il venticinquesimo anniversario della sua scomparsa, la figura di Bettino Craxi ci invita a riscoprire la forza di un uomo capace di immaginare un futuro migliore per il suo Paese. Il suo esempio ci ricorda che per essere protagonisti della storia non basta criticare: bisogna insieme ricominciare a, costruire con visione e avere fiducia nel cambiamento.
Non importa da quale prospettiva si osservi la figura di Craxi: il suo messaggio rimane chiaro. Siamo chiamati a difendere ciò che rende unico il nostro Paese e affrontare il futuro con ambizione.
Oggi più che mai, il futuro appartiene a chi come lui osa sognare.
18/01/2025
Mirko Petrelli

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