Assisi, 18 febbraio 2022 – La Rocca Maggiore e la Torre del Popolo, due simboli laici identitari della città di Assisi, capitale del messaggio ecologista francescano che ha ispirato l’enciclica papale Laudato Sì e sito UNESCO, sono state riconosciute “Monumenti Vivi” per la presenza di diverse specie protette, tra cui rondoni, rondini, balestrucci, chirotteri e falchi.
L’iscrizione nella lista dei “Monumenti Vivi” italiani, istituita dall’omonima associazione fondata da zoologi e ornitologi che studiano e tutelano la biodiversità urbana, avviene in un periodo particolare e vuole essere un monito per istituzioni, tecnici e cittadini. Con l’avvicinarsi della stagione riproduttiva molte delle specie citate – diverse delle quali migratorie – rischiano di trovare i siti di nidificazione distrutti o il cui accesso sarà impedito a causa della chiusura delle cavità o per la presenza di impalcature con teloni.
L’avvio di migliaia di interventi di recupero o restauro, in seguito alle agevolazioni fiscali (Superbonus 110%) promosse dal Governo, e di riqualificazione di complessi monumentali hanno messo in allarme gli zoologi e gli ambientalisti italiani.
Le nostre città ospitano nelle cavità e negli spazi esistenti fra le tegole, nei sottotetti, cornicioni e cassettoni, buona parte di quella che definiamo biodiversità urbana, ossia l’insieme delle forme di vita (piante e animali), che contribuisce al funzionamento di un vasto ecosistema urbano in cui risiede più della metà delle persone in Italia.
Vivere in città con ricca biodiversità urbana, inoltre, permette ai cittadini di non perdere il contatto con la natura. In molti ad Assisi hanno provato la meraviglia per la presenza del falco pellegrino sulla civica Torre; l’incanto per il volo dei rondoni, specie bandiera, sulla valle del Tescio dove si affaccia la fortezza albornoziana o per gli spettacolari caroselli in alcune vie e piazze della città serafica. Nonché di sensibilizzare le nuove generazioni con uno sguardo alle future, grazie al recente inserimento della tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali tra i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana (art. 9).
Piccole specie animali come pipistrelli, gechi, rondini, rondoni ecc. sfruttano palazzi e manufatti per nidificare e rifugiarsi, hanno ruolo importante nell’ecosistema urbano cibandosi di insetti e invertebrati (si stima che un rondone comune cacci fino a 30mila insetti al giorno), falchi e taccole possono contribuire al controllo delle specie problematiche come i colombi.
Le preoccupazioni riguardano due aspetti, se, da un lato la presenza di impalcature con teloni di protezione impedisce l’accesso temporaneo ai siti di nidificazione (disturbo o impedimento alla riproduzione nella stagione), dall’altro, gli interventi di restauro che prevedono la distruzione di nidi di rondine e balestruccio e azioni di lotta ai colombi rischiano di ridurre il numero delle cavità e degli accessi in modo permanente (distruzione nidi e chiusura indiscriminata degli accessi alle cavità). Infine, oltre al pericolo della mancata nidificazione, si segnala anche quello di morte diretta degli animali che in alcuni casi vengono murati vivi durante i lavori. Tali interventi porterebbero a decimare le colonie di queste specie, alcune delle quali in pericolo di estinzione, che non troverebbero posti dove rifugiarsi o nidificare.
Raccomandiamo quindi a proprietari, progettisti e responsabili di cantiere di prestare attenzione agli interventi e consultare gli esperti o i gruppi locali, per accedere a soluzioni da mettere in pratica per escludere selettivamente i colombi senza impedire l’accesso alle specie minacciate (ad esempio tramite riduzioni calibrate dei fori di accesso) e per installare rifugi o nidi artificiali come batbox o cassette nido in sostituzione delle cavità perse, ed anche garantendo cassette nido provvisorie sui ponteggi durante i lavori, quando questi avvengono durante la stagione riproduttiva. Molti casi studio risolti sono rappresentati in una raccolta nel gruppo Facebook Monumenti Vivi, mentre dal sito web dell’associazione sono scaricabili documenti tecnici e linee guida.
Ricordiamo che la tutela ora accordata alla biodiversità anche dalla Costituzione rafforza i divieti di distruzione dei nidi e l’uccisione di specie animali stabiliti dalla Legge 157/1992, tanto più che il Codice penale punisce il maltrattamento e l’uccisione di animali (artt. 544 bis/ter, 727), mentre molti Comuni tutelano con regolamenti od ordinanze la vita di rondini e rondoni e vietano interventi in periodo di nidificazione o in assenza di precauzioni approvate.
Auspichiamo quindi, che tutti gli aventi causa cooperino attivamente nella tutela della vita degli animali selvatici, salvaguardando la biodiversità e adottando le corrette soluzioni.
Monumenti Vivi – L’associazione ha come scopo la tutela e la valorizzazione della natura e dell’ambiente, con particolare riferimento alle specie animali che utilizzano i “Monumenti Vivi”, intesi come edifici (palazzi monumentali, chiese, torri, campanili, varie altre costruzioni) utilizzati dalle specie come sito riproduttivo o come area di rifugio. L’interesse per i Monumenti Vivi comprende l’ambito interdisciplinare concernente la Biologia della conservazione (gestione delle specie animali), l’Architettura (buone pratiche per la gestione e ristrutturazione dei monumenti) e l’Economia (turismo naturalistico e culturale). http://www.monumentivivi.it/
18/02/2022
Ufficio stampa
Laura Falcinelli