L’emergenza coronavirus sta mettendo a dura prova tutto il personale sanitario del Paese, che unito, continua alacremente a lavorare per cercare di vincere questa battaglia.
I medici, di famiglia, del Pronto Soccorso, dei reparti ospedalieri, ai militari, sono uniti da un unico obiettivo: salvare più vite possibili, anche a costo di perdere la propria.
Ma c’è una categoria, i Medici del 118/112 che sembra nessuno ricordi e che, al contrario, sta in prima linea almeno come gli altri.
Hanno prestato un giuramento, il giuramento di Ippocrate, e nonostante vorrebbero rimanere a casa per proteggere i propri figli e le famiglie dall’esposizione al coronavirus, restano in servizio per il bene della comunità. Hanno fatto i conti con il rischio e la paura e accettato di rimanere ligi al proprio dovere.
Lo Stato per sostenere il personale sanitario in servizio e tutelarlo per quanto possibile ha emanato il decreto Cura Italia; la Regione Umbria sta stabilizzando gran parte del personale sanitario in servizio, ma NON i Medici del 118/112.
Un riconoscimento che dovrebbe essere garantito a tutti, soprattutto a coloro che negli anni hanno continuato a lavorare con garanzie e tutele minori.
Senza mai recriminare.
Invece i Medici del 118/112 sembrano tagliati fuori da tutti i provvedimenti.
Il decreto Cura Italia e la stabilizzazione sembra valere per tutti, tranne che per i Medici del 118.
In Umbria, ci sono 36 Medici precari del 118/112, alcuni coprono turni negli ospedali da 4-6-8-10 anni, con continui rinnovi di contratto di 6 o 3 mesi, ma a volte un solo mese. Tra il 31 marzo e aprile il loro contratto scadrà.
Gli è stato chiesto di coprire nuovamente il servizio, solo per il tempo necessario ad indire nuovi concorsi.
Non temete! I Medici del 118/112 non si tireranno indietro proprio ora. Non per lo stipendio, ma per onorare il nostro giuramento che ci chiede di “perseguire…la difesa della vita, la tutela della salute…dell’uomo e il sollievo della sofferenza”
Come è possibile considerare ancora precari medici che hanno dimostrato di sapere svolgere un servizio delicato e fondamentale per i cittadini?
Perché anche a questi medici non viene concesso quanto previsto dal decreto Cura Italia e la stabilizzazione?
E’ davvero possibile pensare che gli basti solo un grazie, “un applauso dai terrazzi”, un siete preziosi e indispensabili?
Ci auguriamo, cari cittadini, che sia stata una svista e che lo Stato si farà presente anche in questo caso. Immaginate se in vista di maggiori tutele i medici del 118 non venissero più in servizio. Rischieremo di perdere professionalità ed essere soccorsi da neolaureati che, seppur bravi, non hanno certo l’esperienza pluriennale dei medici del 118.
24/03/2020
I 36 MEDICI PRECARI DEL 118