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Attualità Bastia Umbra

Dalla Svizzera la testimonianza di Lucia Olivieri


Riceviamo e pubblichiamo:

Basilea, 24 Marzo 2020

Un saluto a tutti.

A Basilea abbiamo sentito parlare della situazione sanitaria di Wuhan a Gennaio, ma tutto era lontano e poco importante finché, in seguito al diffondersi del contagio in Italia, è stata comunicata la cancellazione del carnevale basilese, il più importante della Svizzera e Patrimonio Unesco dal 2017. La decisione non è risultata molto popolare tra i cittadini, alcuni dei quali ho sentito personalmente criticare duramente le autorità con affermazioni del tipo: per un semplice raffreddore…che esagerazione!

Molti gruppi hanno comunque partecipato ad una scarna parata inaugurale nonostante la cancellazione.

Nello stesso periodo, la vicina Germania non prevedeva limitazioni di questo genere così che molte persone si sono recate oltre frontiera a festeggiare il carnevale nelle vicine città. Le due settimane a seguire mi sono sembrate lunghe e piene di incertezze perché, nonostante ci fosse qualcosa nell’aria, sembrava che tutto dovesse continuare come di consueto: i treni erano affollati e ristoranti e palestre non sembravano preoccuparsi molto delle nuove norme igieniche. Non si capiva bene se fosse un comportamento esagerato non volersi recare in luoghi affollati, ma la cosa peggiore che ho vissuto in ufficio è stata sentirsi infetta in quanto italiana.

La situazione però si è evoluta rapidamente ed è stata presa sul serio da tutti, senza lasciare altro spazio al razzismo. La Confederazione ha annunciato restrizioni ogni giorno più dure che hanno portato all’attuale chiusura di ristoranti, parrucchieri, luoghi pubblici… L’azienda per cui lavoro, (da 5 anni sono impiegata come Senior Graphic Designer nel quartier generale svizzero della Swarovski) ci ha invitati a lavorare da casa, comunicandoci anche la chiusura del nostro ufficio (550 dipendenti) a Zurigo, a causa di un dipendente risultato positivo. Ora anche io lavoro da casa, come facevo già di tanto in tanto. Devo considerarmi fortunata perché, finora, ho potuto svolgere il mio lavoro senza perderlo.

L’incertezza del momento che stiamo vivendo a volte mi fa perdere il sonno e il pensiero va alla mia famiglia che è a Bastia e che io non posso aiutare nel momento del bisogno, ma sono tranquillizzata dai continui contatti telefonici e dal sapere che rispettano le regole stando a casa.

Un saluto e un augurio di rivederci presto, in piazza, a Bastia.

Lucia 

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