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29 Marzo 2024
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TRAFFICO E PIAZZA DEL COMUNE, CHIUSURA SI, CHIUSURA NO. TRAVICELLI: “NO AL CENTRO PER POCHI.”

In questo periodo, in Assisi, si sono tenuti alcuni incontri tra gli addetti all’argomento, aventi come tema la rimodulazione dell’ordinanza risalente alla fine degli anni Ottanta, inerente la regolamentazione del traffico nel centro storico di Assisi. Se partecipata e non calata dall’alto, forse sarebbe stata una buona occasioni, per sortire risposte condivise e proficue.                  L’ordinanza del traffico in questione, come detto, risale alla fine degli anni Ottanta, parliamo di un’epoca che non esiste più. Un mondo che vedeva le due “Germanie” con il muro che circondava Berlino e la divideva in due, c’era ancora L’Unione Sovietica, la Jugoslavia, la Cecoslovacchia e tanto altro.

Distrattamente, ad alcuni forse sarà sfuggito che in quei tempi, non c’era internet, non c’erano i telefonini, non esistevano i mezzi informatici di oggi, senza tirarla per le lunghe, un mondo che oggi potremmo definire, con buona ragione, “antico”.

Possibile che in trent’anni il mondo sia totalmente cambiato e che a nessuno sia mai venuto in mente di migliorare la  regolamentazione del traffico in Assisi? Ebbene sì, forse avrebbe avuto bisogno di un “ritocchino”, di una “lucidatina”, non ricordo nessuna modifica fatta, oltre alla  trasformazione ad personam fatta alcuni anni or sono (via Santa Agnese a doppio senso, regolata da impianto semaforico), non realizzata però da questa Amministrazione e la chiusura dettata però dalla Prefettura di Perugia relativa a Piazza San Francesco.

Ebbene sì, il tempo è arrivato, se ne sono accorti ora in Comune, ma tutto è iniziato nel modo peggiore e con i peggiori auspici.

Infatti, giorni fa si è tenuta una conferenza stampa, tanto pubblicizzata, con il Sindaco, l’Assessore al traffico alla presenza del Comandante dei Vigili Urbani, nella quale si presentavano le grandi novità, del resto già adottate, per la regolamentazione del traffico in Assisi fino al 06.01.2020. Quello che più ha colpito è stata la chiusura completa e permanente della Piazza Del Comune, e gli orari di regolamentazione del traffico, oltre a tutto il resto che non merita nemmeno menzione.

Procediamo per gradi.

Preliminarmente, non si può dire che il Centro storico di Assisi lo si possa lasciare in balia del traffico, ciò è cosa ovvia, come altrettanto ovvio è il fatto che non si può blindare una città quando non ce ne è affatto bisogno.

I nodi centrali sono tre, la Piazza del Comune, gli orari di accesso al Centro e i parcheggi.

La Piazza del Comune, solo in parte ricopre il terrazzamento e le sistemazioni di quella che é l’area antistante al Tempio di Minerva. In epoca medioevale, dopo il lungo abbandono di Assisi a partire dal V secolo d.C., si è tornato ad abitare nella civitas. L’abbandono, e le stratificazioni successive, hanno coperto completamente il vecchio sito, creando una piazza dall’incrocio ad X di due strade che collegano via Portica a San Rufino e l’attuale Corso Mazzini con via San Paolo, la terza strada, via San Gabriele dell’Addolorata è stata aperta dopo gli sventramenti del 1881. Di ciò ne scriveva nel 1958 anche l’Arch. Giovanni Astengo nei lavori preparatori al PRG di Assisi, pubblicati nella rivista Architettura nr. 24-25 del settembre 1958. Dunque, una piazza nata dall’incrocio di due strade. Ciò per secoli. Nata per unire e non per dividere.

L’attuale Piazza, che per anni rimase chiusa a seguito della prima ordinanza del traffico, poi fu riaperta in seguito al sisma del 1997, per facilitare l’accesso ai cantieri dei mezzi pesanti impegnati nella ricostruzione post-sisma. Da lì in poi, di fatto è rimasta sempre aperta. Data la conformità della piazza stessa, (incrocio di due vie) e l’impossibilità di percorrere Piazza San Francesco ha difatti diviso la città in due con gravi disagi per i cittadini, le attività commerciali, artigianali e per i mezzi di trasporto per gli approvvigionamenti quotidiani alle attività. Ciò, oltre a creare caos, disagi e molto altro, aggrava i tempi di percorrenza, allungando i percorsi per poter collegare le due parti della città in maniera abnorme, con relativo aumento delle emissioni inquinanti oltre ai disagi giustamente lamentati.

Dalla stampa locale, ultimamente si è letto un intervento dall’opposizione, nel quale si lamentava di soluzioni, segnali stradali impiantati con colate di calcestruzzo, che furono però, adottate quando tali soggetti erano in maggioranza.

Sempre sulla stampa locale, è apparso un articolo di un gruppo WhatsApp di artigiani che esprime le loro doglianze e perplessità in merito alla questione, i quali giovedì 25 Luglio avrà a proposito un incontro, per discutere del problema con l’assessore preposto. Dio gliela mandi buona.

Dove è la ragione o dove è il torto? Nella rigidità della misura. Posto che per la conformazione geomorfologica di Assisi non esistono vie alternative alle attuali percorribili con veicoli e, posto che non possiamo creare ad Assisi il caos del Grande Raccordo Anulare di Roma, occorre “equilibrare” la chiusura della piazza con un po’ di sale in zucca. Anche perché non ci dobbiamo dimenticare della risorsa preziosa del turismo, dei commercianti, che ogni mattina quando aprono la serranda spendono denaro. Dei tanti operatori che per recarsi nella propria attività devono pagare il parcheggio, oppure parcheggiare fuori dal centro storico. Penso anche ai proprietari dei motocicli che non trovano i parcheggi, non perché sono occupati, ma perché non ci sono proprio. Questo per ricordare tutte le multe di questi giorni, fatte a tanti motocicli, i quali proprietari non hanno trovato parcheggio, proprio per la motivazione sopra elencata. Nessuno obbietta che in certe ore ed in certi giorni si può bilanciare il tempo ed i modi di chiusura della piazza, senza che ciò possa però essere di grave disturbo per i turisti, i residenti e gli operatori commerciali. Come? La risposta è emersa anche nella conferenza stampa sopra richiamata. Si riaggancia pure al secondo nodo evidenziato, gli orari di chiusura del traffico per i non autorizzati. Negli ultimi anni, la città è stata dotata di un sistema dinamico di monitoraggio del traffico, posto sulle principali direttrici di accesso e transito intorno al centro storico di Assisi, questo sistema dovrebbe permetterebbe di avere in tempo reale, l’esatta situazione del traffico intorno ad Assisi o in avvicinamento. Con la volontà ed un po’ di vera tecnologia smart, ovviamente non quella da Circo Barnum finora vista in giro, ma un sistema che esiste in molte città, che dosa gli accessi in base alla quantità di traffico effettivo.                                             Ciò perché in Assisi, a differenza di altre città non turistiche, dove il traffico si accentua e si dirada in tempi canonici, qui si passa da periodi di deserto a periodi di ingorgo. Ne è logica conseguenza che l’apertura o la chiusura del traffico ad orari canonici, non aiuta, anzi peggiora la situazione, lasciando magari chiuso il traffico in periodi di scarso afflusso, mentre potrebbero transitare i non residenti, ed altri momenti nei quali il traffico sarebbe aperto, con dei grandi afflussi che renderebbero più utile chiuderlo.

Sì, magari ad una chiusura totale, sia della piazza sia del centro, ad esempio il sabato pomeriggio e la domenica e gli altri giorni di festa. No ad una chiusura tout court.

Tutto ciò a salvaguardia del turista, dei residenti, dei cittadini, delle attività turistiche e commerciali, attività eroiche che sopravvivono nel centro di Assisi. Non si può rendere questa città un malandato parco divertimenti, invece di un luogo vivibile per chi vi risiede, per chi abita intorno e per chi la visita.

C’è la volontà politica per fare ciò? Le tecnologie vi sarebbero, forse mancano le teste pensanti? Ma, come direbbe Kipling, questa è un’altra storia.

Travicelli Claudia Maria

( Democratici e Popolari per Assisi)

24 Luglio 2019

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