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Erigo Pecci sui lavori per la riapertura del ponte di Bastiola.

Nei giorni scorsi l’amministrazione Ansideri ha finalmente presentato il progetto ed il programma dei lavori per la riapertura del ponte sui fiumi Tescio e Chiascio.

Finalmente, perché dopo 2 anni e molte traversie e vicissitudini riusciremo forse a vedere lavorare in modo efficiente uno dei  tratti di viabilità più importanti per tutta la città di Bastia, sia sotto il profilo della mobilità dei cittadini, che sotto il profilo degli  interessi di tutte le attività commerciali che insistono su questo tratto di territorio.

Purtroppo, come già in altre occasioni evidenziato, l’amministrazione Ansideri dimostra ancora una volta carenza di idee e una certa superficialità nelle scelte.

Se da un lato infatti era obbligatorio e necessario ricorrere al più presto alla messa in sicurezza del Piano viario, dall’altro  sarebbe stato più opportuno abbinarci un pensiero futuribile, come la realizzazione di infrastrutture ciclopedonali, oppure valutare la possibilità di migliorare l’intersezione di vie Firenze e della strada Assisana.

Rispetto alla messa in sicurezza del Piano viario ci si aspettava una celere soluzione che non è arrivata, e questo ormai è appurato (purtroppo pagato dal disagio arrecato ai cittadini), ma anche gli altri due aspetti sono stati affrontati nel peggior modo possibile.

Il progetto di una rotatoria sul ponte di bastiola rimane un miraggio su un foglio di carta, rinviato sine die alla realizzazione.

La soluzione della pista ciclopedonale si è ridotta ad una pista pedonale di dimensioni modeste, realizzata nel lato sinistro direzione nord, quando si poteva tranquillamente migliorare e ampliare l’accesso alla già presente passerella in legno ciclopedonale allontanando dalla viabilità di scorrimento veicolare i ciclisti e pedoni.

Il voler collocare la pista pedonale sul lato del ponte ha per altro fortemente condizionato i tempi del progetto sottoponendo le varie verifiche della sovrintendenza, ma soprattutto ha realizzato il classico “collegamento nel deserto”: non si sa dove inizia e non si sa dove finisce.

Una visione d’insieme che, quindi, non ha tenuto conto in primo luogo delle priorità di riapertura in tempi brevissimi della viabilità, e successivamente di un progetto complessivo che desse respiro a tutta l’area a soddisfazione dei residenti in prossimità del ponte e di chi lo attraversa a piedi con la bicicletta o addirittura da lì accede al percorso verde.

Fa pensare che in assemblea pubblica, alla richiesta di quantificare il costo di  questa passerella, che di fatto è l’unica scelta politica (peraltro a nostro avviso errata), l’amministrazione non è stata in grado di dare una risposta neanche approssimativa.

 

21/03/2018

Erigo Pecci

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