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25 Aprile 2024
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Epilessia: ascoltare Mozart previene le crisi.

Poche note della sonata K 448 del compositore austriaco, ascoltate ogni giorno, ridurrebbero di quasi il 21% la frequenza delle crisi. Sono i primi sorprendenti risultati dello studio realizzato dall’Unità di ricerca dell’Istituto Serafico di Assisi, coordinata dal direttore sanitario Sandro Elisei, presentata oggi a Cambridge.

L’Effetto Mozart potrebbe diventare l’ultima frontiera della speranza per gli oltre 60 milioni di persone nel mondo colpite da questa malattia.

Ascoltare Mozart può aiutare chi soffre di epilessia a prevenire nuove crisi. A svelarlo è lo studio clinico Effetti della musica sulla frequenza delle crisi in soggetti istituzionalizzati con disabilità intellettiva profonda ed epilessia farmacoresistente” dell’Istituto Serafico di Assisi, centro specializzato nella riabilitazione, cura ed educazione di bambini e ragazzi con gravi disabilità fisiche e cognitivo comportamentale, presentata oggi alla “6th Cambridge International Conference on Mental Health 2017”, a Cambridge.

Secondo la ricerca, illustrata dal Direttore Sanitario del centro assisano Sandro Elisei, l’ascolto indotto della Sonata K 448[1] di Mozart, avrebbe degli effetti benefici nel trattamento dell’epilessia. L’unità di ricerca del Serafico di Assisi, ha constatato che, nei soggetti affetti da epilessia farmacoresistente in aggiunta a una severa disabilità intellettiva, ascoltare la sonata di Mozart ridurrebbe il rischio di ricaduta. In 1 paziente su 2, la melodia del compositore austriaco, porterebbe a una riduzione di circa il 21% delle crisi epilettiche e, nel 10% dei casi si è assistito alla loro scomparsa. La musica inoltre porterebbe a un miglioramento delle abilità comunicative, verbali, motorie, emotive e sociali. Ecco perché si parla di “Effetto Mozart”.

Da tem

 

po riconosciuta come “malattia sociale”, l’epilessia è una patologia neurologica che si manifesta sotto forma di “crisi”, disturbi improvvisi e transitori, causata da una alterata funzionalità dei neuroni. È una delle malattie più diffuse al mondo, al punto che anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’ha inserita tra gli obiettivi prioritari contenuti nel “Piano d’azione 2013-2020” sollecitando gli Stati membri a un maggiore impegno nel campo della ricerca scientifica[2]Nel mondo, ci sono circa 65 milioni di persone, bambini, giovani adulti e over 65 che soffrono di crisi epilettiche. In Italia, il dato si attesta a mezzo milione di persone, con più di 30.000 nuovi casi accertati ogni anno.

“L’epilessia è una malattia neurologica caratterizzata dall’insorgenza di manifestazioni cliniche (cosiddette “crisi”) dovute a scariche anomale delle cellule nervose di una particolare regione cerebrale. Le crisi insorgono di solito spontaneamente, sono improvvise, si ripetono nel tempo, possono avere aspetti diversi a seconda della zona cerebrale interessata, ma in genere sono identiche nello stesso soggetto, sono di durata variabile e spesso seguite da fenomeni come sonnolenza, confusione o agitazione. E’ una malattia che può essere curata nella maggioranza dei casi con farmaci specifici; esistono tuttavia forme particolari che non rispondono alla terapia farmacologica”, spiega Sandro Eliseidirettore sanitario dell’Istituto Serafico di Assisi.


 

Per secoli, chi era affetto da questa patologia veniva allontanato per paura e visto con sospetto e incomprensione. Nella storia, il binomio “epilessia e genio” è stato spesso ricco di sorprese. Infatti, sono tanti i personaggi famosi che hanno convissuto con questa malattia: da Giulio Cesare a Napoleone, da Petrarca a Van Gogh a Fëdor Dostoevskij, quest’ultimo ne “L’Idiota” descrisse il rapporto con questo male che lo accompagnò per tutta la vita.

GLI EFFETTI DELLA MUSICA DI MOZART SUI PAZIENTI CON EPILESSIA FARMACORESISTENTE

La ricerca, condotta all’interno dell’Istituto Serafico di Assisi, ha coinvolto un gruppo di soggetti ospiti del centro. “La partecipazione allo studio clinico – spiega il DS S. Elisei –  ha interessato persone affette da una particolare forma di epilessia resistente ai farmaci che hanno avuto almeno due crisi al mese nel semestre precedente l’inizio dell’indagine e con una grave disabilità cognitiva”.

I pazienti sono stati divisi, in maniera del tutto casuale, in due gruppi (A e B): al primo gruppo è stata fatta ascoltare, per 30 minuti, la Sonata di Mozart, una volta al giorno per sei mesi mentre, l’altro gruppo fungeva da “gruppo di controllo”. Al termine del semestre, il procedimento è stato ripetuto invertendo i ruoli. Nel 50% della popolazione studiata, l’ascolto quotidiano della Sonata di Mozart K 448 ha ridotto significativamente la frequenza delle crisi epilettiche. Infatti, durante il periodo di trattamento, si è registrata una riduzione di quasi il 21% della frequenza e nel 10% dei casi la scomparsa delle manifestazioni epilettiche. È stato riscontrato, inoltre, un miglioramento della qualità della vita dei pazienti i quali si sono dimostrati meno nervosi e agitati.

Quando si parla di Effetto Mozart si intende la modalità attraverso cui ci possono essere dei cambiamenti nell’ambito dell’attività cerebrale interessate alle diverse forme dell’epilessia. – dichiara Sandro Elisei, psichiatra e direttore sanitario dell’Istituto Serafico di Assisi. 

Lo studio ha portato alla luce un altro aspetto: gli effetti benefici rilevati sui soggetti a seguito dell’ascolto della Sonata K 448 sono temporanei. Infatti, a distanza di qualche mese la frequenza delle crisi epilettiche è tornata ai numeri iniziali. Resta il fatto però che per avere effetti positivi a lunga durata è consigliabile “prescrivere” l’ascolto della Sonata K 448 a vita.

Lo studio che abbiamo realizzato è un importante contributo a sostegno dell’indicazione di far ascoltare la musica come terapia aggiuntiva nella gestione clinica dell’epilessia in soggetti con una disabilità profonda, soprattutto quando i trattamenti farmacologici standard non si dimostrano particolarmente efficaci – ha dichiarato S.Elisei.

21/09/2017

Ufficio stampa dell’Istituto Serafico di Assisi c/o INC Istituto Nazionale per la Comunicazione

Federica Aruanno

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