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Assisi Cultura

Nota stampa del Vicario episcopale per la cultura. La supposta ingerenza del Vescovo nella vita cittadina.

Il virulento attacco di Fabrizio Leggio letto su questo sito, nei confronti del vescovo Sorrentino, “reo” di aver presentato agli amministratori comunali e alla cittadinanza una serie di proposte e suggerimenti a favore del bene comune della Città, merita qualche osservazione, seppure tardiva.
La prima è che se egli avesse partecipato all’incontro di presentazione del documento, redatto peraltro in seguito ad un’istanza di collaborazione venuta dallo stesso sindaco, avrebbe forse apprezzato lo stile dialogico, sereno e propositivo che lo ha caratterizzato. C’è forse qualcosa di più utile e proficuo che i cittadini – lo è anche il vescovo! – s’incontrino per dialogare, scambiarsi opinioni, idee, proposte ecc. per il bene di una città?  E la “reciproca collaborazione” tra il mondo ecclesiale e quello civile per la promozione dell’uomo e per il bene del Paese non è forse formalmente auspicata anche dal proemio dell’attuale concordato?
Preoccupa, poi, che un uomo politico sia giunto a qualificare il documento della Curia vescovile come una “irritante ingerenza” nella vita cittadina. Non è infatti ammissibile ignorare che il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, con ogni mezzo di diffusione, è riconosciuto dalla carta costituzionale a tutti i cittadini, quale che sia il loro ruolo e la condizione sociale.
E’ inoltre da rilevare l’assurdità di una a dir poco risibile affermazione così formulata: “Sappiamo tutti molto bene (sic!) che il sogno dei porporati (sic!)è di comprarsi tutta la città in modo da gestirla interamente come fosse un convento”. Il vescovo avrebbe dunque le segrete mire di diventare una specie di sindaco ombra? Suvvia… Duole dirlo, ma non si può non ricordare l’aforisma per il quale le calunnie, le diffamazioni, ecc. colpiscono non chi le riceve, ma chi le diffonde.
La breve nota, scritta per esigenze di una corretta informazione, in nessun modo ha lo scopo di chiudere porte. Intende anzi aprirle, ricordando che il vescovo, come anche i suoi più vicini collaboratori, sono sempre disponibili a parlare con chiunque voglia porre questioni, proposte, ecc. Le diversità infatti, se presentate rispettosamente, possono sempre generare nuove prospettive e ricchezza culturale.

Vittorio Peri, vicario episcopale per la cultura

07/07/2017

Ufficio stampa
Diocesi Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino

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