16.7 C
Bastia Umbra
25 Aprile 2024
Terrenostre 4.0 giornale on-line Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Cannara
Politica

Umbria: in ogni città un comitato '2SI' ai referendum popolari per il lavoro.

Le forze democratiche e del progresso sociale dell’Umbria, quelle che si battono per la giustizia sociale, l’uguaglianza e la dignità del lavoro, costruiscano in ogni città della nostra regione un comitato unitario a sostegno dei ‘2SI’ ai referendum popolari per il lavoro.

Il governo Renzi ha reso ancora piu’ precario il lavoro: nel 2016 il numero dei nuovi contratti a tempo indeterminato è letteralmente crollato, mentre la disoccupazione continua ad aumentare, con quella giovanile che arriva al 40%.

In Umbria dal 2008 si sono persi circa 35mila posti di lavoro, di cui 15mila solo nel 2016, le assunzioni a tempo indeterminato fanno registrare un più che preoccupante -46%. Sempre nel 2016, in Umbria si sono venduti oltre 2 milioni di voucher (130 milioni in Italia), che hanno impegnato circa 30mila lavoratori, grosso modo il 12% della forza lavoro attiva. Numeri rilevanti che ci illustrano la progressiva precarizzazione e dequalificazione del lavoro nella nostra regione.

Dati importanti che descrivono il “declino” dell’Umbria.

Con il governo Renzi ed ora con quello Gentiloni è stata istituita la possibilità di licenziare i lavoratori senza giusta causa, dilaga l’utilizzo in modo illimitato e incontrollato dei voucher, è diventata la regola ricorrere al subappalto per massimizzare i profitti e non avere neppure mai visto i lavoratori che realizzano l’opera.

Non solo tolgono i diritti ma anche la possibilità di votare, infatti il governo Gentiloni non fissa la data dei referendum, che invece dovrebbe tenersi in un “election day” contemporaneamente alle elezioni amministrative, per non sprecare denaro pubblico.

I voucher vanno aboliti perchè dicevano che sarebbero serviti a legalizzare i lavori saltuari, invece, sono diventati un modo per evitare di assumere stabilmente i lavoratori.

Un voucher vale 7 euro e 50 centesimi di paga netta l’ora, più 1 euro e 30 centesimi di contributi pensionistici all’INPS, 70 centesimi di assicurazione antinfortunistica all’INAIL e 50 centesimi di gestione del servizio (?). Fanno 10 euro in totale.

Questo è il costo orario lordo del lavoro nell’Italia che fa scappare i cervelli e tratta chi resta allo stesso modo, dal disoccupato a vita ai “proletari” della conoscenza.
Il voucherista non ha il diritto a riposi o a ferie pagate, non ha diritto ad ammalarsi, a curarsi, a maternità o paternità, a ottenere un mutuo per la casa, al congedo matrimoniale, al permesso ad accudire i figli.
Il voucherista è un lavoratore senza diritti.
E’ nato un nuovo settore sociale: il popolo dei voucheristi, dei buoni lavoro, dei lavoratori pagati con uno strumento inventato per impieghi saltuari nell’agricoltura e le ripetizioni scolastiche, che ha prodotto una mostruosa “cinesizzazione” sociale. Serve un SI per abrogare questa ingiustizia.
L’altro SI, è per abrogare le norme che limitano la responsabilita’ solidale negli appalti, cioè impedire che ci siano differenze, e quindi discriminazioni, di trattamento tra chi lavora nell’azienda committente e chi in un’azienda appaltatrice o in un azienda in sub-appalto, riaffermando il principio che chi opera nel sistema degli appalti deve vedersi garantiti gli stessi diritti e le stesse tutele.
Un SI per impedire al committente di disinteressarsi di quello che accade ai lavoratori nelle aziende cui vengono appaltati ed esternalizzati i lavori.
Quindi 2SI contro la precarizzazione del lavoro, un comitato in ogni citta’ umbra per la dignità del lavoro e la sua giusta valorizzazione.
Stefano Vinti,
Assemblea Nazionale di Sinistra Italiana
Perugia, 3 marzo 2017

Lascia un commento