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Bastia Umbra
18 Aprile 2024
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Messaggero

Guerra dei rifiuti, tra bollette choc e incubo per l’inquinamento

BASTIA ALZA LA VOCE SULLA GESTIONE E GLI AMBIENTALISTI ATTACCANO: «FALLITI I CONTROLLI»

PERUGIA
Nel giorno in cui Perugia annuncia il taglio della bolletta dei rifiuti, i piccoli alzano la voce e si muovono nella grande guerra che è
anche un grande affare.
Piccoli perché non capita tutti i giorni che si alzi un Comune come Bastia e dia lezione sulla raccolta differenziata. Piccoli perché non capita tutti i giorni che tanti comitati, si mettano insieme, trovino la scia di Italia Nostra e attacchino duro.L’inchiesta su Gesenu e le interdittive antimafia, hanno fatto saltare il tappo. E adesso c’ è la voce piena di chi fa di conto e non si allinea. Prendete il Comune di Bastia. Non è Perugia, ma è pesante. Anche nella scacchiera politica. Sindaco di centrodestra (Asinderi) e assessore all’Ambiente, Francesco Fratellini, attento a quadrare cerchio e conti. Fratellini dice che non più il tempo dei rinvii. E ricorda con un brivido alla schiena il rischio, da gennaio, che lo smaltimento della frazione umida dei rifiuti costi dai 25 ai 30 euro in più a tonnellata. «È giunto il momento- dice Fratellini- di superare ampiamente la soglia del 65% di raccolta differenziata obiettivo annunciato nel 2012 e ora spostato al 2017». Fratellini racconta che a Bastia il sistema porta a porta per l’umido farà risparmiare 150mila euro. Mentre il sistema dei prezzi applicato dal gestore è fuori mercato. Possibile che raccogliere un metro cubo di rifiuti differenziati costi dalle 4 alle dieci volte in più rispetto ai rifiuti che vanno in discarica.? «Dovrebbe essere il contrario», dice Fratellini che guarda a una differenziata all’80% e alla frazione finale da portare in discarica o bruciare come Css.

Si muovono, su un altro fronte, gli ambientalisti. E dietro Italia Nostra si mettono in fila Nuovo Comitato Belladanza, Osservatorio Borgogiglione, Comitato Rifiuti Zero Spoleto, Comitato no Inceneritore Terni, Associazione OrvietoCiviva. L’affondo suona così: «Possibile che con tutti i protocolli e i piani di monitoraggio nessuno si è accorto di quello che succedeva?». Nel mirino finisce Arpa. Possibile che gli amministratori non hanno responsabilità? Nel mirino finisce Perugia e le sue istituzioni. Oltre alla bomba del percolato, c’è quella delle infiltrazioni e la voglia di chiedere trasparenza per verificare se i danni, con le discariche ampliate per decreto e quello che hanno scoperchiato le inchieste, siano stati pesanti. E se è stato danneggiate l’ecosistema del Tevere. Parole che sembrano l’antipasto per entrare nell’inchiesta sul traffico dei rifiuti come parte lesa, contro l’inquinamento che può uccidere facendo affari.

Luca Benedetti

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